Culture

3 podcast imperdibili

Ricordare per cambiare il presente e fare in modo che gli orrori del passato non si ripetano. Anche attraverso l’ascolto di questi podcast, perfetti per omaggiare la Giornata della Memoria
Credit: Ross Sneddon
Tempo di lettura 5 min lettura
28 gennaio 2024 Aggiornato alle 15:00
  • Indice dei contenuti
  • A fari spenti, Francesco Oggiano, Chora Media
  • Voci della memoria, Raffaella Calandra e Maria Luisa Colledani, il Sole 24 Ore e Radio 24
  • Storia in Podcast, Focus

Cosa vuol dire ricordare? Una domanda così semplice e complessa al tempo stesso. Ci insegnano a farlo fin da bambini, nei gesti quotidiani. «Ricorda di ascoltare chi ti vuole bene», «Ricordati di fare i compiti», «Ricordati di chiamare quando arrivi a casa». Ricordare. Una breve, concisa ed esaustiva definizione arriva da La Treccani che afferma come il verbo indichi “richiamare alla propria memoria”. Si tratta, dunque, di un gesto volontario che richiede impegno.

E forse allora è per questo che al giorno d’oggi diventa difficile farlo quotidianamente. Il tempo è sempre meno e i ritmi frenetici della società contemporanea non prevedono distrazioni. Così si finisce per dimenticare, perché è più semplice non fermarsi a riflettere.

Eppure è un atto di un’importanza estrema, perché solo attivando il ricordo è possibile imparare realmente e non rischiare di ripetere esattamente gli stessi errori. Ieri, a esempio, si è celebrata la Giornata della Memoria che, come ogni anno commemora le vittime dell’Olocausto nella data in cui le truppe dell’Armata Rossa, nel 1945, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz sancendone la fine. Sono passati 79 anni e la voce di chi è riuscito a sopravvivere è ancora forte, ma destinata a scomparire. Sta a chi rimane tenerla in vita.

Guardiamoci intorno: nell’ultimo anno sono morti, solo nello scontro Russia-Ucraina, più di 375.000 soldati e oltre 10.000 persone civili. Nella striscia di Gaza, invece, dal 7 ottobre le vittime sono state 25.000, di cui il 70% donne e bambini. In Italia, poi, nel 2023 c’è stato un incremento di omicidi del 4% rispetto all’anno precedente, arrivati a 295. Di questi, 103 sono stati femminicidi. Non servono, dunque, grandi teorie per comprendere l’importanza di non percorrere una strada già seguita.

E i 3 podcast di oggi sono stati scelti proprio per questo: porsi come strumento alla memoria. Della Shoah, certo, attraverso le voci di chi è sopravvissuto all’inferno, ma anche dei fatti attuali, perché ora, più che mai, è necessario capire che se l’incipit di una storia è lo stesso, difficilmente l’epilogo potrà essere diverso.

A fari spenti, Francesco Oggiano, Chora Media

Fra gli obiettivi dittatoriali imposti da Hitler c’era anche quello di raccogliere e mantenere vive esclusivamente le opere d’arte tedesche, eliminando di conseguenza tutte le altre. Allo scoppio della guerra, dunque, il rischio di vedere sterminato il patrimonio artistico italiano si è quasi trasformato in realtà. Ma chi l’ha salvato? E, soprattutto, come?

Il giornalista Francesco Oggiano in A Fari Spenti fa emergere le coraggiose voci di chi si è battuto per far sì che oggi l’arte nazionale fosse ancora visibile. I nomi degli uomini e delle donne che durante il secondo conflitto mondiale hanno rischiato la vita per difenderla dai nazisti. Un fatto di cui non tutti, prima di ora, erano a conoscenza, ma che merita di essere ascoltato e portato alla luce.

«Ormai era una missione, era motivo di vita riuscire a salvarlo» si sente nel trailer dei 5 episodi che iniziano con la chiamata di un gruppo di giovani funzionari, sovrintendenti e storici d’arte, a cui viene affidato il compito di proteggere il patrimonio artistico dalla guerra imminente.

Un viaggio che passa dai rifugi in cui si sono dovuti nascondere, dalla paura, dalla determinazione, fino alle bombe da cui sono dovuti scappare. Questa è la loro storia. Ed è anche la nostra.

Voci della memoria, Raffaella Calandra e Maria Luisa Colledani, il Sole 24 Ore e Radio 24

È difficile parlare quando si è sopravvissuti a un orrore come quello della Shoah. È inimmaginabile pensare alle emozioni provate durante le atrocità fisiche e psicologiche subite, ed è doloroso ricordare il volto dei compagni salutati, consapevolmente, per l’ultima volta. La fame, la sete, la fatica, i tormenti, le morti.

Con estrema sensibilità ci provano i microfoni di Voci della Memoria, tramite i quali Raffaella Calandra e Maria Luisa Colledani guidano l’ascoltatore offrendo uno sguardo inestimabile sulle pagine oscure della storia umana. Dalle testimonianze di Salo Muller e Nedo Fiano, da Liliana Segre a Sami Modiano: non sono semplici racconti, sono prove di resilienza e una forza incredibile di fronte all’indicibile.

Il podcast non vuole essere solo un richiamo alla memoria, ma una sfida al nostro presente. Invita a riflettere sul passato e a considerare come possiamo, nel nostro tempo, preservare i valori della giustizia, della tolleranza e della dignità umana. In un’epoca in cui il pericolo dell’oblio minaccia di oscurare il passato, si erge come una fiamma di consapevolezza, una chiamata imperativa all’azione contro l’indifferenza.

Storia in Podcast, Focus

Solo con il sapere si può fermare il rischio di ripetere gli orrori già vissuti. Ed è questo il motivo per cui Storia in Podcast è stato inserito nei consigli d’ascolto dedicati alla Giornata della Memoria. Le puntate settimanali mirano a fornire gli strumenti per comprendere il passato affinché aumenti la consapevolezza del presente.

Dagli imperatori, ai dittatori, dalle dinastie fino alle tragedie che hanno cambiato il corso della storia per sempre, e che hanno contribuito a ciò che siamo oggi. Un viaggio nel tempo che non teme di gettarsi nelle pagine ingiallite dei secoli scorsi, anche se significa rivelare similitudini disturbanti tra gli errori di ieri e le sfide di oggi.

In un mondo che sembra dimenticare, questo podcast è un richiamo alla responsabilità storica, perché è affrontando e comprendendo la realtà che si può sperare di plasmare un futuro più illuminato.

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