Futuro

Channel 1: il canale di news con presentatori AI-generated

Gli imprenditori Adam Mosam e Scott Zabielski stanno lavorando a un servizio di notizie con conduttori creati dall’intelligenza artificiale. Ma è possibile escludere del tutto l’attività umana dal giornalismo?
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
2 febbraio 2024 Aggiornato alle 11:15

Non è un buon periodo per il giornalismo. Quella che è appena passata è stata una settimana nera per i media degli Stati Uniti: Sports Illustrated licenzierà gran parte dei dipendenti. Il Los Angeles Times ha licenziato 115 persone (il 23% della sua redazione). Il ceo della rivista Time Jess Sibley ha annunciato tagli al personale, dicendo che c’è “ancora più lavoro da fare” per ridurre le spese, mentre la ceo di Business Insider Barbara Peng ha annunciato che la società stava licenziando l’8% del suo personale. Anche Forbes ha annunciato tagli al personale.

Ora, l’AI minaccia di restringere ulteriormente il campo d’azione dei giornalisti, e in particolare di quelli che gli anglosassoni chiamano anchormen, i presentatori del Tg. Una start-up con sede a Los Angeles, infatti, sta sviluppando un servizio di notizie interamente presentato da conduttori creati dall’intelligenza artificiale: si chiama Channel 1 ed è stata fondata dagli imprenditori Adam Mosam e Scott Zabielski, il cui obiettivo è lanciare notizie generate dall’AI su un canale tv in streaming entro la fine dell’anno.

Il video di presentazione diffuso sui social network è impressionante: impossibile distinguere la differenza con un presentatore in carne e ossa. Ma sarà altrettanto facile replicare la connessione umana? Non è certo. «Non avrai mai la stessa connessione con un’intelligenza artificiale che hai con un altro essere umano - ha ammesso lo stesso Mosam alla Bbc - Non lo facciamo perché pensiamo che un robot faccia un lavoro migliore di un essere umano: è ridicolo».

Anche Christine H Tran della University of Toronto non ne è sicura: «Le personalità dell’AI ispireranno la stessa para-socialità se le loro trasmissioni saranno accuratamente etichettate come ‘contenuti dell’AI e gli spettatori sapranno che non esiste vita personale fuori dallo schermo? - ha detto alla Bbc - Dipende se ci si aspetta che le piattaforme che ospitano presentatori AI etichettino i loro contenuti come AI, come alcune piattaforme come Instagram hanno preso in considerazione».

Secondo la 12° edizione del Digital News Report 2023 del Reuters Institute, solo 4 italiani su 10 si fidano dei media. L’intelligenza artificiale, però, non sembra ispirare più fiducia: per il 75% degli italiani, dice il Censis, l’AI renderà più difficile controllare la qualità dell’informazione.

Channel 1 non è che l’ultimo arrivato in un già nutrito gruppo di presentatori di notizie creati dall’intelligenza artificiale in tutto il mondo. In Kuwait, il personaggio AI-based Fedha ha fatto notizia sui titoli dei giornali di Kuwait News. L’emittente statale greca Ert ha avuto tra i suoi presentatori del maggio 2023 “Hermes”, mentre l’emittente sudcoreana Sbs ha affidato per ben 5 mesi l’incarico di presentare le notizie a Zae-In, un deepfake generato dall’intelligenza artificiale. E presentatori virtuali creati all’AI si sono seduti davanti alle telecamere dei Tg anche in India e Taiwan; NewsGpt afferma di essere il primo canale di notizie al mondo generato interamente dall’intelligenza artificiale.

La domanda che aprono queste realtà, ha ricordato Chris Stokel-Walker sulla Bbc, è principalmente una: è possibile rimuovere completamente l’essere umano dal ciclo?

E non solo perché secondo gli studi, la presenza di un essere umano (quello che viene definito “human in the loop) è fondamentale per stabilire la fiducia con il pubblico quando parliamo di prodotti generati dall’AI. La domanda è più ampia: è possibile fare giornalismo senza i giornalisti? La risposta (per fortuna) sembra essere (ancora) no.

Secondo Mosan, Channel 1 segue un processo in 13 fasi prima che ogni storia venga trasmessa per garantire che alcuni dei problemi relativi all’intelligenza artificiale generativa non vengano trasmessi: questi includono l’allucinazione, in cui gli strumenti di intelligenza artificiale creano contenuti. La società vorrebbe assumere un redattore capo entro la fine dell’anno, ma al momento sono circa una dozzina le persone lavorano sul controllo delle sceneggiature generate dall’intelligenza artificiale e sulla selezione delle storie che dovrebbero essere trattate.

Anche questo, infatti, è un altro elemento con cui l’intelligenza artificiale potrebbe avere difficoltà: le notizie selezionate per l’episodio di prova di Channel 1, a esempio, erano storie e filmati selezionati e girati da giornalisti umani. «Senza queste fonti, se vengono tagliati fuori, non vedo davvero come possano farlo - ha detto Newman alla Bbc - Se quella materia prima non c’è, allora l’intelligenza artificiale non ha assolutamente nulla su cui lavorare». Per questo, l’azienda non prevede di eliminare la selezione fatta dagli esseri umani nel prossimo futuro.

Alcuni elementi del processo possono essere eseguiti dall’intelligenza artificiale, ma è impossibile che l’AI rimpiazzi il lavoro del giornalista: «Non sarai mai in grado di raccogliere informazioni da persona a persona e intervistare persona a persona in modo efficace», ha detto Mosan.

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