Diritti

Intersessualità: approvata la prima risoluzione Onu

Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha invitato gli Stati membri a “intensificare gli sforzi volti a combattere la discriminazione, la violenza e le pratiche dannose contro le persone con variazioni innate nelle caratteristiche sessuali”
Credit: Darya Sannikova 
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
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9 aprile 2024 Aggiornato alle 13:00

Con 24 voti a favore, 23 astenuti e nessun contrario, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione storica, la prima in assoluto per combattere specificamente la discriminazione, la violenza e le pratiche dannose contro le persone intersessuali.

Intersessuale” o intersexual è un aggettivo utilizzato per descrivere una persona con una o più caratteristiche sessuali innate, inclusi i genitali, gli organi riproduttivi interni e i cromosomi, che esulano dalle concezioni tradizionali dei corpi maschili o femminili. Si stima che le persone intersessuali siano tra lo 0,5% e l’1,7 % della popolazione, ma il numero potrebbe essere sottostimato e, secondo la biologa Anne Fausto-Sterling, la percentuale reale dovrebbe aggirarsi attorno al 4%. Parliamo di oltre 300 milioni di persone.

Alle persone intersessuali viene assegnato un sesso alla nascita, maschio o femmina. Una decisione effettuata da operatori sanitari e genitori che potrebbe però non corrispondere all’identità di genere del bambino o della bambina. Non solo: se il sesso del neonato è difficile da assegnare, talvolta i genitali vengono resi “conformi” o “normalizzati” attraverso operazioni chirurgiche e trattamenti ormonali. Si tratta di azioni irreversibili che possono avere ripercussioni fisiche (genitali sfregiati e non funzionali, sterilità, dolore cronico, perdita importante o totale di sensibilità genitale, incontinenza urinaria e/o fecale e scompensi ormonali) e psicologiche profonde.

Il Consiglio ha espresso “grave preoccupazione per la violenza e le pratiche dannose di cui soffrono le persone con variazioni innate nelle caratteristiche sessuali, compresi i bambini, riscontrate in tutte le regioni del mondo, compresi interventi non necessari dal punto di vista medico o rinviabili, che possono essere irreversibili, con rispetto alle caratteristiche sessuali, eseguite senza il pieno, libero e informato consenso della persona interessate e, nel caso di bambini, senza rispettare le disposizioni della Convenzione sui diritti del bambino”.

Per questo, ha richiesto all’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani di preparare un rapporto (che sarà discusso al Consiglio per i diritti umani a settembre 2025) su leggi e politiche discriminatorie, atti di violenza e pratiche dannose che colpiscono le persone intersessuali in tutto il mondo, le loro cause e, al contrario, le best practices. In occasione del della sua 60° edizione, il Consiglio convocherà anche una tavola rotonda aperta aperta a organismi statali, istituzioni, professionisti e società civile.

Soprattutto, però, ha incoraggiato Stati, autorità e organizzazioni sia a livello nazionale che internazionale a “intensificare gli sforzi volti a combattere la discriminazione, la violenza e le pratiche dannose contro le persone con variazioni innate nelle caratteristiche sessuali e affrontarne le cause profonde, quali stereotipi, diffusione di idee sbagliate e informazioni inesatte, stigma e tabù e lavorare per realizzare il godimento del più alto livello raggiungibile di salute mentale e fisica per le persone con variazioni innate nelle caratteristiche sessuali”.

L’integrità corporea delle persone intersesessuali, spiegava a maggio rapporto Rainbow Map 2023 di Ilga Europe, è una tendenza in aumento in Europa. La Grecia ha adottato il divieto di interventi medici non vitali sui bambini, compreso il divieto di mutilazione genitale intersessuale, e più in generale c’è stato un movimento positivo verso il riconoscimento della questione a livello istituzionale in Europa.

Non nel nostro Paese, però: per questo l’Ilga aveva indicato tra le strategie per migliorare la situazione giuridica e politica delle persone Lgbtq+ proibire gli interventi medici sui minori intersessuali quando l’intervento non ha necessità mediche e può essere evitato o rinviato fino a quando la persona non può fornire il consenso informato.

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