Diritti

Australia: al via la prima inchiesta sul gender pain gap

1 donna su 3 dice di aver avuto esperienze negative con l’assistenza sanitaria, lo rivelano i dati del Listening to Women’s Voices. Per Jacinta Allan, premier del Victoria, «esiste un divario di genere nel dolore»
Credit: Polina Tankilevitch
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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23 gennaio 2024 Aggiornato alle 11:00

«Oggi abbiamo pubblicato i risultati del nostro sondaggio sulla salute delle donne del Victoria. Nessuna sorpresa, il loro dolore è reale ed è ora che venga trattato come tale. Ora porteremo avanti la nostra indagine sul dolore delle donne, esaminando le questioni sistemiche e le soluzioni necessarie per migliorare la salute delle donne».

Con queste parole la deputata laburista Kat Theophanous, che presiede il Women’s Health Advisory Council (il Consiglio consultivo nazionale delle donne che consiglia al governo australiano come migliorare le condizioni sanitarie di donne e ragazze in Australia), ha annunciato la prima inchiesta sul gender pain gap in Australia.

Si tratta di un’indagine volta a esaminare la sofferenza delle donne e la disparità di trattamento rispetto agli uomini: secondo il rapporto Listening to Women’s Voices che ha coinvolto 1.700 donne dello Stato del Victoria, il secondo meno esteso dell’Australia, nel sud-est del Paese, 4 donne su 10 convivono con un dolore cronico e 1 partecipante su 3 ha riferito di aver avuto esperienze negative con l’assistenza sanitaria, con “praticanti sensibili e irrispettosi che le hanno lasciate con la sensazione di essere respinte e inascoltate”.

La nuova Inquiry into Women’s Painesaminerà le questioni sistemiche, ascolterà direttamente le donne e sarà guidata da un gruppo di esperti supervisionato dal Women’s Health Advisory Council”, spiega in una nota la premier del Victoria Jacinta Allan, una delle 200.000 residenti del Victoria che vivono con l’endometriosi.

«Per troppo tempo la salute delle donne è stata vista come una questione di nicchia e non ha ricevuto l’attenzione e il sostegno che merita», ha dichiarato Allan in una puntata del podcast The Quicky.

L’inchiesta è una delle fasi del progetto di trasformazione nazionale della salute delle donne da 153 milioni di dollari portato alle elezioni del 2022 dal governo laburista. Comprende anche l’impegno a raddoppiare il numero di interventi chirurgici per l’endometriosi nel sistema pubblico, a creare un istituto di ricerca sulla salute femminile e a creare 20 cliniche per la salute sessuale e riproduttiva, “cruciali per superare alcune delle barriere che devono affrontare nell’accesso all’assistenza sanitaria”, che offriranno assistenza e supporto gratuiti.

I risultati del Listening to Women’s Voices, condotto tra settembre e ottobre 2023 dal portale governativo Engage Victoria, mostrano che circa la metà delle partecipanti sostiene che le condizioni legate al ciclo mestruale (mestruazioni abbondanti, crampi, sindrome premestruale) hanno influenzato la loro salute e il loro benessere; il 50% ha affermato che le complicazioni della gravidanza e del parto hanno continuato ad avere un impatto sulla loro salute; il 30% ha dichiarato di soffrire dei sintomi della perimenopausa o della menopausa; il 30% ha affermato che condizioni come endometriosi, menopausa e dolore cronico portano a una cattiva salute mentale; 1 su 3 crede che le proprie condizioni di salute influiscano sulla propria capacità di lavorare e di mantenere un posto di lavoro; il 20% ha detto di aver perso le connessioni sociali a causa della propria salute.

Il rapporto include anche testimonianze dirette di donne che hanno sperimentato su di sé il gender pain gap: una partecipante ha raccontato che le erano stati prescritti degli antidepressivi quando aveva un dolore pelvico acuto che le impediva di dormire e lavorare: in seguito le è stata diagnosticata un’endometriosi avanzata. La storia di Mariah Borgonha, citata dalla rivista australiana The Mandarin, parla di una diagnosi di endometriosi che ha tardato più di 10 anni ad arrivare: la sua dottoressa sosteneva che il dolore che provava fosse normale: «Bevi solo un po’ d’acqua, andrà tutto bene», le diceva.

Nel 2022 una donna di nome Debra ha raccontato a The Guardian di essere andata dal medico lamentando un forte dolore al braccio, al collo e al petto e spiegando che suo fratello minore era andato in arresto cardiaco a soli 35 anni e sua nonna era morta a seguito di un infarto a 50 anni.

I dottori che l’hanno visitata le hanno prescritto degli antidolorifici e l’hanno liquidata con una diagnosi di disturbo da “stress” perché evidentemente «le cose non vanno bene a casa», ha riferito al quotidiano britannico.

Un anno dopo la prima visita, Debra ha avuto un attacco di cuore perché la sua condizione è ereditaria. Le infermiere le hanno detto: «Se fossi stato maschio, saresti stata visitata subito da uno specialista».

Secondo uno studio pubblicato nel 2011 alle donne viene diagnosticata una malattia cardiaca da 7 a 10 anni dopo rispetto agli uomini.

Le iscrizioni al sondaggio incluso nell’inchiesta, che sarà disponibile su Engage Victoria, saranno aperte dal 30 gennaio al 12 marzo 2024 e sono rivolte a tutte le ragazze e le donne del Victoria di età pari o superiore a 12 anni che vivono o hanno vissuto esperienze di dolore cronico e non, ma anche a operatori sanitari e parti interessate, di qualsiasi genere.

Il gruppo di esperti che la guideranno - supervisionati dal Women’s Health Advisory Council e da Safer Care Victoria, l’agenzia statale per il miglioramento della qualità e della sicurezza sanitaria - formuleranno raccomandazioni e riferiranno al ministro della Salute entro la fine del 2024.

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