Diritti

OnlyFans: pubblicati video di stupri e abusi online

Un’inchiesta di Reuters rivela che 128 persone, la maggior parte donne, hanno denunciato alla polizia statunitense di essere comparse sulla piattaforma in foto e video sessualmente espliciti senza il loro consenso
Credit: Диана Дунаева
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
15 marzo 2024 Aggiornato alle 11:00

OnlyFans, che si definisce “una piattaforma social in abbonamento che rivoluziona le connessioni tra creators e fan”, è al centro di un’inchiesta realizzata da Reuters: l’agenzia di stampa internazionale ha rivelato che più di 120 persone si sono rivolte alle agenzie di polizia statunitensi per denunciare di essere comparse in contenuti sessualmente espliciti senza il loro consenso. I quasi 240 milioni di utenti di OnlyFans possono pagare chi realizza contenuti sulla piattaforma per foto e video, e perlopiù si tratta di materiale pornografico. Chi guadagna di più ricava fino a milioni di dollari all’anno.

Le entrate sono generate dai suoi 3,2 milioni di creators che vendono contenuti ai loro abbonati per una tariffa mensile compresa tra $4,99 e $50, oppure attraverso vendite una tantum tramite la funzione di messaggistica diretta del sito. I creators trattengono l’80% dei pagamenti e OnlyFans guadagna il resto.

Alcuni dei video pubblicati e venduti sulla piattaforma senza consenso di chi vi compare riguardano presunte violenze sessuali: Sammy (nome di fantasia), una ragazza di 21 anni intervistata da Reuters, ha detto di aver visto comparire il suo stupro sulla piattaforma due mesi dopo l’aggressione, che sarebbe avvenuta a Miami nell’aprile del 2022.

Il video, modificato, mostrava due uomini che la violentavano mentre lei urlava e li pregava di fermarsi. La musica ad alto volume tentava invano di coprire le sue grida. Il video sarebbe stato commercializzato da uno dei suoi presunti aggressori.

Quello di Sammy è uno dei 128 casi identificati in cui donne e uomini hanno denunciato alle forze dell’ordine statunitensi che i contenuti sessuali che li raffiguravano erano finiti sulla piattaforma senza il loro permesso - e spesso venduti a scopo di lucro - tra gennaio 2019 e novembre 2023.

Reuters ha intervistato agenti di polizia, pubblici ministeri, esperti legali e 9 presunte vittime. Inoltre, ha cercato dei documenti su casi che coinvolgevano OnlyFans nei registri pubblici di più di 250 tra le più grandi forze dell’ordine degli Stati Uniti: 56 presentavano lamentele di post espliciti e non consensuali sulla piattaforma.

La maggior parte delle 128 denunce sono state presentate da donne contro i loro ex partner sessuali: spesso i contenuti erano stati realizzati consensualmente, ma pubblicati senza il loro permesso o senza che ne fossero a conoscenza.

Nel 40% dei casi i video sono apparsi anche su altri social media, solitamente per promuovere materiale più lungo ed esplicito in vendita su OnlyFans. «Un’intera azienda ha guadagnato denaro grazie al mio trauma più grande», ha spiegato Sammy a Reuters.

Una donna del Nebraska ha detto di aver faticato a uscire in pubblico dopo essere comparsa in un video venduto per 15 dollari dal suo ex fidanzato in cui avevano un rapporto sessuale. Una donna dell’Illinois ha saputo da sua figlia che circolavano immagini di sé nuda.

Un portavoce di OnlyFans ha spiegato a Reuters che “nei pochi esempi in cui i malintenzionati hanno utilizzato in modo improprio la nostra piattaforma”, OnlyFansha rimosso rapidamente il contenuto, ha bannato l’utente e ha sostenuto attivamente indagini e procedimenti giudiziari”. E questo sarebbe accaduto anche nei casi riportati nel rapporto, ma a volte un anno o più dopo che le donne avevano presentato la denuncia alla polizia.

Casi simili si sarebbero verificati anche fuori dagli Stati Uniti: in Australia un uomo è accusato di aver girato e caricato sulla piattaforma un video in cui violentava la sua ragazza priva di sensi nel 2021.

In Thailandia, una coppia sposata è stata arrestata a ottobre con l’accusa di aver drogato e violentato quattro donne e una ragazza di 17 anni, di aver filmato tutto e di averlo venduto su OnlyFans.

In Romania, l’ex kickboxer Andrew Tate verrà processato per stupro e traffico sessuale per aver costretto delle donne a creare contenuti pornografici per la piattaforma. Nel Regno Unito Stephen Bear, un ex concorrente di un reality show, è stato ritenuto colpevole di aver pubblicato un video in cui aveva un rapporto sessuale con la sua ex fidanzata senza il suo permesso. Reuters ha documentato altri 17 casi simili nel Regno Unito.

I casi aumentano, così come gli utenti totali della piattaforma: in un anno sono cresciuti del 27%, dai 188 milioni del 2021 ai 239 milioni del 2022. Il ceo di OnlyFans, Keily Blair, ha assicurato a Reuters che «il 100%” dei contenuti viene esaminato da moderatori umani aiutati dall’intelligenza artificiale». Ma uno degli avvocati di Sammy ha spiegato che nel video in cui compare la sua cliente lei «dice chiaramente di no. Quindi, se avessero davvero moderato quel video, lo avrebbero visto e sentito». La ragazza ha citato in giudizio i suoi due presunti aggressori e anche Onlyfans in quella che è la prima causa contro la piattaforma ai sensi di una legge federale sul traffico sessuale che vieta alle aziende di trarre vantaggio economico dagli abusi sessuali a fini commerciali.

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