Diritti

In Nigeria la boxe riscatta le donne

Un progetto della fotografa Taiwo Aina racconta le storie di sei ragazze pugili nigeriane. Di come si sono approcciate per la prima volta alla disciplina. E dell’emozione di aver trovato una forma di rivalsa e di forza
Esther Oni ha iniziato a fare boxe un anno fa ed ora si allena quattro volte a settimana. (TAIWO AINA)
Esther Oni ha iniziato a fare boxe un anno fa ed ora si allena quattro volte a settimana. (TAIWO AINA)
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
24 aprile 2022 Aggiornato alle 17:00

Tomiwa Sodiq è una ragazza nigeriana di 21 anni, amante dello sport e della boxe fin da quando accompagnò per la prima volta suo fratello in una palestra. Eniola Taiwo, invece, scoprì prima la kickboxing, grazie a sua madre, e successivamente il pugilato.

Per lei la boxe è uno stimolo per la mente, un modo per concentrarsi e terminare gli studi. Abosede Olamide, 18 anni, se ne innamorò da bambina: ora è una pugile professionista. Sono tre delle sei ragazze nigeriane che la fotografa Taiwo Aina ha immortalato con i suoi scatti, per raccontare le loro storie e le loro battaglie.

Il pugilato è da sempre considerato uno sport prettamente maschile: pugni, calci e nasi rotti non si addicono a una ragazza. Per molto tempo, le giovani nigeriane non hanno avuto accesso ai ring perché si credeva che le donne pugili non sarebbero state delle brave madri, delle brave mogli e che avrebbero picchiato i propri mariti.

Queste sei ragazze sono riuscite a dimostrare il contrario e a rompere gli schemi, per raccontare come la boxe può rappresentare una via di liberazione e di riscatto. Tra loro c’è chi la pratica per autodifesa, chi per professione, ma tutte vi hanno trovato una forma di conforto per la propria salute mentale e forza fisica.

«Anche se non sono una pugile capisco come si sentono - ha spiegato al Guardian Aina, fotografa curatrice del progetto - Ogni volta che ho con me la mia fotocamera, ho maggiore confidenza». Il suo obiettivo è raccontare la vita quotidiana attorno a lei.

Le foto sono state esposte all’Alliance Française, organizzazione non governativa di Lagos: «Quando i pugili entrano in palestra, raggiungono un santuario. Lì, le pugili incontrano un luogo per l’empowerment, dove possono rafforzare mente, corpo e anima. Testimoniare la forza delle pugili di Lagos permette di intravedere le innumerevoli possibilità aperte dalle donne», ha scritto l’organizzazione nel presentare la mostra.

Damilola Adigun, studentessa e makeup artist, ha iniziato la boxe per perdere peso ma ora è diventata una passione. C’è poi la diciannovenne Abosede Obisanya, pugile professionista e campionessa nazionale nella divisione femminile dei pesi gallo: «La boxe è un gioco di disciplina. Prima di iniziare, mi infuriavo e mi comportavo male. Mi ha aiutato a controllare la mia rabbia», ha spiegato.

Esther Oni, 25 anni, ha iniziato ad allenarsi nel 2021, per imparare le tecniche di autodifesa e riprendere in mano la sua vita, dopo che gli abusi subiti da bambina avevano distrutto la sua autostima e il suo spirito.

Un giorno, mentre assisteva a un incontro femminile di boxe, ha visto la sicurezza delle ragazze sul ring e ha deciso quindi di iniziare anche lei, contro il volere della madre: «Ha detto che mi sarei trasformata in un uomo e che nessuno vuole sposare una donna così. Ma le sue parole mi hanno fatto venire ancora più voglia di boxare», ha spiegato. Ora sua madre è orgogliosa di lei.

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