Futuro

Usa: l’AI è in grado di scrivere i saggi di ammissione ai college?

Il Washington Post ha chiesto a ChatGPT di comporre le application per le università statunitensi, fornendo solo la traccia: avrà superato il test?
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
18 febbraio 2024 Aggiornato alle 18:00

Quando non ero immerso ne “Il buio oltre la siepe” o non mi stavo annotando ricerche per il mio articolo sul redlining (discriminazione razziale nell’edilizia abitativa, ndr), scrivevo piccoli pezzi. Ma questo… questo era diverso. La stanza era piena di bambini del mio isolato, un quartiere attraversato da storie come linee elettriche.

Fin dall’asilo mi sono giudicato in base al pensiero dei miei insegnanti. Ero un bambino intelligente e dotato. Era un piacere avermi in classe. Ero tenace, ma pigro? Non motivato? Nessun istruttore mi aveva mai rivolto quelle dure parole.

Al di là del tema trattato, sapresti dire in cosa questi due testi sono differenti? Probabilmente, a una prima lettura, no; eppure, solo uno è stato scritto da una mente umana.

Tutto è partito da un esperimento del Washington Post che ha cercato di capire se i saggi per le ammissioni ai college statunitensi potessero essere realizzati con successo dall’intelligenza artificiale.

Spoiler per chi vuole sapere subito il risultato del test: no, l’AI non è in grado di comporre application per le università. L’indagine del Wp ha cercato di capire il perché.

Il quotidiano statunitense ha chiesto a un ingegnere esperto di chatbot di far scrivere due saggi a ChatGPT: uno si basava sul modello più diffuso negli Usa per le domande di ammissione ai college, mentre l’altro era il format tipico di Harvard. I lavori “artificiali” sono stati poi fatti analizzare da Adam Nguyen, ex consulente per le ammissioni alla Ivy League, insieme ad altri scritti “veri”, realizzati da una stagista del Washington Post.

Nguyen ha rivelato che, solitamente, i testi generati dall’AI hanno al loro interno alcuni elementi che fanno capire subito se sono stati scritti da un chatbot o da una persona umana. Ho sempre immaginato che saremmo cresciuti insieme, ma la vita aveva altri piani. Dalle mie parole fuoriusciva un misto di dolore, ma anche di speranza. Quando ho finito, nella sala è scoppiato un applauso: leggendo poche righe, riesci a capire quali sono questi elementi?

In generale, nonostante ChatGPT e altri chabot siano in grado di imitare la scrittura umana, spesso i loro testi sono vaghi, ripetitivi, privi di dettagli o prove a sostegno di ciò che viene detto; inoltre, i concetti non sono espressi seguendo un filo logico e, soprattutto, quando si parla di etnie, genere, status socio-economico, l’AI spesso riporta stereotipi. Ma almeno non fa errori grammaticali.

Secondo Nguyen, l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata per scrivere testi semplici, non particolarmente impegnativi, ma non è adatta a comporre saggi complessi come quelli per l’ammissione al college. Ciò che manca sembrerebbe essere proprio la riflessione umana. Solitamente, infatti, le application chiedono al candidato o alla candidata di riflettere su un determinato tema (per esempio, nel test del Washington Post la traccia era “Analizza un traguardo, un evento o una realizzazione che ha scatenato un periodo di crescita personale e una nuova comprensione di te stesso o degli altri”).

Durante le lezioni di sociologia abbiamo imparato le teorie sull’impatto delle questioni sociali. Ho deciso di collegare questa conoscenza con la mia passione per la parole. Ho collaborato con il mio insegnante e ho iniziato un club doposcuola: effettivamente, diresti mai che questo pensiero, meccanico e poco evocativo, sia stato fatto da una mente umana?

Quindi l’AI non passa l’esame “università”? Non del tutto, basta solo modificare le modalità d’uso. Come spiega Nguyen, l’intelligenza artificiale non potrà mai scrivere adeguatamente le application per il college (o altri testi importanti che dovrebbero essere personali) al posto degli studenti, ma può essere un valido aiuto per il brainstroming: le idee e i temi su cui focalizzare il proprio testo possono essere “artificiali”.

L’importante è che poi il prodotto finale sia frutto della propria mente, altrimenti «il testo sarà terribile e potrebbe non rappresentare chi sono loro davvero (i candidati, ndr)», avvisa Nguyen.

Se sei curiosə di sapere come l’intelligenza artificiale scrive un saggio per l’università, leggi l’application analizzata dal Washington Post qui.

Leggi anche
Tratta dal film "Alphaville"
Intelligenza artificiale
di Giulia Eleonora Zeno 10 min lettura
rinnovabili
di Francesco Carrubba 3 min lettura