Diritti

Bielorussia: chi è l’attivista pro democrazia Maria Kolesnikova?

I familiari e l’avvocato dell’ex musicista non hanno contatti con lei dallo scorso anno. Incarcerata nel 2021 per aver organizzato proteste contro il presidente Lukashenko, è tra i 1.421 detenuti politici arrestati dal regime
Credit: EPA/TATYANA ZENKOVICH
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
21 febbraio 2024 Aggiornato alle 14:30

L’ultima lettera di Maria Kolesnikova risale al 15 febbraio 2023. Da allora, sua sorella Tatsiana Khomich non ha più avuto alcuna comunicazione con lei: sono passati 372 giorni. L’ex musicista professionista e direttrice artistica di un centro culturale si trova in una colonia penale in Bielorussia dal 6 settembre 2021 e da circa un anno è in totale isolamento, senza la possibilità di ricevere visite, lettere o telefonate dai parenti o dal suo avvocato. Si tratta di uno dei 1.421 prigionieri politici trattenuti in carcere dal regime di Alexander Lukashenko. Tra loro, fino a ieri, c’era anche Ihar Lednik, attivista dell’opposizione bielorussa condannato a 3 anni di reclusione per aver diffamato il presidente in un articolo su Pazicyja, una rivista del Partito socialdemocratico bielorusso (BSDP): è morto in prigione a 64 anni. La notizia, così come quella del decesso di Aleksei Navalny in Russia, desta preoccupazione per chi è ancora dietro le sbarre.

Maria Kolesnikova, che ha contribuito a fondare organizzazioni culturali in Bielorussia, è stata arrestata a Minsk il 7 settembre 2020: secondo testimoni oculari, sarebbe stata spinta in un furgone da alcuni uomini con il volto coperto e portata via. La famiglia ha presentato una denuncia di persona scomparsa, temendo che fosse stata rapita, e per tutto il giorno, racconta Amnesty International, le autorità hanno negato di essere a conoscenza della sorte o del luogo in cui si trovava la donna. Secondo la Ong quel giorno non era sola: è stata prelevata insieme ad altri due dissidenti, Ivan Kravtsov e Anton Rodnenkov. Entrambi sono stati espulsi in territorio ucraino, ma lei sarebbe riuscita a evitare la deportazione strappando il passaporto. Nel 2021 è stata condannata a 11 anni di carcere per “estremismo” e per aver contribuito a organizzare proteste antigovernative in Bielorussia nel 2020.

Quell’anno Kolesnikova è stata responsabile della campagna elettorale del politico di opposizione e banchiere Viktar Babaryka, che però a giugno 2020 è stato escluso dalla corsa alla presidenziali, arrestato e condannato a 14 anni di reclusione con l’accusa di corruzione ed evasione fiscale. Kolesnikova, insieme alle attiviste politiche Svetlana Tikhanovskaya e Veronika Tsepkalo, ha deciso allora di sfidare direttamente Lukashenko, alGoverno da 25 anni: temendo le persecuzioni, tuttavia, Tsepkalo ha dovuto lasciare la Bielorussia il 9 agosto su consiglio del marito già emigrato Valery, che aveva cercato di candidarsi alla presidenza ma era stato escluso.

Così come Tikhanovskaya, costretta all’esilio in Lituania dopo aver vinto le elezioni presidenziali: anche suo marito Syarhei Tsikhanouski si era candidato ed era stato arrestato. A quel punto Maria Kolesnikova è diventata la rappresentante più importante dell’opposizione in Bielorussia, mentre il Paese veniva scosso da proteste di massa dopo l’annuncio della vittoria di Lukashenko.

Le autorità hanno risposto arrestando più di 35.000 persone e picchiando brutalmente migliaia di loro. Molte figure di spicco dell’opposizione furono costrette a fuggire all’estero, altre, come Kolesnikova, vennero arrestate. Mikola Statkevich, un altro leader dell’opposizione bielorussa incarcerato, non ha contatti con il mondo esterno dal 9 febbraio 2023. L’ultima lettera dalla prigione dell’avvocato Maxim Znak risale a quello stesso giorno e Siarhei Tsikhanouski, il marito di Tsikhanouskaya, ha visto l’ultima volta i suoi avvocati il ​​9 marzo 2023. La moglie, condannata in contumacia a 15 anni di carcere, ha esortato i Governi occidentali a intervenire, affermando che la situazione «solleva preoccupazioni molto serie».

All’Associated Press Tsikhanouskaya ha spiegato che «l’accesso ai prigionieri politici da parte degli avvocati che forniscono loro assistenza legale è stato bloccato. Sono state interrotte anche la corrispondenza e le telefonate ai parenti. La condizione di molti di coloro che si trovano in una situazione di incommunicado (senza la possibilità di comunicare con l’esterno, ndr) è aggravata da malattie gravi, che a loro volta fanno sorgere timori fondati sulla possibilità che queste persone siano vive». Nel 2022 Kolesnikova ha avuto problemi di salute in carcere ed è stata ricoverata in ospedale, subendo un’operazione per un’ulcera perforata.

Il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha chiesto più volte alle autorità bielorusse di attuare “misure di protezione urgenti” per le persone incarcerate senza la possibilità di comunicare con l’esterno, ma non ha ricevuto risposta. Questo tipo di detenzione “è indicativa di una strategia per punire gli oppositori politici e nascondere le prove dei loro maltrattamenti e torture da parte delle forze dell’ordine e delle autorità carcerarie”, ha scritto il Comitato in una nota.

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