Diritti

Uk: almeno 130 femminicidi l’anno classificati come incidenti o suicidi

Il gruppo Killing Women ha lanciato la campagna Fallen Women per chiedere la revisione degli “omicidi nascosti” delle donne vittime di violenza domestica su cui non si è indagato abbastanza
Credit: Daniil Lobachev
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
6 marzo 2024 Aggiornato alle 10:00

Potrebbero essere almeno 130 l’anno, solo in Inghilterra e Galles, le donne vittime di violenza domestica il cui femminicidio è stato classificato come incidente o suicidio. E il cui assassino l’ha fatta franca.

A chiedere la revisione di questi “omicidi nascosti” è il gruppo Killed Women, un’organizzazione che unisce le famiglie di donne uccise da uomini, che ha lanciato la nuova campagna Fallen Women per chiedere alla polizia di riesaminare la morte di tutte le donne “cadute dall’alto” per verificare se vi siano stati abusi domestici.

Killed Women, secondo quanto riportato dall’Independent, ha presentato richieste a tutte le 44 forze di polizia del Regno Unito per scoprire quanti incidenti di donne cadute dall’alto si sono verificati tra il 1973 e il 2023; 42 non sono state in grado di fornire i dati o hanno affermato di non essere in grado di accedere alle informazioni a causa del tempo e dei costi richiesti. A rispondere è stata invece la polizia scozzese, affermando che ci sono stati 10 omicidi che hanno coinvolto donne cadute dall’alto, e Humberside, che ha fornito dati tra il 2017 e il 2023 affermando che ci sono stati 7 incidenti.

Il gruppo ha lanciato la campagna in concomitanza con l’uscita di The Push: Murder on the Cliff, il documentario di Channel 4 che racconta la storia di Fawziyah Javed, un’avvocatessa di Leeds morta dopo essere stata spinta dalla cima dell’Arthur’s Seat a Edimburgo dal marito violento Kashif Anwar. La donna aveva parlato più volte con la polizia delle violenze, portando registrazioni segrete delle minacce, e aveva consultato un avvocato divorzista per lasciarlo. Non ne ha avuto la possibilità: lui l’ha uccisa, incinta di 17 settimane, nel settembre 2021 dopo un’escalation di abusi. Prima di morire, però, è riuscita a dire un passante che Anwar l’aveva spinta, fornendo una prova chiave per l’accusa. Oggi, Anwar sta scontando l’ergastolo.

«Il pubblico ministero in realtà ha detto che, se Fawziyah non avesse lasciato quella testimonianza in cui affermava che era stato lui a spingere Fawziyah, avrebbero comunque esaminato la questione, ma sarebbe stato più difficile ottenere quella condanna. Devo ammettere che questo mi ha preoccupato. Ho iniziato a pensare a quante altre donne devono essere state uccise in questo modo e non sono state in grado di fornire quella testimonianza?», ha detto al Guardian Yasmin Javed, la madre di Fawziyah, che fa parte della rete di Killed Women.

«Gli autori di abusi domestici continueranno a farla franca con gli omicidi se non garantiamo che i casi delle cosiddette donne cadute siano rigorosamente indagati dalle autorità», ha aggiunto parlando con l’Independent.

Le cadute dall’alto a volte non vengono indagate dalle squadre della omicidi, soprattutto quando la donna non è morta immediatamente, e quindi le competenze specialistiche non erano presenti nella fase cruciale della raccolta delle prove, ha spiegato al Guardian un’attivista che non vuole essere nominata perché il presunto assassino di una sua familiare non è mai stato perseguito. Non solo, ha aggiunto che le preoccupazioni delle famiglie riguardo agli abusi domestici non sono generalmente considerate un fattore abbastanza importante da avviare un’indagine per omicidio.

Per questo il caso di Javed viene considerato un’eccezione. Secondo le stime della criminologa Jane Monckton Smith (che ha elaborato i dati di una forza di polizia ottenuti da Tortoise Media) ogni anno in Inghilterra e Galles ci sarebbero almeno 130 omicidi camuffati da morti accidentali o suicidi su cui non si è indagato a fondo. Il numero è stato elaborato da Monckton Smith partendo da 15 morti improvvise e inspiegabili in un periodo di 5 anni in cui erano presenti indicatori di abusi domestici.

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