Culture

“La neve coprirà tutte le cose” e, forse, arriverà la vita

Il cortometraggio di Daniele Babbo con Barbara Ronchi e Davide Iacopini affronta con sensibilità e realismo il tema dell’inseminazione artificiale
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14 aprile 2024 Aggiornato alle 20:00

L’inquadratura su Chiara (Barbara Ronchi) seduta sul lettino di un ospedale, con lo sguardo basso, a tratti assente perché immerso nei pensieri e nelle preoccupazioni. Un volto che comunica la stanchezza di essere nuovamente lì e che porta i segni di chi sta passando notti insonni.

Il primo fotogramma de La neve coprirà tutte le cose, diretto da Daniele Babbo, riesce a trasmettere allo spettatore tutto il mondo interiore della protagonista. Sì perché per quanto la scelta di cercare di avere un figlio ricorrendo all’inseminazione artificiale sia fatta da entrambi i componenti della coppia, questa storia (anche con battute ironiche) pone l’accento su come chi subisca l’impatto maggiore sia la donna, il suo corpo e l’altalena di emozioni che deve saper gestire.

Lui (Davide Iacopini) ha un volto teso, prova a starle accanto con gli strumenti che ha, arrivando a dire: «se potessi mi farei fare tutto io». Ma non può.

In attesa della chiamata, lei cerca di non pensare a quel tentativo, distraendosi e proponendo di vedere insieme delle serie tv quando sarà il momento di stare a riposo - e arriva così un’altra attesa fino al prelievo per scoprire se l’inseminazione sia andata a buon fine o meno.

La sceneggiatura scritta da Annachiara Pipino torna in più occasioni, ma con naturalezza, sulla questione del corpo. Nel corso di un dialogo tra i due protagonisti emerge come spesso non si abbia consapevolezza di come sia fatto e dove si trovino le sue componenti (come la prostata nel caso dell’uomo).

Si ferma tutto all’atto dell’inseminazione? No. L’infermiera ricorda che sia necessario il riposo assoluto per i primi due giorni, poi «vita normale» che consiste però, nel non poter andare in bici né in motorino, poter bere vino ma con moderazione e continuare a prendere progesterone, cortisone, progynova, cardio e acido folico. Un iter «tutto uguale» fino al giorno in cui si vanno a effettuare le analisi del sangue.

Questo lavoro ha il merito, in circa quindici minuti, di restituire uno spaccato realistico di cosa significhi stare in equilibrio su quel filo immaginario che si crea in una situazione del genere, dove i desideri messi in campo sono tanti così come le paure e le aspettative. A volte si preferisce il silenzio per non scoppiare e altre sdrammatizzare.

È come se soprattutto lei vivesse in un tempo dilatato, cristallizzato, in cui deve aver cura del suo corpo e, allo stesso tempo, non può fare più di ciò che ha compiuto. Non è casuale che ne consociamo il nome sin da subito e per intero: Chiara Battini, comprensivo della data di nascita (23 agosto 1980).

Anche se la dottoressa l’ha appena chiamata, poco dopo la procedura vuole che le si domandi come si chiami, quasi a voler accertarsi che la donna sia sempre lucida. Barbara Ronchi (a proposito di occhi e sguardo indimenticabile la sua interpretazione della madre di Edgardo Mortara in Rapito di Marco Bellocchio, che le è valso nel 2023, tra i vari premi, il Nastro d’Argento come Migliore Attrice Protagonista) dimostra - semmai ci fosse ancora bisogno - la sua capacità espressiva, i colori del tono di voce grazie ai quali riesce a coinvolgere con questo ruolo il pubblico femminile, ma, siamo sicuri, anche quello maschile, portando a interrogarsi su tante dinamiche individuali e relazionali e a emozionarsi.

Non vogliamo rivelare come mai si parli di neve nel suggestivo titolo del cortometraggio perché va visto per ‘mettersi nei panni’.

La neve coprirà tutte le cose è stato presentato in anteprima assoluta a Alice nella città (sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma) nel 2022. Dopo numerosi festival e riconoscimenti è tra i lavori in concorso alla 14esima edizione de Lo Spiraglio Filmfestival della salute mentale (a Roma dall’11 al 14 aprile 2024 a ingresso gratuito fino a esaurimento posti, presso il MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo).

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