Diritti

Violenza di genere: scopri il questionario ISA per capire se sei a rischio

Prendere coscienza degli abusi subiti o in arrivo, attraverso un percorso di consapevolezza, è il primo passo per dare un nome a quello che sta accadendo o che potrebbe accadere
Credit: Simeon Asenov  

Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
8 maggio 2024 Aggiornato alle 06:30

Di fronte alle vittime di violenza di genere, spesso la prima reazione di chi guarda dall’esterno è “ma come ha potuto non vedere cosa stava succedendo?”. Questo atteggiamento, che sposta parte della responsabilità da chi la violenza l’ha commessa a chi l’ha subita, ignora un fatto che non dovremmo invece dimenticare mai: riconoscere la violenza, soprattutto nelle sue forme più subdole e nascoste, è estremamente difficile. Per chi la vive, ma anche per chi vi assiste: molti comportamenti violenti, infatti, nella nostra società vengono minimizzati, normalizzati e giustificati.

Non solo: come spiega l’Associazione Differenza Donna, “quando […] è mascherata dal benessere del presunto innamoramento, dalla sicurezza che dà una relazione o quando sono presenti pressioni sociali, culturali, religiose o familiari può essere ancora più difficile riconoscere la violenza come tale”.

Prendere coscienza della violenza subita, attraverso un percorso di consapevolezza, è però il primo passo per dare un nome a quello che sta accadendo e iniziare a immaginare una uscita dalla violenza, che avverrà secondo tempi, desideri e strumenti individuali.

Come capire, quindi, se quella che si sta vivendo è una condizione di violenza? Come misurare il livello di rischio e di recidiva, ovvero la possibilità che la violenza si ripresenti, generalmente in forme sempre più gravi?

Un primo passo, se non ci si sente ancora pronte per parlarne con qualcuno (persone vicine, i Cav, il numero nazionale antiviolenza 1522) è il questionario per l’autovalutazione del rischio di recidiva chiamato ISA. L’acronimo significa Increasing Self Awareness, cioè aumentare la consapevolezza di quello che accade. Questo strumento, si legge sul sito di Differenza Donna, è utile per capire:

- cosa sta accadendo nella tua relazione attuale (con il partner) o in quella passata (con l’ex partner) e rispetto alla quale non ti senti libera di scegliere;

- che livello di rischio hai che il tuo partner o ex partner commetta ancora violenza nei tuoi confronti e se è opportuno chiedere aiuto o continuare il percorso di supporto che hai attivato.

L’ISA è stato creato grazie a un progetto europeo che l’Associazione ha realizzato attraverso il Progetto Daphne del 2008, tra il 2008 e il 2010, come capofila con altri tre partner: Scozia, Portogallo, Paesi Bassi.

Nel 2023, grazie a un altro progetto europeo, il progetto FuTuRE (Fostering Tools of Resilience and Emersion of GBV with intersectional perspective) il Manuale e il questionario ISA sono stati aggiornati per tenere conto delle più recenti evoluzioni della violenza maschile nei confronti delle donne nelle relazioni intime, così come delle molteplici forme di violenza e discriminazioni cui le donne possono essere esposte. Non solo: ora sia il questionario ISA che il manuale che lo accompagna sono disponibili (in formato digitale e cartaceo) in 15 lingue, in Comunicazione Semplificata e in Comunicazione Aumentativa Alternativa e Facilitata.

“L’obiettivo dell’ISA è quello di aiutare tutte quelle donne che non hanno raggiunto un sufficiente livello di consapevolezza della loro situazione. Sono animate dalla speranza che la loro condizione migliorerà, si autocolpevolizzano, ritengono che la pazienza e il silenzio siano un buon metodo, minimizzano”, si legge sul sito dell’Associazione. Quelle donne “che ancora non hanno chiamato un Centro Antiviolenza, non hanno denunciato, forse non ne hanno mai parlato con alcuno”.

Il questionario consiste in un modul da compilare online rispondendo sulla base della propria esperienza. Il risultato, attraverso un punteggio, indica qual è il livello di pericolo che si sta correndo e di conseguenza è indicato cosa è possibile fare.

Il questionario è articolato in 4 sezioni, la prima delle quali consiste in un’unica domanda: temi di subire ancora violenze da parte del tuo partner (o ex partner)?

Le altre sezioni sono dedicate alle manifestazioni della violenza (svalutazione, isolamento, forme specifiche di violenza come quella sessuale o economica), alla pericolosità del partner o dell’ex partner (ad esempio la presenza di precedenti penali, il possesso di armi o l’utilizzo di alcolici e sostanze) e infine alla raccolta di dati (anonimi) a livello anagrafico, oltre a informazioni relative a particolari vulnerabilità (come la disabilità), l’aver sporto denuncia o aver contattato un centro antiviolenza in precedenza. I risultati sono presentati in una scala da verde a rosso, con un indicatore che indica il livello di violenza (e conseguentemente di pericolo) del caso specifico.

Prima di compilare il questionario, è importante leggere il manuale che lo accompagna. Nel documento, infatti, trova spazio la descrizione delle diverse forme di violenza (psicologica, fisica, sessuale, economica, stalking e atti persecutori, facilitata dall’utilizzo di strumenti digitali), oltre a tutte le altre manifestazioni di violenza e discriminazioni che le donne possono aver subito prima, durante e dopo la loro relazione, da parte del maltrattante o di altre persone: molestie e violenze sessuali, matrimoni forzati, persecuzioni o discriminazioni per motivi culturali, religiosi, per la propria nazionalità, colore della pelle, identità e orientamento di genere o per il proprio aspetto fisico o la presenza di disabilità.

Non solo: viene illustrata quella che è comunemente conosciuta come “la spirale della violenza”, che illustra le dinamiche della violenza di genere nei confronti delle donne nelle relazioni intime.

Generalmente, infatti, il susseguirsi di diverse forme di violenza (psicologica, economica, fisica e sessuale) ha un andamento ciclico, in un crescendo di intensità, frequenza e gravità”. Intimidazione, isolamento, svalorizzazione, segregazione, false riappacificazioni e ricatto dei figli costituiscono le fasi di una spirale che porta a un’escalation della violenza.

Non tutte devono essere necessariamente attraversate: “qualunque sia la forma che la violenza assume, l’obiettivo resta sempre lo stesso: il dominio e il controllo sulla donna, concepita come una proprietà, un mero oggetto privo di qualunque possibilità di scegliere”.

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