Bambini

Inghilterra: mancano asili e la vicenda entra in campagna elettorale

Il partito laburista punta a creare migliaia di nuovi posti, mettendo così al centro del programma politico la cura dell’infanzia, che nel Paese è in affanno
Il leader del Partito LaburistaKeir Starmer
Il leader del Partito LaburistaKeir Starmer Credit: Tayfun Salci/ZUMA Press Wire
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6 gennaio 2024 Aggiornato alle 15:00

Conciliare cura dei figli e lavoro retribuito, per le famiglie di oggi, è uno degli aspetti più complicati da gestire. Le mancanze dello Stato nell’assistenza all’infanzia pesa gravemente sui genitori e in particolar modo sulle donne, che sempre più di frequente, decidono di abbandonare la carriera per dedicarsi interamente all’impegno domestico.

Un welfare insufficiente, in termini di risorse per le famiglie, e la carenza di posti negli asili nido sono fattori in grado di incidere non solo sulla natalità ma anche sul divario di genere salariale e occupazionale.

Questo problema riguarda molti Paesi, tra i quali l’Italia, ma sta diventando estremamente dirompente in Inghilterra, dove i costi di assistenza per l’infanzia sono tra i più elevati al mondo, tanto da aver messo sotto pressione il governo britannico in vista delle elezioni 2024.

La Gran Bretagna è un Paese da bollino rosso sotto questo aspetto: carenza cronica di servizi e prezzi inaccessibili sono da tempo un problema insormontabile che pesa sulle famiglie e, in particolar modo, sulle donne. I dati dell’Ocse, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, evidenziano in Inghilterra un divario salariare crescente tra uomini e donne, frutto in particolar modo proprio dalla penalizzazione finanziaria causata dalla maternità.

Gli aspetti critici della questione sono riconducibili a: mancanza di fondi per i fornitori di servizi legati all’assistenza all’infanzia; età minima del minore per accedere alle ore gratuite di assistenza finanziate dal governo; quantità di ore gratuite fruibili per ogni bambino; posti disponibili negli asili nido e orario giornaliero di assistenza.

Un problema che se fino a poco tempo fa sembrava relegato alla gestione privata delle famiglie, negli ultimi anni è finalmente uscito dai confini domestici per acquisire l’urgenza che merita.

Se non esiste modo per assistere adeguatamente i propri figli durante l’orario lavorativo, le scelte a disposizione delle famiglie restano solo due: non fare figli o abbandonare il proprio posto di lavoro. Le conseguenze di tutto ciò per il Paese sono disastrose e vanno dal calo demografico all’abbassamento del Pil. Per non parlare della condizione femminile, con l’occupazione che decresce in favore del lavoro di cura non retribuito ma che, paradossalmente, diventa economicamente più conveniente a fronte di costi di assistenza all’infanzia insostenibili e inadeguati rispetto ai correnti stipendi medi.

Il governo inglese è sollecitato da tempo a cercare un modo efficace per riformare il sistema di supporto alle famiglie con figli sotto i 5 anni e il disagio è ormai talmente grave da essere diventato il punto centrale dell’attuale campagna politica.

Il partito laburista sta, infatti, vagliando la possibilità di creare ex novo migliaia di posti asili nido come parte di un’offerta agli elettori per le prossime elezioni. La ratio sottesa a questa proposta risiede nel fatto che le ore gratuite di assistenza, messe a disposizione delle famiglie inglesi, non sono utili se non si trovano concretamente posti disponibili nei pochi asili esistenti. Quel che va creato sono luoghi di assistenza, non solo ore gratuite di fruibilità degli stessi.

Il partito di Keir Starmer ha quindi incaricato l’ex capo dell’Ofsted, David Bell, di identificare nuovi modi per aumentare i livelli di assistenza all’infanzia, soprattutto per quella fascia di età che parte con la fine del congedo parentale e termina con l’inserimento dei minori alla scuola primaria.

Una fase critica che colpisce con durezza le famiglie, sprovviste di un luogo in cui portare i figli durante l’orario lavorativo o obbligate a sostenere costi troppo elevati.

Il piano dei laburisti prevede quindi la creazione materiale di migliaia di posti nido da realizzare all’interno di scuole già esistenti e nell’ideazione di un modello di assistenza all’infanzia modernizzato e che risponda alle esigenze concrete delle famiglie.

In questa ottica tutti i consigli locali sono incoraggiati a istituire asili nido presso gli edifici scolastici, in maniera tale da coprire anche quelle aree fino a ora considerate “deserte”, dove la presenza di asili nido gratuiti è diminuita drasticamente, incidendo ancora di più sulle fasce di popolazione con reddito più basso.

I dettagli di questo piano devono ancora essere definiti e condivisi, ma il partito laburista afferma che l’operazione sarà totalmente e adeguatamente finanziata. La leader Emily Thornberry ha annunciato a Good Morning Britain che sarà necessaria una propedeutica revisione, ma che tutto quello che prometteranno sul fronte elettorale sarà finanziato.

David Bell è stato appositamente incaricato non solo di valutare tutte le opzioni percorribili, ma anche di svolgere la revisione e identificare la strategia più efficace. Per farlo sono stati studiati e analizzati i sistemi di Australia, Irlanda ed Estonia al fine di riformare il modello inglese, in un progetto ambizioso assimilabile a quello del servizio sanitario nazionale.

Il sostegno alle famiglie con figli piccoli si è trasformato in un vero e proprio campo di battaglia elettorale. Considerata la gravità del disagio sociale che comporta, soprattutto per le donne inglesi, appare quindi vincente la scelta di farne un vero e proprio manifesto politico.

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