Ambiente

Splash! Abiti, tappeti e tende, cinture e marsupi: dove si buttano?

Ci sono materiali e prodotti davanti ai quali la raccolta differenziata a volte sembra una lotteria. Ecco la rubrica per non sbagliare bidone
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7 maggio 2024 Aggiornato alle 16:00

L’insegnamento della raccolta differenziata nelle scuole dovrebbe essere una materia obbligatoria. “A cosa serve, il suo significato e i suoi simboli” potrebbe essere il titolo della prima lezione, a cui tutti gli studenti italiani dovrebbero assistere. Gli allievi dovrebbero imparare come dividere i rifiuti nei contenitori e le regole per farlo in modo corretto, oltre al funzionamento di riciclo e smaltimento. D’altra parte, i Comuni potrebbero tenere corsi ad hoc, visto che le indicazioni variano in base alla località.

In fondo siamo tutti studenti e apprendisti della vita, pieni di dubbi, confusi e sempre di fretta. Soprattutto quando si parla di differenziare. Dove si butta questo? E quello? Si tramandano leggende di persone sopraffatte dall’incertezza davanti ai cassonetti tra plastica, vetro, carta, umido e indifferenziata. E i rifiuti ingombranti? Ah, già.

Scherzi a parte, qui si fa sul serio. Se ti è capitato di restare di fronte a un bidone insicuro ed esitante sul da farsi con un oggetto in mano, per qualche istante o per ore, sei nel posto giusto. Questa rubrica - in collaborazione con Junker App, piattaforma specializzata nella raccolta differenziata in Italia - cerca di dissipare la nebbia della raccolta differenziata che avvolge alcuni oggetti e materiali, per evitare errori e fare Splash nel contenitore giusto.

Gli abiti: rovinati sì, sporchi no e in un sacchetto

La primavera porta con sé ameno tre certezze, anche nell’era dei cambiamenti climatici più imprevedibili: le fioriture, le allergie e il cambio di stagione.

Per i maniaci del guardaroba, può dunque essere utile qualche dritta sulla corretta gestione dei vestiti e sul loro smaltimento: in Italia, d’altra parte, dal primo gennaio 2022 vige l’obbligo di raccogliere in modo differenziato i rifiuti tessili.

Innanzitutto ricordiamo che è possibile conferire nel cassonetto degli abiti usati sia quelli in buono stato, che verranno destinati a riuso, sia quelli in cattivo stato (ad esempio logori, con qualche foro) che verranno invece avviati al riciclo per il recupero delle fibre tessili.

I contenitori per la raccolta degli abiti usati si trovano solitamente all’interno dei centri di raccolta comunali.

Occorre fare attenzione però: i vestiti possono essere rovinati ma non sporchi. Se, per esempio, ci sono macchie di unto e grasso che non vanno via, allora il capo andrà nel secco residuo.

Si richiede infatti che gli abiti e i rifiuti tessili vengano conferiti nell’apposita raccolta puliti e asciutti per ragioni igieniche e tecniche: un abito sporco di grasso o olio minerale non può essere recuperato.

Lo stesso vale per un abito bagnato oppure sporco di cibo, che potrebbe fare la muffa: quest’ultima finirebbe inevitabilmente per diffondersi anche sugli altri indumenti che si trovano nello stesso contenitore.

Infine forse non tutti sanno che i vestiti vanno conferiti all’interno di un sacchetto. Non è consentito inserire abiti usati, biancheria e altri rifiuti tessili sfusi nel cassonetto, ma è necessario metterli all’interno di una busta.

Tappeti e tende

Le lenzuola, gli asciugamani e le tende possono essere smaltiti tra i rifiuti tessili, purché siano puliti. Questa ampia categoria infatti non contempla esclusivamente gli abiti usati.

Quindi le tovaglie, gli indumenti, la biancheria per la casa ma anche i tappeti da bagno, a esempio, vanno tutti nei cassonetti della raccolta degli abiti.

Nel frattempo, mentre noi ci arrovelliamo sul cambio di stagione, c’è chi studia materie ben più importanti come la crisi climatica e in particolare si domanda: che mondo sarebbe senza primavera?

Alcuni esperti dell’Università degli studi di Milano e del Cnr-Iret hanno ipotizzato dunque cosa comporterebbe l’assenza della stagione e quali sarebbero gli impatti sugli ecosistemi.

Cinture e marsupi

Chissà se il marsupio tornerà mai di moda: in fondo se ce l’ha fatta il borsello, possono riuscirci tutti; a tal proposito, hai presente la canzone Uomini col borsello di Elio e le storie tese? A ogni modo, gli accessori vanno conferiti solamente se si trovano in buono stato.

Al contrario degli abiti usati, infatti, accessori come scarpe, cinture, marsupi e borse sono complessi da avviare ai processi di riciclo. Tuttavia, se ancora in buono stato, verranno destinati alla filiera del riuso.

In conclusione, una curiosità: secondo alcuni calcoli, il numero ideale di vestiti da avere nell’armadio oscillerebbe tra i 74 e gli 85, a seconda di quanto sono “nette” le mezze stagioni nella zona in cui si vive. Pensavi ne servissero di più o di meno?

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