Diritti

Università Australia: 1 studente su 20 ha subito violenza sessuale

Il Governo ha approvato un piano d’azione per contrastare le molestie e le aggressioni nelle accademie del Paese, che prevede anche l’istituzione di un difensore civico indipendente a tutela di ragazzi e ragazze
Credit: Joshua Hoehne
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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26 febbraio 2024 Aggiornato alle 13:00

In Australia i Governi statale, territoriale e federale hanno concordato un piano d’azione nazionale per contrastare le violenze sessuali nei campus universitari, un fenomeno in crescita secondo quanto emerge da un recente sondaggio studentesco: 1 studentə su 20 è statə aggreditə sessualmente da quando ha iniziato l’università e 1 su 6 ha detto di essere statə molestatə sessualmente.

Le cifre dell’ultima indagine nazionale sulla sicurezza degli studenti, pubblicato durante il lockdown istituito durante la pandemia, nel 2021, aveva già rilevato una situazione altrettanto allarmante: ogni anno almeno 14.300 studenti sono soggetti a violenza sessuale negli ambienti universitari, una media di 275 a settimana. Gli esperti ritengono che il dato sia sottostimato.

Venerdì 23 febbraio Our Watch, la prima organizzazione che affronta il tema della violenza di genere nei campus universitari australiani, ha ricevuto il via libera dai ministri dell’istruzione per un piano strategico destinato a prevenire e contrastare aggressioni, molestie e abusi sessuali perpetrati nei confronti delle studentesse. Patty Kinnersly, amministratrice delegata di Our Watch, l’ha messo a punto e l’ha consegnato ai ministri dell’istruzione a novembre. Uno dei punti fondamentali del progetto è l’istituzione di un difensore civico nazionale incaricato di supervisionare le denunce di violenza sessuale nelle università.

Se il piano verrà attuato permetterà a tutti gli studenti in Australia di presentare denunce per molestie sessuali, aggressioni e violenze. Il difensore civico determinerà se le azioni intraprese dai fornitori sono ragionevoli o se sono necessarie ulteriori misure. Il piano, che raccomanda anche una maggiore responsabilità delle istituzioni, una migliore supervisione dei fornitori di alloggi per studenti e meccanismi di prevenzione, mira a evitare di ri-traumatizzare le vittime-sopravvissute, generalmente costrette a raccontare le loro storie più volte.

Il ministro dell’Istruzione Jason Clare ha dichiarato che «le università non sono solo luoghi in cui le persone lavorano e studiano, sono anche luoghi in cui le persone vivono e dobbiamo garantire che siano sicure», ammettendo che finora non sia stato fatto abbastanza «per contrastare la violenza sessuale nelle nostre università e per troppo tempo gli studenti non sono stati ascoltati. Ora la situazione cambierà».

Nel 2023 l’inchiesta del Senato australiano sulle leggi sul consenso ha rimproverato duramente il settore terziario per non aver fornito servizi di supporto adeguati alle vittime di violenza sessuale: il comitato riteneva che non ci si potesse fidare del settore e dell’autorità di regolamentazione impegnata a migliorare la sicurezza degli studenti (la Teqsa Tertiary Standards and Quality Agency). Il comitato ha rilevato che il sistema era così guasto da non permettere alle organizzazioni per la sicurezza degli studenti di indirizzare le vittime-sopravvissute alle università e alla Teqsa perché questo traumatizzava ulteriormente coloro che avevano intrapreso quella strada.

La ricerca dell’Australian Human Rights Institute ha rilevato che, a febbraio 2024, quasi tutte le università australiane hanno ora politiche autonome sulla violenza sessuale, ma solo 15 su 39 dispongono di piani d’azione o strategie contro la violenza sessuale o di genere in modo da garantire un’attenzione costante alla violenza sessuale. La maggior parte prevede meccanismi di segnalazione online, con la possibilità in molti casi di farle anonimamente, e fornisce anche informazioni su ciò che accadrà una volta effettuata una segnalazione all’università; quasi tutte dispongono di indicazioni chiare su come gli studenti o il personale che hanno subito violenza sessuale possono accedere ai servizi di supporto interni ed esterni.

L’ultima indagine nazionale sulla sicurezza degli studenti realizzata da Universities Australia, che nel 2020 ha coinvolto 43.819 studenti, ha rilevato che 1 su 20 ha subito una violenza sessuale da quando ha iniziato l’università: nei 12 mesi precedenti alla pubblicazione, il report ha rilevato che nell’1,4% dei casi le vittime erano donne, nel 3,2% transgender e nel 2,2% non-binary. L’indagine ha anche scoperto che 1 studente su 6 ha subito molestie sessuali da quando ha iniziato l’università: nel 10,5% dei casi le vittime erano donne, nel 14,7% transgender e nel 22,4% non binary.

Secondo i risultati 1 studente su 2 (48,0%) ha subito molestie sessuali almeno una volta nella vita. Le studentesse (62,9%), le persone transgender (62,8%) e gli studenti non binari o identificati come un altro genere (76,8%) hanno avuto più probabilità di subire molestie sessuali nella loro vita rispetto agli studenti maschi (26,0%). Universities Australia organizzerà un’altra indagine nazionale nel 2024 dopo le critiche ricevute per la sua risposta alla sicurezza degli studenti.

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