Città

La smart city sarà una “spugna”?

Nella quarta tappa de Le città del futuro, scopriamo i centri urbani permeabili. Con alberi, tetti verdi, orti urbani, parchi e specchi d’acqua per contrastare siccità e alluvioni
Elroy Mcdaniel/Unsplash
Elroy Mcdaniel/Unsplash
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
25 agosto 2022 Aggiornato alle 13:00

La sfida per gli urbanisti del domani sarà rendere le città meno impermeabili e più porose, proprio come delle spugne, grazie a scelte nature based.

Addio ad asfalto e colate di cemento: in futuro converrà optare per alberi, aiuole, zone verdi, stagni e in generale superfici permeabili che possano assorbire l’acqua.

Il posizionamento di questi elementi non può essere casuale, ma deve seguire i cosiddetti flooding hotspots, punti in cui è probabile che si accumuli grandi quantità d’acqua in caso di piogge intense.

Tra i Paesi pionieri sicuramente la Cina, particolarmente soggetta ad alluvioni e in determinate aree, al contrario, alla siccità. Yu Kongjian, professore di architettura del paesaggio alla Pecking University ha ideato il concetto di città-spugna.

L’idea è frutto di un evento traumatico della propria infanzia: all’età di 10 anni, durante un’alluvione venne trascinato dalla forza dell’acqua, finché, in un punto dove si addensavano salici e canneti, l’impeto del fiume si era placato permettendo al piccolo Yu di salvarsi.

«Sono sicuro che se il fiume fosse stato come quelli di oggi, levigati con strati di cemento, sarei annegato. Perché non puoi vincere contro l’acqua: devi lasciarla proseguire», ha raccontato l’esperto di design urbano alla Bbc.

Arup, multinazionale che si occupa di design, architettura e ingegneria ha condotto uno studio interessante sul tema. Nel rapporto dal titolo Global Sponge Cities Snapshot, la compagnia ha assegnato una percentuale di “spugnosità” a sette metropoli: Auckland (35%), Nairobi (34%), Singapore (30%), New York (30%), Mumbai (30%), Shanghai (28%) e Londra (22%).

Il punteggio veniva stabilito in base alla quantità di spazi verdi e blu, alla tipologia di suolo e di vegetazione e ai sistemi urbani per il deflusso dell’acqua.

Auckland, in Nuova Zelanda, ha ottenuto un punteggio elevato grazie alla presenza di enormi parchi e a un moderno sistema di gestione dell’acqua piovana. Nairobi, in Kenya, si è aggiudicata il secondo posto grazie alle ampie porzioni di terra permeabile (terriccio, sabbia) ai margini dell’area urbana.

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