Culture

Oppenheimer regna agli Oscar ma molte star si schierano contro il nucleare

Mentre il film di Nolan ha vinto 7 statuette, Julianne Moore, Jane Fonda, Emma Thompson e molte altre celebrità hanno firmato una lettera aperta per chiedere ai grandi del mondo il disarmo atomico
Cillian Murphy protagonista del film Oppenheimer e vincitore dell'Oscar al miglior attore 
Cillian Murphy protagonista del film Oppenheimer e vincitore dell'Oscar al miglior attore  Credit: EPA/ALLISON DINNER 
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
11 marzo 2024 Aggiornato alle 14:00

Alla fine, come previsto, Oppenheimer ha dominato la cerimonia di premiazione degli Oscar 2024 svoltasi la scorsa notte a Los Angeles. Il film di Christopher Nolan che racconta la storia dell’uomo che creò la bomba atomica si è infatti aggiudicato 7 statuette, tra le quali quelle di miglior film e di miglior regia.

Ma nelle stesse ore (o, per meglio dire, mesi visto che dalla sua uscita il successo di Oppenheimer non ha registrato flessioni) in cui Hollywood celebra la pellicola, si sta facendo largo un movimento composto da diverse star, impegnate a informare le persone sul pericolo nucleare che sta correndo il mondo e a fare pressione sui vari Stati affinché adottino politiche precise in materia.

Attrici e attori del calibro di Julianne Moore, Jane Fonda, Emma Thompson, Michael Douglas, Alan Cumming, Viggo Mortensen, Annie Lennox, Barbra Streisand, Kristen Stewart e altri hanno infatti firmato una lettera aperta pubblicata sul Los Angeles Times e rivolta ai leader globali per promuovere il disarmo nucleare.

“Come artisti e sostenitori, vogliamo alzare la voce per ricordare alla gente che mentre Oppenheimer è storia, le armi nucleari no - si legge nella lettera - In un momento di grande incertezza, anche una sola arma nucleare, sulla terra, sotto il mare, nell’aria o nello spazio, è troppa. Per proteggere le nostre famiglie, le nostre comunità e il nostro mondo, dobbiamo chiedere ai leader globali di lavorare per fare la storia delle armi nucleari e costruire un futuro migliore”.

Tra i sostenitori di questo appello c’è anche il nipote di J. Robert Oppenheimer, Charles, così come due attori che hanno preso parte al film: Tony Goldwyn e Matthew Modine. Quest’ultimo ha anche prodotto il documentario Downwind, che parla dell’impatto dei test sulle armi nucleari durante la Guerra Fredda.

«Centinaia di migliaia di americani sono stati direttamente danneggiati dalle ricadute radioattive derivanti dalle esplosioni nucleari condotte sul suolo americano. Dal momento del primo test della bomba atomica a Los Alamos, nel Nuovo Messico, il nostro intero Pianeta è stato a rischio. Dobbiamo fermare questa follia e ogni persona dovrebbe essere informata sull’incredibile potere distruttivo delle armi nucleari», ha affermato l’attore, anche alla luce di un particolare non certo irrilevante, ricordato nella lettera: 9 Paesi nel mondo detengono 13.000 armi nucleari, circa 80 volte più potenti di quelle che distrussero Hiroshima e Nagasaki nel 1945.

La lettera è parte di una campagna più ampia chiamata #MakeNukesHistory che comprende anche la realizzazione di una grande installazione artistica presso l’Original Farmers Market di Los Angeles e l’affissione di circa 1.000 cartelloni pubblicitari in tutta la città, sui quali campeggiano frasi del tipo “Oppenheimer ha iniziato, noi possiamo finire” e “13 nomination agli Oppenheimer; 13.000 armi nucleari”. Azioni compiute in concomitanza con la cerimonia degli Oscar, proprio per sfruttare l’appeal di Oppenheimer e l’afflusso di un numero ingente di giornalisti e fotografi nella città californiana.

A promuovere la campagna è la Nuclear Threat Initiative, organizzazione di sicurezza globale senza fini di lucro e apartitica focalizzata sulla riduzione delle minacce nucleari e biologiche che mettono in pericolo l’umanità. “Il potente finale del film sottolinea la reazione a catena innescata dal Progetto Manhattan, dallo shock della prima esplosione alle minacce odierne con immagini di moderne armi nucleari. In un’epoca di rischi estremi, anche una sola arma nucleare è troppa - si legge sul sito, che lancia un messaggio chiaro – insieme possiamo porre fine a ciò che Oppenheimer ha iniziato”.

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