Città

La sponge city è la città del futuro

Nei centri urbani si fanno sempre più strada i tetti blu-verdi, infrastrutture intelligenti che, come spugne, assorbono l’acqua piovana e la conservano per riutilizzarla per l’irrigazione o i servizi igienici
Credit: Resilio  

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6 maggio 2024 Aggiornato alle 14:00

Ad Amsterdam, il progetto Resilience Network of Smart Innovative Climate-Adapative Rooftops (o Resilio) ha portato una copertura innovativa su migliaia di metri quadrati di tetti della città, trasformando i rooftop dell’area urbana in tante piccole spugne in grado non solo di assorbire l’acqua piovana, ma anche di conservarla e riutilizzarla al bisogno.

Finora abbiamo sentito parlare spesso dei tetti verdi, coperture di vegetazione con il compito di assorbire l’acqua piovana, aiutare la regolazione della temperatura esterna e interna, migliorare l’impatto ambientale degli edifici e assorbire notevoli quantità di CO2.

Negli ultimi anni, però, stanno diventando sempre più popolari i tetti blu-verdi.

Di cosa si tratta?

Possiamo definirli come un’evoluzione dei tetti verdi, un ulteriore passo avanti verso la sostenibilità urbana, che sta trasformando le città in sponge cities.

Si tratta di coperture per gli edifici che non solo sono formate da vegetazione, ma sono anche in grado di catturare, conservare e distribuire al bisogno l’acqua piovana, consentendo di utilizzarla per l’irrigazione o per lo scarico dei servizi igienici e riducendo a zero lo spreco idrico.

Il sistema dei tetti blu-verdi delle sponge cities funziona a strati: in superficie ci sono le piante (una combinazione di muschi, arbusti, erbe, felci, erbe aromatiche o sedum, un genere estremamente resistente che è un elemento fondamentale dei tetti verdi). Al di sotto delle piante si estende uno strato filtrante, che impedisce al terreno di penetrare nello strato successivo, costituito da piccole falde acquifere artigianali che servono a immagazzinare l’acqua.

Infine, ci sono strati aggiuntivi che impediscono all’acqua e alle radici delle piante di infiltrarsi nel tetto vero e proprio.

«A tutti gli effetti, sul tetto c’è un barile piatto per la pioggia», ha raccontato Kasper Spaan a Wired, sviluppatore di politiche per l’adattamento climatico presso Waternet, l’organizzazione pubblica per la gestione dell’acqua di Amsterdam, che partecipa a Resilio.

Grazie all’installazione dei tetti blu-verdi, le città spugna possono non solo gestire meglio e limitare le criticità derivanti dagli acquazzoni, ma anche prevenirle: gli innovativi tetti, infatti, sono dotati di una valvola intelligente che consente alle falde acquifere artificiali (delle casse di conservazione dell’acqua) di svuotarsi prima dell’arrivo di un acquazzone, in modo da essere vuote e immediatamente disponibili ad assorbire e conservare grandi quantità di acqua piovana. In questo modo, quando arriva una pioggia violenta, penetra nel tetto, che si riempie e impedisce a grandi quantità di acqua di entrare nelle grondaie e nelle fogne della zona circostante, causando intasamenti, disagi e allagamenti della città.

I benefici di questi rooftop sostenibili, però, non si limitano qui: grazie alle conserve di pioggia, infatti, i tetti blu-verdi sono in grado di rinfrescare l’ultimo piano di un edificio, essenzialmente “sudando” l’acqua immagazzinata e, con i giusti tipi di piante autoctone, possono anche aumentare la biodiversità degli insetti impollinatori autoctoni.

«Pensiamo che il concetto sia applicabile a molte aree urbane in tutto il mondo. Soprattutto nel sud dell’Europa – in Italia e in Spagna – dove ci sono aree realmente colpite dalla siccità e serve una nuova attenzione per la raccolta dell’acqua piovana», ha dichiarato il dott. Spaan.

Purtroppo, però, non è semplice rendere tutti gli edifici blu-verdi: l’infrastruttura aggiuntiva non è poi così pesante, ma l’acqua che trattiene lo è. Quindi è relativamente economico e facile integrare il sistema in una nuova costruzione, tenendo conto del peso aggiuntivo, ma gli edifici più vecchi avrebbero bisogno di importanti modifiche strutturali per adattare il nuovo sistema sul tetto.

Nonostante la spesa varrebbe la resa, considerato il risparmio di denaro dato dalla riduzione della quantità di acqua che bisognerebbe acquistare da un sistema municipale, spesso il problema economico rende il processo di transizione green delle città molto più complicato.

Quel che è certo è che sprecare l’opportunità di avere una disponibilità straordinaria di una risorsa importante - oggi più che mai - come l’acqua piovana è un lusso che non possiamo permetterci. Potenziali soluzioni innovative sono sul tavolo, occorre l’impegno e la volontà comune di realizzarle.

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