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Lgbtqai+: cosa significa?

Il 1° giugno si apre il Mese del Pride. 30 giorni per imparare e condividere storia, cultura, lessico e personaggi Lgbtqai+ e formare “Le parole dell’orgoglio”, un vero e proprio vocabolario, dalla A di Arcigay alla Z di Zedsexual
Credit: Maksim Goncharenok
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
1 gennaio 2023 Aggiornato alle 09:00

Se ti chiedessimo di dare la definizione dei termini che compongono la sigla Lgbtqai+, acronimo-ombrello che include chiunque sia non eterosessuale o non cisgender, riusciresti a spiegarli tutti? Oggi ripassiamo le 8 lettere e andiamo alla scoperta delle bandiere che le rappresentano.

L come lesbian. L’aggettivo “lesbica” indica una donna la cui attrazione fisica, romantica e/o emotiva è verso altre donne. Alcune lesbiche potrebbero preferire identificarsi come gay o come donne gay.

Il termine, nato come dispregiativo, deriva dall’isola di Lesbo, dove nel VII secolo a.C visse la poetessa Saffo che nei suoi versi esaltò la bellezza della femminilità e dell’eros tra donne.

G come gay. L’aggettivo “gay” descrive le persone le cui attrazioni fisiche, romantiche e/o emotive sono per le persone dello stesso genere.

Nato come termine dispregiativo prima per indicare tutte le persone “lussuriose” e “depravate” – “gay woman” era utilizzato per indicare le prostitute, mentre una gay house era un bordello – a partire dagli anni ‘30 ha assunto la connotazione di “omosessuale” utilizzata in modo offensivo.

Nel 1969 i militanti omosessuali scelsero di appropriarsi del termine e auto-definirsi utilizzando quello che per anni era stato uno slur. Per anni, quindi, “gay” ha quindi assunto la connotazione di “omosessuale orgoglioso e militante”. Oggi, però, ha perso questa carica politica e viene utilizzato per indicare chi ha un’attrazione fisica, romantica o emotiva per persone del suo stesso sesso, in particolare gli uomini.

B come bisexual. Una persona bisessuale può avere attrazione fisica, romantica e/o emotiva per persone dello genere o per più di un genere. Le persone possono sperimentare questa attrazione in modi e gradi diversi nel corso della loro vita. Le persone bisessuali non devono aver avuto esperienze sessuali specifiche o relazioni per essere bisessuali, né è necessario che abbiano avuto alcuna esperienza sessuale per identificarsi come bisessuali.

Spesso si utilizza il termine “bisex” come sinonimo di “bisexual” o come abbreviativo di bisessuale, ma questo è un errore. Si tratta di una parola offensiva e invalidante, perché nata per indicare la categoria porno dei threesome e non un orientamento sessuale. L’abbreviativo corretto è “bi”.

T come transgender. Transgender è un termine ombrello per definire le persone la cui identità di genere e/o espressione di genere differisce da ciò che è tipicamente associato al sesso loro assegnato alla nascita. Le persone sotto l’ombrello transgender possono descrivere se stesse usando uno o più di un’ampia varietà di termini, inclusi transgender, transessuale, trans o non binarie.

Ad alcune persone transgender vengono prescritti ormoni dai loro medici per allineare i loro corpi con la loro identità di genere e alcune persone si sottopongono anche un intervento chirurgico di riassegnazione di genere. Non tutte le persone transgender possono o vogliono fare questi passi, e un’identità transgender non dipende dall’aspetto fisico o dalle procedure mediche.

Le persone transgender possono essere eterosessuali, bisessuali, omosessuali, pansessuali o asessuali: l’identità di genere, infatti, è slegata dall’orientamento sessuale.

Q come queer. Queer è un aggettivo usato da alcune persone il cui orientamento sessuale non è esclusivamente eterosessuale o etero. Questo termine generico include persone che hanno identità non binarie, fluide di genere o di genere non conformi. Nato come termine dispregiativo, queer è stato ripreso da alcune persone Lgbtqai+ per descrivere se stesse; tuttavia, non è un termine universalmente accettato nemmeno all’interno della comunità.

A volte, la Q può anche significare questioning, un termine che descrive qualcuno che sta mettendo in discussione il proprio orientamento sessuale o identità di genere.

A come asexual. L’aggettivo “asessuale” descrive una persona che non prova attrazione sessuale verso alcun genere. A volte abbreviato in “ace” (dall’abbreviazione fonetica di asexual), è un termine generico che può includere anche le persone demisessuali – che provano attrazione sessuale solo verso persone con cui hanno stretto un forte legame e un coinvolgimento emotivo – e greysessuali, che sperimentano attrazione sessuale in misura minore rispetto alle persone allosessuali o solo in alcune situazioni o periodi particolari. L’asessualità è quindi uno spettro e sono diverse le sfumature in cui può manifestarsi.

Le persone asessuali possono essere o meno aromantiche: in questo caso, provano poca o nessuna attrazione romantica e/o hanno poco o nessun desiderio di formare relazioni romantiche.

I come Intersexual. “Intersessuale” o intersexual è un aggettivo utilizzato per descrivere una persona con una o più caratteristiche sessuali innate, inclusi i genitali, gli organi riproduttivi interni e i cromosomi, che esulano dalle concezioni tradizionali dei corpi maschili o femminili.

Alle persone intersessuali viene assegnato un sesso alla nascita - maschio o femmina - e tale decisione da parte di operatori sanitari e genitori potrebbe non corrispondere all’identità di genere del bambino o della bambina. In alcuni casi, se il sesso del neonato è difficile da assegnare, i genitali vengono resi “conformi” o “normalizzati” attraverso operazioni chirurgiche e trattamenti ormonali. Trattamenti irreversibili, vere e proprie mutilazioni genitali che possono avere ripercussioni fisiche – genitali sfregiati e non funzionali, sterilità, dolore cronico, perdita importante o totale di sensibilità genitale, incontinenza urinaria e/o fecale e scompensi ormonali – e psicologiche profonde.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Ilga, l’integrità corporea delle persone intersesessuali è una tendenza in aumento in Europa. La Grecia ha adottato il divieto di interventi medici non vitali sui bambini, compreso il divieto di mutilazione genitale intersessuale, e più in generale c’è stato un movimento positivo verso il riconoscimento della questione a livello istituzionale in Europa. L’Italia, invece, è rimasta ferma. Secondo le stime le persone che presentano dei tratti intersessuali sono tra lo 0,5% e l’1,7 % della popolazione, ma secondo la biologa Anne Fausto-Sterling il numero reale è sottostimato e la percentuale dovrebbe aggirarsi attorno al 4%. Solo per avere un’idea di che numeri stiamo parlando, le persone con i capelli rossi sono tra l’1 e il 2% della popolazione.

Non tutte le persone intersessuali si identificano come parte della comunità Lgbtqai+.

PS: + è un simbolo inclusivo che indica tutti gli orientamenti sessuali e identità di genere non etero-conformi

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