Economia

Cina, ripresa economica in vista

Secondo il National Bureau of Statistics of China, l’economia di Pechino sta registrando la più grande crescita degli ultimi 11 anni. E il rischio recessione pare allontanarsi
Credit: Xinhua
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7 marzo 2023 Aggiornato alle 18:00

La Cina è, finalmente, ripartita. Dopo il lungo periodo di restrizioni dovute alla politica zero Covid attuata da Xi Jinping, Pechino torna in campo e sembra essere, per ora, lontano il rischio di recessione.

Il National Bureau of Statistics of China (Istituto nazionale di statistica della Cina) ha diffuso i primi dati, che registrano la più grande crescita degli ultimi 11 anni. Era da aprile 2012 che non si vedevano questi risultati.

Andiamo nel dettaglio: il Pmi (Purchasing Managers’ Index) è al di sopra del “limite” di 50. Se si supera la soglia di 50 significa che il settore è in espansione, in caso contrario si parla di contrazione.

In questo caso, l’indicatore Pmi manifatturiero si trova a 52,6, una crescita importante che si colloca oltre le aspettative degli analisti, considerando anche che lo stesso indicatore, a gennaio, si trovava a quota 50,1.

L’indicatore Pmi non manifatturiero, invece, a febbraio ha raggiunto quota 56,3. Anche in questo caso sono state superate le aspettative. Tenendo in considerazione il Pmi composito, che comprende il settore manifatturiero e non manifatturiero, si pone a quota 56,4.

Buone notizie anche per quanto riguarda le importazioni di materie prime. Il Baltic Dry Index, l’indice che valuta l’andamento dei costi del trasporto marittimo per carichi di materie prime di 20 tratte principali, ci fornisce dei dati sorprendenti: dopo la riapertura della Cina, la domanda ha registrato una crescita e al 23 febbraio il valore ha raggiunto la quota di 816 (il 16 febbraio era a 530).

Bisogna però prestare attenzione anche alle esportazioni, che al momento sembrano ferme, la domanda esterna fa fatica a ripartire. In ripresa anche il settore immobiliare, dopo il crollo avvenuto negli ultimi anni. C’è molta più fiducia: la vendita di case è aumentata per la prima volta dopo 20 mesi; ricordiamo che il settore immobiliare è stato uno dei più danneggiati dell’economia cinese.

Gli economisti prevedono un obiettivo di crescita fissato tra il 5% e il 5,5% per il 2023, stesso obiettivo che ci si aspettava per l’anno precedente e che, però, non è stato raggiunto.

Sicuramente, la ripresa economica della Cina avrà delle ripercussioni a livello globale, soprattutto per quanto riguarda l’inflazione. Dal momento che Pechino, in questi anni di chiusura, ha consumato meno materie prime ed energia, con la sua riapertura i prezzi sono destinati a salire.

Si prevede, quindi, una forte concorrenza a livello energetico tra il gigante asiatico e l’Europa. Questa concorrenza potrebbe far crescere il prezzo del gas se le importazioni cinesi dovessero aumentare a dismisura. Si rischia, dunque, di far risalire i prezzi, in Europa, ai livelli insostenibili dei mesi passati.

Tutto ciò potrebbe, inoltre, portare a un rafforzamento della politica monetaria da parte della European central bank (Banca centrale europea) e della Federal Reserve System (Banca centrale degli Stati Uniti).

Yi Gang, governatore della Pboc (Banca centrale cinese), ha invece rassicurato che la politica monetaria del Paese rimarrà pressoché invariata, o comunque stabile, e che l’inflazione rimarrà totalmente sotto controllo: non c’è motivo di preoccupazione.

Al tempo stesso, bisogna considerare lo scenario globale: l’emanazione dell’Inflation Reduction Act da parte degli Stati Uniti avrà un forte impatto sul settore produttivo cinese, che sarà inevitabilmente danneggiato.

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