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Splash! Guanti, spugnetta piatti, detersivo lavastoviglie: dove si buttano?

Ci sono materiali e prodotti davanti ai quali la raccolta differenziata a volte sembra una lotteria. Ecco la rubrica per non sbagliare bidone
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12 marzo 2024 Aggiornato alle 17:00

L’insegnamento della raccolta differenziata nelle scuole dovrebbe essere una materia obbligatoria. “A cosa serve, il suo significato e i suoi simboli” potrebbe essere il titolo della prima lezione, a cui tutti gli studenti italiani dovrebbero assistere. Gli allievi dovrebbero imparare come dividere i rifiuti nei contenitori e le regole per farlo in modo corretto, oltre al funzionamento di riciclo e smaltimento. D’altra parte, i Comuni potrebbero tenere corsi ad hoc, visto che le indicazioni variano in base alla località.

In fondo siamo tutti studenti e apprendisti della vita, pieni di dubbi, confusi e sempre di fretta. Soprattutto quando si parla di differenziare. Dove si butta questo? E quello? Si tramandano leggende di persone sopraffatte dall’incertezza davanti ai cassonetti tra plastica, vetro, carta, umido e indifferenziata. E i rifiuti ingombranti? Ah, già.

Scherzi a parte, qui si fa sul serio. Se ti è capitato di restare di fronte a un bidone insicuro ed esitante sul da farsi con un oggetto in mano, per qualche istante o per ore, sei nel posto giusto. Questa rubrica - in collaborazione con Junker App, piattaforma specializzata nella raccolta differenziata in Italia - cerca di dissipare la nebbia della raccolta differenziata che avvolge alcuni oggetti e materiali, per evitare errori e fare Splash nel contenitore giusto.

Guanti

A Londra, New York, Los Angeles e New Orleans ci sono i “Fork N’ Film”, locali che sono sia cinema sia ristoranti, in cui è possibile mangiare i piatti visti in un film. C’è una vera e propria platea, allestita con dei tavoli, dove i clienti-spettatori assaggiano una serie di portate e bevande sincronizzate con quello che accade sul grande schermo.

È una bellissima idea ma poi, alla fine del lungometraggio e dell’abbuffata, qualcuno dovrà pur lavare le stoviglie, magari utilizzando i guanti in gomma: non tutte le sale cinematografiche del mondo, infatti, sono dotate di lavastoviglie…

Comunque, quando devono essere gettati, i guanti in gomma vanno a finire nel secco residuo, perché non sono imballaggi. Quando li acquistiamo, però, ricordiamoci che la confezione - di solito è di plastica o di cartone - dev’essere differenziata nell’apposita raccolta, perché lei sì che è un imballaggio.

Ecco allora una puntata di Splash! tutta dedicata agli strumenti che utilizziamo e ai rifiuti che produciamo, lavando i piatti.

Spugnetta per i piatti

Un’altra compagna di squadra in questa operazione domestica è senza dubbio la classica spugnetta per i piatti. Attenzione però: va trattata con i… guanti, perché pare che sia un vero e proprio covo di germi oltre che uno degli oggetti più sporchi della casa.

Ad ogni modo anch’essa è destinata al bidone del secco residuo, di qualsiasi materiale sia fatta: cellulosa, polietilene, lana d’acciaio, silicone… Inoltre le spugnette vengono vendute in una confezione di plastica, che naturalmente va differenziata.

Abbiamo già raccontato come avviene lo smaltimento dei piatti in ceramica. Possiamo ricordare però che c’è sempre chi cerca soluzioni alternative, facendoli nascere a esempio dalle foglie di palma.

L’idea di utilizzare gli scarti delle piante come stoviglie è di un imprenditore indiano, premiato a Davos tra gli Young Global Leaders.

Detersivo per la lavastoviglie

È stato calcolato che una lavastoviglie elettrica generalmente consuma solo tra i 9 e i 18 litri di acqua per ciascun lavaggio. Questa quantità può risultare fino a sei volte inferiore rispetto al consumo di acqua necessario con il lavaggio a mano.

Quindi, in sostanza, la lavastoviglie dovrebbe aiutarci a risparmiare acqua, anche se probabilmente consumano parecchia energia elettrica.

Posso aggiungere che io sono campione italiano di “sistemazione di piatti, stoviglie e posate” all’interno dell’elettrodomestico, con peculiari specializzazioni nelle categorie “disposizione” e “ordine metodico”.

Sì, però, dove si getta l’apposito detersivo? Va nella plastica, ma c’è un’accortezza che in pochi attuano: molte confezioni hanno un’etichetta pre-tagliata, che va rimossa prima di conferire tutto nella plastica.

Per chi usa le pastiglie, invece, la confezione esterna può essere di cartone - e va nell’apposita raccolta - oppure di plastica - idem -, mentre le singole pastiglie hanno spesso un incarto che va nella raccolta della plastica.

In teoria, infine, esiste la possibilità di auto-fabbricarsi il detersivo: c’è chi giura che possano bastare pochi ed economici ingredienti come limone, bicarbonato e aceto bianco.

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