Diritti

Sindrome di Down, “Assume that I can”: il video che supera gli stereotipi

Realizzato dall’organizzazione CoorDown in occasione del World Down Syndrome Day, il breve filmato vuole abbattere i pregiudizi ribaltando la prospettiva. E mostrando che la sindrome non è un ostacolo all’educazione, alle relazioni, alla carriera
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21 marzo 2024 Aggiornato alle 07:00

In occasione della Giornata mondiale sulla sindrome di Down, oggi 21 marzo, CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down) lancia il video Assume that I can - “Supponiamo che io possa” con l’obiettivo di stimolare una riflessione collettiva sull’importanza di superare gli stereotipi e i pregiudizi che limitano le potenzialità delle persone con sindrome di Down e che influenzano negativamente ogni aspetto della loro vita: educazione, lavoro, sport, relazioni sociali e affettive.

Questa giornata è nata nel 2006, quando le Nazioni Unite hanno ufficialmente designato il 21 marzo come giorno di celebrazione e sensibilizzazione. La scelta non è stata casuale: 21-03 rappresenta la trisomia del cromosoma 21 che è la principale causa della sindrome di Down (le persone affette hanno 3 copie del cromosoma 21 invece di 2).

«Ho scoperto che in psicologia esiste un concetto, che in inglese si dice self-fulfilling prophecy, cioè una profezia che si auto-avvera, perciò l’insegnante che pensa che lo studente non possa capire, si comporta di conseguenza, non spiega e fa avverare la profezia. Ma per me non esistono concetti facili e difficili. C’è sempre il modo semplice per spiegare le cose. Se penso alle cose che non mi sono state spiegate e insegnate, questo mi fa arrabbiare», ha dichiarato Marta Sodano, giovane donna con sindrome di Down alle Nazioni Unite, quando ha raccontato gli ostacoli incontrati nella sua esperienza scolastica.

È proprio dal racconto di Marta Sodano che nasce il video. La protagonista, una ragazza con sindrome di Down, sfida le basse aspettative che gli altri hanno su di lei e propone un ribaltamento di prospettiva: all’inizio chi ha intorno crede che non possa bere un cocktail, praticare boxe, studiare Shakespeare, andare a vivere da sola, raggiungere obiettivi importanti. Poi a metà video, la svolta: la protagonista invita con determinazione a pensare in modo nuovo. Se credi in me, se mi dai fiducia, potrai avere un impatto positivo e allora, forse, potrò raggiungere obiettivi anche inaspettati.

Se un insegnante crederà che il proprio studente possa imparare, lo metterà alla prova e troverà le strategie giuste per istruirlo, come farebbe con qualsiasi altro ragazzo o ragazza, probabilmente avrà successo. Se un genitore darà fiducia al figlio e lo sosterrà nelle sue autonomie e conquiste, creando le condizioni perché possa sperimentarsi e mettersi in gioco, allora forse il figlio riuscirà. Se un datore di lavoro o un collega crederà che un lavoratore con sindrome di Down possa svolgere una mansione anche complessa, creerà il contesto giusto affinché impari l’attività, allora probabilmente quella persona ci riuscirà.

Un cambiamento profondo di visione che va oltre la denuncia dei diritti negati e che chiama all’azione ogni persona che voglia combattere attivamente per realizzare una vera inclusione per tutti.

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