Culture

Orlando: la mia biografia politica

Nel suo esordio alla regia, Paul B. Preciado recupera la storia raccontata da Virginia Woolf nel suo omonimo romanzo, immaginando che Orlando prenda la forma di persone transgender e non binary di oggi
Credit: Sideshow and Janus Films 
Tempo di lettura 4 min lettura
21 aprile 2024 Aggiornato alle 18:00

Orlando: A Biography è uno dei più noti romanzi della scrittrice e poetessa britannica Virginia Woolf. Il libro, uscito nel 1928, è stato fin da subito oggetto di studio e ancora oggi viene considerato uno dei principali esempi di letteratura femminista, nonché importante testimonianza della storia di un personaggio transgender.

Paul B. Preciado, filosofo e attivista spagnolo, a quasi un secolo di distanza dalla pubblicazione dell’opera letteraria, ha deciso di reinterpretare la storia del giovane aristocratico britannico nel film documentario Orlando. My political biography.

Il regista si immagina che Orlando non sia semplicemente il protagonista del romanzo di Woolf ma che ognuno di noi condivida, almeno in parte, le sue caratteristiche. In un racconto che si pone a metà tra la finzione e il documentario, Preciado intervista una serie di persone transgender e non-binary per indagare, attraverso dialoghi frontali, il modo in cui hanno vissuto il percorso di autocoscienza che ha portato loro ad acquisire maggiore consapevolezza sulla propria persona.

Non si tratta di un documentario convenzionale: alle interviste si alternano intermezzi musicali, teatrali e letterari, dove stralci del romanzo di Woolf sono letti dai soggetti che hanno deciso di raccontare la propria vicenda davanti alla macchina da presa.

Il sottotesto, presente fin dal titolo (a sua volta reinterpretazione del titolo originale del romanzo, con l’aggiunta del termine “politica”) è chiaramente la rivendicazione politica e sociale che il regista ha intenzione di portare avanti in un mondo ancora fortemente concepito e strutturato secondo il binarismo di genere.

Anche l’oggettività - caratteristica portante delle opere documentarie - viene meno: Preciado con piglio ironico e scherzoso si rivolge in prima persona direttamente a Virginia Woolf, come a voler instaurare un dialogo attraverso i secoli. Quella che viene a crearsi nel corso del film è una sorta di corrispondenza tra il regista e la scrittrice: “Ho deciso di scrivere una lettera a te, che sicuramente avrai scritto e ricevuto migliaia di lettere. Ho pensato di poterti scrivere una lettera ora che sei, dal punto di vista organico, morta; ma se non consideriamo la componente biologica, non sei mai stata tanto viva quanto adesso”.

Nel corso della pellicola, Orlando abbandona progressivamente l’inchiostro e la carta, e quindi la sua natura letteraria e fittizia, per trasformarsi in un’entità, in uno spirito che abita le persone intervistate.

«In questo film interpreterò Orlando di Virginia Woolf»: è con questa frase che viene introdotta la maggior parte dei personaggi ripresi dal regista; ognuno dei quali declina in base alla propria esperienza e sensibilità ciò che sente vicino di Orlando, aggiungendo sempre dettagli di storia intima e personale.

Il percorso di transizione di genere, definito un “processo che favorisce un cambio di forma ma non di significato”, viene qui osservato con una lente intimista e personale, anche se non mancano riferimenti alla scienza e alla medicina.

È soprattutto l’intermezzo musicale intitolato Farmacoliberacion a sottolineare l’importanza del progresso della medicina in questo campo, che nel corso degli anni è riuscita a produrre farmaci in grado di liberare la persona “intrappolata” nel sesso che alla nascita le è stato assegnato.

Preciado, intrecciando il proprio vissuto personale alla storia di Woolf e alla vita delle persone coinvolte, dimostra come, a differenza di molte credenze e pensieri comuni che considerano un mondo binario come l’unico possibile, in realtà la questione dell’appartenenza al genere biologico va avanti da secoli ed è un percorso del tutto naturale nella storia dell’umanità.

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