Culture

La contemporaneità di Virginia Woolf

Il 25 gennaio del 1882 nasceva una delle scrittrici più celebri del XX secolo, che nel saggio del 1938 Le tre ghinee ha messo in luce dinamiche e disuguaglianze di genere che persistono ancora oggi
Tempo di lettura 5 min lettura
25 gennaio 2024 Aggiornato alle 07:00

Qualche anno prima della sua scomparsa Virginia Woolf, già affermata grazie alla pubblicazione di alcuni suoi romanzi più celebri come La signora Dalloway, Orlando e Gita al faro, pubblicò un’opera che metteva in luce realtà difficili, scomode ed eclissate dalla società di quell’epoca.

Il libro, di sole 253 pagine (considerando anche le note, i riferimenti bibliografici, i cenni biografici e la bibliografia essenziale), fu scritto tra la fine del 1936 e il 1938, proprio quando la seconda guerra mondiale stava per deflagrare. Un’epoca burrascosa e complessa, in cui le donne detenevano un ruolo nettamente secondario nella sfera socio-economica, che era un assoluto predominio degli uomini.

L’autrice iniziò la stesura del testo soprattutto perché sentì la necessità di smascherare e segnalare la forte discrepanza tra il genere maschile e femminile.

Woolf racchiude i suoi pensieri nei capitoli del libro sotto forma di lettere a cui cerca di rispondere dando delle motivazioni strettamente correlate tra loro. Nello specifico, ogni epistola include una richiesta di denaro (da qui “ghinee”, le monete d’oro inglesi) per la realizzazione di 3 progetti, alcuni dei quali sono rilevanti anche se li guardiamo con lo sguardo di oggi.

Il volume si apre con il tema della guerra, poiché un avvocato aveva chiesto espressamente alla scrittrice delle delucidazioni su come fare per evitare un conflitto. Attraverso una scrittura concisa e scorrevole, Woolf riflette su una serie di osservazioni (avvalorate da alcune dimostrazioni di storia vissuta) con cui spiega il ruolo fondamentale delle donne nella prevenzione della guerra.

Probabilmente influenzata anche dal suo passato, in cui il padre ricopriva un ruolo prioritario nelle scelte delle figlie (e non così tanto in quelle dei figli), la saggista approfondisce quindi l’importanza della formazione. Si può leggere, infatti, nel primo capitolo “l’avere o no ricevuto un’istruzione è decisivo”.

L’intenzione era quella di dimostrare che il sapere e la cultura occupavano un ruolo cruciale nella vita di tutti, donne e uomini. Le prime, però, non potevano avervi accesso al pari dei secondi che avevano invece la possibilità di frequentare i migliori istituti. La figura della donna era concepita solo in relazione al genere maschile (padre, fratello, marito) e come una persona dedita ai figli e alle faccende di casa.

Woolf propose quindi l’istituzione di un’università femminile, con lo scopo di integrare e non dividere. Un’istituzione che aveva l’obiettivo di insegnare, insieme alla medicina, matematica, musica, pittura e letteratura, “l’arte dei rapporti umani, di conversare, comprendere la vita e la mente degli altri”.

Il racconto prosegue poi con altri due tematiche centrali: l’accesso delle donne inglesi alle libere professioni e la concretizzazione di un’associazione femminile pacifista che l’autrice chiama “la società delle estranee”.

In particolare, riguardo al primo tema, Woolf scrive: “incoraggiamo le figlie a intraprendere le libere professioni senza porre alcuna condizione circa il modo in cui esse vanno esercitate”.

Questo diritto, concesso a partire dal 1919, doveva essere sinonimo di indipendenza e libertà di espressione, ma anche di pensiero. Eppure, l’autrice mostra come nel 1938 le funzionarie statali non riuscissero a ottenere gli stessi avanzamenti di carriera dei colleghi maschi i quali disponevano, inoltre, di uno stipendio maggiore. Un fenomeno che, purtroppo, è ancora familiare.

Secondo gli aggiornamenti pubblicati sul sito del Parlamento europeo, le lavoratrici nell’Ue guadagnavano all’incirca il 12,7% in meno all’ora rispetto agli uomini. I progressi verso un cambio di rotta sono rallentati, come ha annunciato anche il Global Gender Gap Report 2023 del World Economic Forum, secondo cui ci vorranno 131 anni per colmare il divario.

Il parallelismo tra il passato e il presente è possibile anche prendendo in considerazione altri temi affrontati dalla scrittrice (che parla, a esempio, di famiglia patriarcale). Ostacoli all’emancipazione femminile che persistono ancora anche se (forse) con sfumature diverse.

Le tre ghinee è un libro breve e al tempo stesso energico, intenso e profondo che mette in luce alcune disuguaglianze di genere non ancora estinte: disparità, esclusione, coercizione e impedimenti in ambito economico, politico e sociale. Il punto di partenza, come abbiamo visto, è la guerra, che apre la riflessione sul tema dell’inferiorità delle donne e dell’affermazione in positivo della loro diversità.

Woolf comprese e volle sottolineare più volte nella sua opera che l’inferiorità sociale può essere combattuta dalle donne tramutandola in elemento positivo, portando avanti la lotta per i propri diritti. Una donna può esistere anche senza essere associata per forza a una presenza maschile. E non è quello che rivendichiamo e ribadiamo anche noi oggi?

Terminato il saggio, Woolf ha annotato nel suo diario “il mio libro sarà forse come una farfalla sopra un falò consumato in meno di un secondo”. Leggendolo invece, a riaccendersi sono le fiamme di entusiasmo, forza e speranza per l’annullamento delle diversità verso un’integrazione concreta, costante e duratura.

Leggi anche
Recensione
di Elena Esposto 5 min lettura
Carla Lonzi dall'Archivio Carla Lonzi  
Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea
Femminismo
di Federica Pennelli 3 min lettura