Diritti

Media Freedom Act: arriva l’ok dell’Ue

Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo alla legge per proteggere i giornalisti e l’informazione dalle interferenze politiche ed economiche, ma anche per preservare le fonti e regolare le piattaforme social
Credit: Egor Vikhrev
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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14 marzo 2024 Aggiornato alle 19:00

Con 464 voti favorevoli, 92 contrari e 65 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato l’European Media Freedom Act, una nuova legge sulla libertà dei media in tutta l’Unione Europea: i 27 Stati membri saranno obbligati a proteggere l’indipendenza dei media e sarà vietata ogni forma di intervento nelle decisioni editoriali. La legge vieta anche alle autorità di esercitare pressioni su giornalisti ed editori affinché rivelino le loro fonti, “anche mediante detenzione, sanzioni, perquisizioni negli uffici o installazione di software di sorveglianza intrusiva sui loro dispositivi elettronici”, spiega Strasburgo.

La bozza del testo era stata introdotta dalla Commissione europea nel 2022, in risposta alla crisi della libertà dei media e del pluralismo in alcuni Paesi dell’Ue, come Polonia e Ungheria, ma anche perché spyware come Pegasus e Predator, tipi di software per raccogliere informazioni sull’attività online degli utenti senza il loro consenso, venivano utilizzati per prendere di mira i giornalisti. Gli eurodeputati dell’estrema destra hanno votato contro la legge, mentre i rappresentanti italiani di Fdi e Lega si sono astenuti.

La nuova legge vieta alle autorità di costringere i giornalisti e gli editori a rivelare le loro fonti, anche attraverso la detenzione, la sorveglianza e le incursioni in ufficio. A proposito di spyware, il Parlamento di Strasburgo ha aggiunto garanzie per consentirne l’uso, analizzando caso per caso e previa autorizzazione di un’autorità giudiziaria che indaga su crimini gravi punibili con una pena detentiva. I soggetti avranno il diritto di essere informati dopo l’avvenuta sorveglianza e potranno impugnarla in tribunale.

L’European Media Freedom Act affronta anche il tema della trasparenza: “per evitare che i media pubblici vengano utilizzati per scopi politici, i loro direttori e membri del consiglio dovrebbero essere selezionati attraverso procedure trasparenti e non discriminatorie per mandati sufficientemente lunghi - spiega il testo - Non sarà possibile licenziarli prima della scadenza del contratto, a meno che non soddisfino più i criteri professionali”. Le procedure dei finanziamenti, inoltre, dovranno essere “trasparenti e obiettive”. Tutti i media, indipendentemente dalle dimensioni, dovranno “pubblicare in un database nazionale le informazioni sui loro proprietari, incluso se sono direttamente o indirettamente di proprietà dello Stato” per consentire al pubblico di sapere chi li controlla e quali interessi possono influenzare la cronaca.

I media dovranno anche “riferire sui fondi ricevuti dalla pubblicità statale e sul sostegno finanziario dello Stato, anche da Paesi non appartenenti all’Ue”. I fondi pubblici dovranno essere assegnati secondo “criteri pubblici, proporzionati e non discriminatori”. Anche le informazioni sulle spese pubblicitarie statali dovranno essere pubbliche, compreso l’importo totale annuo e l’importo per punto vendita.

L’European Media Freedom Act include anche una parte relativa alle piattaforme social: un meccanismo impedirà a realtà come Facebook, X, o Instagram di limitare o cancellare arbitrariamente i contenuti dei media indipendenti, che dovranno essere distinti dalle fonti non indipendenti. “I media saranno avvisati quando la piattaforma intende cancellare o limitare i loro contenuti e avranno 24 ore per rispondere. Solo dopo la risposta (o in assenza di essa) la piattaforma potrà cancellare o limitare il contenuto se non è ancora conforme alle sue condizioni”.

I media potranno rivolgersi a un organo di risoluzione extragiudiziale delle controversie e chiedere un parere al Comitato europeo per i servizi di media (un nuovo comitato Ue di regolatori nazionali che sarà istituito dall’European Media Freedom Act).

La deputata che ha guidato la legge in parlamento, la tedesca Sabine Verheyen, ha parlato delle «minacce alla libertà dei media in Ungheria» e ha fatto riferimento all’omicidio di Daphne Caruana Galizia, una giornalista uccisa il 16 ottobre 2017 mentre indagava sulla corruzione del Governo laburista di Joseph Muscàt: l’auto su cui viaggiava, imbottita di tritolo, saltò in aria a Malta. L’allora primo ministro fu costretto a dimettersi dopo le proteste anti-governative di massa scoppiate dopo la morte della giornalista.

«La libertà di stampa è minacciata in tutto il mondo, anche in Europa - ha dichiarato durante il dibattito a Strasburgo la deputata Verheyen - L’omicidio a Malta, le minacce alla libertà di stampa in Ungheria e molti altri esempi lo dimostrano chiaramente. L’European Media Freedom Act è la nostra risposta a questa minaccia e una pietra miliare nella legislazione europea, valorizzando e tutelando il doppio ruolo dei media come imprese e come guardiani della democrazia».

L’Ong Reporters Sans Frontières, che promuove e difende la libertà di informazione e la libertà di stampa in tutto il mondo, ha definito la nuova legge europea “senza precedenti”, sottolineando che “consacra la Journalism Trust Initiative come punto di riferimento per identificare i media, che saranno protetti dalla moderazione arbitraria e dalla cancellazione dei contenuti da parte delle principali piattaforme online”. La Jti è uno standard internazionale per promuovere il giornalismo “affidabile” ed è stato sviluppato da un comitato di 130 esperti tra cui giornalisti, istituzioni, organismi di regolamentazione, editori e attori delle nuove tecnologie sotto l’egida del Comitato Europeo di Standardizzazione.

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