Culture

La Milano Design Week 2024 è all’insegna della sostenibilità

Nel capoluogo lombardo tornano il Salone internazionale del Mobile.Milano e Fuorisalone: anche quest’anno, responsabilità ambientale, economica e sociale sono elementi centrali
Credit: fuorisalone
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15 aprile 2024 Aggiornato alle 12:00

Torna il Salone internazionale del Mobile.Milano, il più importante appuntamento internazionale per la design industry: nato nel 1961 a Milano, per promuovere le esportazioni dell’industria dell’arredo, oggi richiama oltre 300.000 visitatori, di cui il 65% provenienti da più di 181 Paesi. Stando sempre al passo con i tempi, l’obiettivo del Salone è ispirare alla sostenibilità “nella ricerca dell’equilibrio tra rispetto dell’ambiente, etica e trasparenza delle relazioni e benessere degli individui”.

Per questo motivo, responsabilità ambientale, economica e sociale saranno centrali anche nell’edizione del 2024, anche grazie all’adesione (ormai da alcuni anni) al Global Compact delle Nazioni Unite e alla condivisione delle Linee Guida Green per la progettazione e realizzazione degli allestimenti in fiera. Da novembre 2023 anche la certificazione ISO 20121 per il sistema di gestione della sostenibilità degli eventi, rilasciata da Rina, multinazionale di certificazione internazionale, ha riconosciuto “il percorso etico e sostenibile del Salone, garantendo che non si tratti di semplici pratiche di greenwashing”.

«Considero questa certificazione come un nuovo punto di partenza: continuando a interrogarsi sul proprio impatto ambientale e coltivando comportamenti sostenibili (…) vogliamo diventare punto di riferimento e fonte d’ispirazione per tutto il settore e perseguire un modello di business il più etico possibile» afferma Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile.Milano. Per esempio, da quest’anno non sarà più autorizzato l’impiego di materiali non riutilizzabili, come il cartongesso, mentre la plastica dovrà essere riciclata e il legno e cartone dovranno provenire da modelli di Schemi di Catena di Custodia (Fcs o Pefc).

Particolare attenzione, quindi, all’ambiente, caratteristica che si riflette anche nel Fuorisalone, il cui tema, per l’edizione 2024, è “Materia Natura”: sproprio con queste due parole si punta a indagare la cultura del progetto consapevole mettendo in risalto la sostenibilità come valore fondante del processo creativo.

Le riflessioni sulla natura sono da sempre al centro dell’agire umano che però nel tempo, si legge sul comunicato stampa del Fuorisalone, ha trasformato “la natura in un’entità ‘altra’, come da sempre succede con la materia, che viene studiata e sperimentata”.

Nella ricca agenda del Salone e del Fuorisalone c’è spazio anche per il Circuito Lombardo Musei Design, che colgono questa occasione per farsi (ri)scoprire. La Svolta ha partecipato all’opening delle mostre Il Magistretti Inglese presso Fondazione Vico Magistretti e Progetti per servire, i Castiglioni e la ristorazione presso Fondazione Achille Castiglioni.

Entrambe le Fondazioni hanno il loro punto di forza negli archivi che, se preservati, custoditi, studiati e conservati, possono regalare meraviglie come queste due mostre oggi aperte a tutti e tutte.

La mostra su Magistretti è pensata, curata e allestita da Viola Pelù e Louis Mayes, giovani architetti londinesi, vincitori della Call for Curators; è stata lanciata dalla Fondazione in occasione del Convegno Internazionale Vico Magistretti. Tra Milano e il Mondo. Il legame tra Magistretti e Regno Unito va oltre l’insegnamento del Royal College of Art a Londra, e si esplicita in molti progetti ispirati a forme e materiali inglesi: dal tavolino Caori del 1962 fino alla poltrona Raffles del 1988; questo “amore” si rilegge nell’esposizione della Fondazione, grazie a un immaginario dialogo tra la foto della Regina Elisabetta e la seduta Regina D’Africa di Magistretti.

«Come ha scritto Marco Romanelli - dichiara Margherita Pellino, responsabile dell’archivio storico - Vico a Londra parla di dignità, ma negli anni ’80 eravamo troppo affascinati dai “maestri” d’oltremanica per comprendere davvero che dietro al minimalismo d’Oltremanica si nascondeva Vico»

In una Milano frizzante per la Design Week ci spostiamo da Via Bellini 1 a Piazza Castello 27, dove è allestita la mostra su Castiglioni, presso l’omonima Fondazione, curata da Chiara Alessi e Marco Marzini, che mette in scena, per la prima volta, ambienti oggi inesistenti, dando la possibilità al pubblico di sperimentare la spazialità per alcuni progetti nel campo della ristorazione.

Tra i progetti presentati c’è la Birreria Splügen Bräu del 1960, in Corso Europa a Milano, che viene “ricostruita”, sezionata ma in scala 1:1, all’interno della Fondazione, e interamente visibile in un virtual tour realizzato da èvoque lab. Progetti «per servire», come dice Chiara Alessi, «e quindi per assecondare le esigenze e i bisogni, al plurale, per funzionare».

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