Ambiente

Cos’è il last chance tourism?

Tra i turisti si assiste a una frenesia nel raggiungere e osservare gli ecosistemi in pericolo, per sentirsi testimoni di un mondo che cambia aspetto. Una tendenza che ha risvolti sia negativi che positivi
Credit: Thomas Serer  

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18 marzo 2024 Aggiornato alle 19:00

Osservare i ghiacciai dell’Antartide, immergersi nella Death Valley in California, ammirare la barriera corallina alle Maldive: sono tutte mete del last chance tourism, un fenomeno che si sta diffondendo sempre di più. Consiste nel visitare luoghi che a causa del cambiamento climatico non saranno più gli stessi e che potrebbero mutare per sempre nel giro di qualche decina di anni.

Tra i turisti si assiste così a una vera e propria frenesia nel raggiungere e osservare gli ecosistemi in pericolo, per sentirsi testimoni di un mondo che cambia aspetto.

Tra le conseguenze più dirette del last chance tourism si nota un rapporto controverso sia con il clima sia con l’economia. Occorre ricordare che in molti Paesi del mondo il turismo rappresenta la principale risorsa economica.

Secondo il report del World Travel and Tourism Council, durante la pandemia il settore del turismo ha registrato la perdita di 62 milioni di posti di lavoro. Le donne sono state maggiormente colpite: nel turismo le presenze femminili sono più del doppio rispetto ad altri settori.

Tuttavia, il rischio è che gli operatori turistici promuovano sempre più viaggi nei luoghi soggetti al cambiamento climatico, puntando sul fatto che un domani non sarà più possibile vederli come sono oggi e non curandosi delle conseguenze. Questa continua spinta al turismo di massa verso le zone del Pianeta a rischio incrementa ancora di più il processo di distruzione degli ecosistemi.

L’Unwto, l’Organizzazione mondiale del turismo, stima che le emissioni di anidride carbonica derivanti dal turismo internazionale aumenteranno del 45% tra il 2016 e il 2030.

In futuro, il nostro modo di viaggiare dovrà inevitabilmente adattarsi alle conseguenze del cambiamento climatico, così come il settore del turismo: alluvioni, ondate di calore, perdita della biodiversità ed erosione delle coste sono solo alcuni dei fenomeni più impattanti a cui stiamo assistendo oggi. Il last chance tourism è in grado di attirare turisti da tutte le parti del mondo, contribuendo ad accelerare questi cambiamenti.

Eppure, il turismo delle ultime possibilità potrebbe rappresentare una risorsa: visitare luoghi soggetti al cambiamento climatico potrebbe rendere le persone più coscienti della situazione e sensibilizzare verso stili di vita e comportamenti maggiormente sostenibili.

Uno dei primi casi di last chance tourism a essere analizzato è stato quello dei viaggi nell’Artico, alla scoperta degli orsi polari. Una specie a rischio di estinzione a causa dello scioglimento dei ghiacci, che costringe questi mammiferi a spostarsi sulla terraferma, dove non riescono a cacciare.

Lo scioglimento dei ghiacci è un fenomeno a cui è soggetto anche il Mer de Glace, il ghiacciaio situato sul lato francese del Monte Bianco.

A seguito del riscaldamento globale (secondo uno studio della rivista scientifica Science la metà dei ghiacciai sulla terra si scioglierà entro il 2100), il Mer de Glace sta lentamente scomparendo e di conseguenza sempre più turisti arrivano sul posto curiosi di vedere da vicino il fenomeno dello scioglimento del ghiacciaio.

Anche qui l’industria del turismo entra in gioco e cerca di trarne vantaggio: dal 24 febbraio è stata inaugurata una nuova cabinovia che permette di godere di una vista mozzafiato del fenomeno climatico.

È ancora presto per stabilire se il fenomeno del last chance tourism potrà davvero rappresentare una risorsa nella lotta al cambiamento climatico o se determinerà un acceleramento delle conseguenze. Tuttavia, la corsa verso i luoghi che un domani non ci saranno più si è ormai imposta sulla scena mondiale e cattura turisti da tutto il Pianeta.

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