Diritti

Usa, razzismo: le donne nere uccise 6 volte in più delle bianche

La rivista Lancet ha pubblicato il primo studio sugli omicidi delle statunitensi tra i 25 e i 44 anni: lo Stato in cui il divario razziale è più ampio è il Wisconsin, dove nel 2020 la probabilità per una cittadina Bipoc di essere ammazzata era 20 volte più alta
Credit: Catia Dombaxe 
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7 marzo 2024 Aggiornato alle 12:00

Una famosa frase di Malcolm X di oltre 60 anni fa diceva: “L’individuo che subisce la più grande mancanza di rispetto in America è la donna nera. La donna più indifesa in America è la donna nera. La donna più trascurata in America è la donna nera”.

Negli Stati Uniti dove vengono uccise circa 13,6 donne al giorno (secondo i dati del Bureau of Justice Statistics del 2022), ci sono donne dai tratti particolari che vengono uccise più delle altre: secondo il recente studio pubblicato su The Lancet, negli ultimi 20 anni il tasso di omicidi delle cittadine nere è stato 6 volte più alto rispetto a quello delle bianche (nota bene: non usiamo il termine più specifico “femminicidio” perché l’analisi non tiene conto dei motivi di genere alla base degli omicidi).

È il primo studio, condotto da 3 ricercatrici della Columbia University di New York, che analizza in modo organico gli omicidi delle donne di età compresa tra i 25 e i 44 anni, cioè il periodo in cui hanno la maggiore probabilità di essere uccise. I dati raccolti riguardano 32.000 omicidi di cittadine statunitensi tra il 1999 e il 2020 in 30 Stati e registrati nelle banche dati dei Centers for Disease Control and Prevention.

Nell’ultimo anno di riferimento (il 2020), il tasso di omicidi tra le donne nere è stato di 11,6 donne uccise su 100.000, contro 3 su 100.000 tra le donne bianche. Una disparità razziale molto significativa che è rimasta praticamente intatta nel corso dei due decenni esaminati.

La situazione può variare molto da Stato a Stato e, secondo le ricercatrici, l’aumento degli omicidi di donne nere in certe aree (come il Midwest) è correlato alla presenza di più ampie disuguaglianze strutturali, come quelle riguardanti le opportunità di accesso all’istruzione, la distribuzione della ricchezza e la disoccupazione. Lo Stato in cui il divario razziale è più ampio è il Wisconsin, dove nel 2020 la probabilità per una donna nera di essere uccisa era 20 volte più alta rispetto a quella vissuta da una donna bianca.

In un Paese che non sa risolvere il problema delle sparatorie, anche la frequenza di omicidi femminili provocati dall’utilizzo di armi da fuoco è aumentata negli ultimi anni: nel 2020 la probabilità di essere uccise da fucili o pistole per le donne è stata 2,5 volte più alta rispetto al periodo 1999-2003. E, così come per le altre tipologie di morte violenta, in qualunque parte degli Stati Uniti ci si trovi le morti da arma da fuoco si concentrano soprattutto tra le donne nere.

Anche se già da tempo era nota l’esistenza di disparità negli omicidi tra cittadine nere e bianche, secondo l’autrice principale dello studio, Bernadine Waller, esperta di servizi di assistenza alle donne nere vittime di violenza domestica, “Scoprire che le donne nere vengono uccise con tassi così elevati fino a 20 contro 1 è straziante e sottolinea l’imminente necessità di apportare cambiamenti strutturali sostanziali”.

La ricerca suggerisce che la politica statunitense dovrebbe promuovere l’adozione di misure per la riduzione del razzismo sistemico se si vuole davvero prevenire questa sproporzionalità. Per la coautrice dello studio, Victoria Joseph: “È fondamentale concentrarsi sul razzismo strutturale nella storia degli Stati Uniti e intervenire sulle politiche e pratiche che aumentano i rischi per le donne nere e diminuiscono il loro accesso a risorse particolarmente necessarie”.

Oltre a una migliore regolamentazione del possesso di armi, le ricercatrici auspicano riforme che risolvano i diversi fattori alla base dell’alto livello di violenza contro le persone nere: come migliori opportunità di lavoro e retribuzione, lo sviluppo di alloggi accessibili e l’aumento di aree verdi nelle comunità in cui vivono in prevalenza donne nere.

Un elenco di politiche di lungo periodo indispensabili per la sopravvivenza delle donne nere, grazie alle quali ognuna potrebbe recitare ad alta voce i versi della poetessa Maya Angelou (Still I rise): “Sopra un passato che ha radici nel dolore/io mi sollevo”.

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