Economia

Disoccupazione Cina: 1 giovane su 5 non lavora

Il 20,8% dei ragazzi non è occupato: per questo motivo, il Governo vuole tagliare i tassi d’interesse sui prestiti, creare nuovi posti di lavoro e stanziare fondi che incentivino le aziende ad assumere i laureati
Credit: Li Ran/Xinhua via ZUMA Press
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20 giugno 2023 Aggiornato alle 16:00

Gli ultimi dati dell’Istituto di Statistica risuonano come un campanello d’allarme per la Cina, evidenziando un’economia piuttosto affaticata. La riapertura del Paese, avvenuta a marzo dopo le rigide misure anti pandemiche, aveva fatto ben sperare, preannunciando una solida ripresa tanto dell’economia interna quanto degli scambi commerciali internazionali.

La realtà però, a oggi, non è in linea con le previsioni. A maggio 2023 si è registrata una riduzione della crescita della produzione industriale pari al 3,5%, valore che, nel mese di aprile, si attestava al 5,6%. Analogamente diminuisce anche la percentuale di vendite al dettaglio che passa dal +18,4% di 2 mesi fa al +12,7% di maggio, un valore comunque in aumento rispetto allo stesso periodo del 2022.

Una crescita che tuttavia rimane ben lontana dalle parole ottimistiche del vice primo ministro Liu He pronunciate a Davos lo scorso gennaio, quando invitava i leader stranieri nella propria madrepatria e descriveva la Cina come un Paese pronto ad attraversare qualsiasi difficoltà. Il superamento della politica “zero Covid” non ha però generato il flusso economico atteso, riempiendo solo parzialmente ristornati e attività commerciali.

Preoccupano le difficoltà economiche, oltre che l’aumento dei livelli di tensione con l’Occidente dal quale sono evidenti non solo differenze culturali, ma anche economiche. Se in Europa e Stati Uniti le Banche Centrali (Bce e Federal Reserve) combattono l’inflazione a suon di innalzamenti dei tassi d’interesse, la Cina opera nella direzione contraria.

La priorità per la Repubblica Cinese sembrerebbe essere quella di rimettere in moto l’economia. Con questo obiettivo è stato varato un taglio dei tassi d’interesse sui prestiti di medio periodo, che sono passati dal 2,75% al 2,65%. Una misura che sembrerebbe anticipare un ulteriore taglio a sostegno delle famiglie previsto per la fine di giugno.

Una decisione che si inserisce in un contesto lavorativo poco fertile, soprattutto per i più giovani. Ce lo dimostrano i dati che sottolineano un incremento del tasso di disoccupazione nella fascia 16 – 24 anni, al punto da registrare un nuovo record storico: 1 giovane su 5 non lavora, ovvero il 20,8%. Ad aprile il valore era pari al 20,4%.

Se prima il superamento del Gaokao, ovvero del difficilissimo test di maturità, era in grado di far accedere alle università più prestigiose e successivamente di entrare immediatamente nel mondo del lavoro, oggi l’offerta si è ridotta, complice anche un crescente automatismo industriale che rende l’individuo non più indispensabile.

Questa realtà è particolarmente vivida nelle grandi aree urbane, nelle quali trovare un’occupazione diventa un’impresa, al punto che lo scorzo marzo il Primo Ministro ha identificato tra gli obiettivi principali del Governo quello di creare nuovi posti di lavoro; ha, inoltre, stanziato una serie di fondi per le imprese che assumono laureati disoccupati e prevede l’assunzione nel 2023 da parte delle imprese statali di 1 milione di tirocinanti.

Nel mentre, Elon Musk di Tesla e Jaimie Dimon della JpMorgan Chase tornano a viaggiare nel Paese per affari e il Back to business cinese sembrerebbe farsi strada. Tuttavia, i rapporti con l’Occidente sono sempre più incrinati e le aziende si muovono verso il de-risking.

Microsoft trasferisce i ricercatori dell’intelligenza artificiale dalla Cina a Vancouver, Canada; Sequoia Capital (sostenitore dell’industria del capitale di rischio della Silicon Valley) si separa dalla divisione cinese, che diventerà un’azienda unica. Una scelta che nasce dall’introduzione di normative stringenti contro lo spionaggio rendendo la vita alle imprese straniere piuttosto difficile: a marzo 5 dipendenti della Mintz Group, società di due diligence americana, sono stati arrestati per quella che sembrerebbe essere una violazione delle leggi locali sulla sicurezza dei dati personali.

Allo stesso tempo, secondo l’analisi di Mark Williams della società di ricerca Capital Economics, crescono le preoccupazioni finanziarie delle aziende in caso di conflitto, al punto che diverse imprese straniere stanno mettendo in atto strutture societarie con l’obiettivo di ridurre la propria esposizione finanziaria complessiva verso la Cina e il suo controlli sui capitali.

Un’economia in bilico che fa tremare la grande potenza e che vede giovani e famiglie in difficoltà. Fondamentale, diventa necessario dunque varare misure ad hoc che tutelino le classi più fragili in una situazione di forte instabilità.

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