Ambiente

Perché è importante salvaguardare i nidi degli uccelli

Oltre a fornire dati sulle migrazioni e sulla riproduzione animale, la protezione dei rifugi è fondamentale per l’ecosistema e per il benessere della specie. Secondo uno studio della Lipu, in 3 anni in Italia la presenza dei volatili è diminuita del 36%
Credit: Arne Dedert/dpa  

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7 maggio 2024 Aggiornato alle 18:00

Durante la primavera, molto spesso capita di imbattersi in un nido di uccelli. Questi si possono trovare anche molto vicino a noi: sopra le porte d’ingresso, all’interno di portici e verande, ma anche sulle macchine. In questi casi, se la presenza del nido non intralcia le nostre attività quotidiane, la cosa migliore è lasciarlo dove si trova e non toccarlo.

Un segnale che indica un nido nelle vicinanze è la presenza di uccelli agitati, che cinguettano in modo più aggressivo se ci troviamo nei pressi del loro nascondiglio. Anche volatili che fanno spesso lo stesso tragitto avanti e indietro con del cibo nel loro becco possono rappresentare un indizio.

Chad Witko è coordinatore di biologia aviaria alla National Audubon Society, organizzazione statunitense senza scopo di lucro dedicata alla conservazione della natura.

Intervistato dal Washington Post, l’ornitologo afferma che avvicinarsi al nido troppo spesso potrebbe dare un chiaro segnale ai predatori in zona, come serpenti, roditori e altri uccelli.

Generalmente i volatili tendono a costruire i nidi di nascosto, per aumentare le probabilità di sopravvivenza delle uova e dei loro pulcini. Un uccellino fuori dal proprio nido potrebbe avere i genitori nelle immediate vicinanze, ma se si tratta di un volatile appena nato sarebbe opportuno riporlo delicatamente all’interno del nido. In entrambi i casi, se l’uccello è ferito occorre chiamare gli appositi soccorsi autorizzati.

Negli Stati Uniti il Migratory Bird Treaty Act attesta che spostare un nido è illegale senza l’autorizzazione del Dipartimento degli Interni di Pesca e Fauna selvatica.

In Italia la rondine, il balestruccio e il rondone sono specie protette su tutto il territorio nazionale dal 1981, come riporta il sito della Protezione Civile. Pertanto, è vietato distruggere, rimuovere o danneggiare i nidi, le uova e i nidiacei.

Esiste anche una direttiva a livello europeo, risalente al 1979, e volta a proteggere e salvaguardare “tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri, a esclusione della Groenlandia”. Secondo la direttiva, gli Stati europei devono preservare gli habitat degli uccelli, istituendo zone di protezione e ripristinando i biotopi distrutti. Anche qui è ribadito il divieto di “distruggere, danneggiare o asportare nidi e uova”.

Osservare i nidi può fornire dati su come il cambiamento climatico impatta sulle migrazioni e sulla riproduzione dei volatili. NestWatch si occupa di addestrare i partecipanti a salvaguardare i nidi, per poi registrare fenomeni nel ciclo riproduttivo di varie specie di uccelli.

Inoltre, la salvaguardia dei nidi e degli uccelli in generale può essere fondamentale per l’ecosistema.

Uno studio di Farmland Bird Index, realizzato dalla Lipu per conto del Ministero dell’Agricoltura, registra in Italia un calo nel numero di uccelli pari a -36% in 3 anni, mentre in Pianura Padana gli uccelli presenti nelle zone agricole sono diminuiti del 50%. Gran parte della diminuzione è attribuibile al modello agricolo odierno, caratterizzato dall’uso di sostanze chimiche, dalla perdita di habitat e dalla banalizzazione dei paesaggi agricoli.

A tal proposito, si è espressa Federica Luoni, responsabile Agricoltura della Lipu: «Le possibilità di ripresa ci sono, in particolare nelle aree agricole dove la biodiversità ancora è presente. Occorre incentivare misure naturalistiche in Europa e in Italia, dalle quali l’agricoltura possa beneficiare in termini di salute del suolo, presenza di impollinatori, ricchezza dei servizi ecosistemici, qualità del cibo e del paesaggio».

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