Diritti

Rompere il silenzio sull’Hiv con Conigli bianchi: artistə e attivistə contro lo stigma della sierofobia

In occasione della Giornata mondiale per la lotta all’Aids celebrata il 1 dicembre, La Svolta ha dialogato con Tony Allotta, artistə e attivistə di un collettivo impegnato in una corretta informazione sul tema
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2 dicembre 2023 Aggiornato alle 11:00

Il primo dicembre è stata la Giornata mondiale della lotta all’Aids e, secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità nel 2022 sono state effettuate 1.888 nuove diagnosi di infezione da Hiv, pari a 3,2 nuovi casi per 100.000 residenti. L’incidenza osservata in Italia è inferiore rispetto alla media dei Paesi dell’Europa occidentale e dell’Unione Europea (5,1 nuove diagnosi per 100.000 residenti) e la distribuzione delle nuove diagnosi di infezione da Hiv per modalità di trasmissione mostra come “dal 2012 al 2022 il numero più elevato è attribuibile alla trasmissione sessuale e, in ordine decrescente, a msm (men who have sex with men), maschi eterosessuali e femmine eterosessuali“.

Secondo la Lila, Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids, tra i problemi principali legati al tema ci sono scarsa informazione, errata percezione del rischio e paura dello stigma.

Quello che manca è un vulnus sanitario, sociale e culturale che permetta l’eliminazione delle diagnosi tardive: quasi il 60% di chi ha saputo di aver contratto l’Hiv nel 2022 era in una condizione clinica già molto compromessa o addirittura in Aids, non a caso il motivo principale per cui le persone eseguono un test è la comparsa di sintomi o patologie correlate: «Il fatto che la maggioranza delle persone con Hiv riceva la diagnosi quando si è già ammala o si sta ammalando è gravissimo – spiega Giusi Giupponi, presidente di Lila. – Vuol dire che queste persone, senza saperlo, hanno contratto l’infezione già da diversi anni e non avendo ricevuto terapie e cure possono aver subito danni rilevanti al sistema immunitario e alla propria salute e, anche, aver aumentato il tempo in cui, inconsapevolmente, l’Hiv può essere stato trasmesso ad altre persone».

A provare a cambiare la narrazione sul tema, dal 2014 è attivo Conigli Bianchi, un collettivo di attivistə, performers, fumettistə, illustratorə e attorə che ha deciso di aprire un discorso pubblico sui temi della sierofobia, rompendo il silenzio che circonda l’Hiv, divulgando informazioni aggiornate per contrastare lo stigma che grava sulle persone che vivono con Hiv.

Insieme a PrEP in Italia, dal 4 dicembre Conigli Bianchi sarà nelle librerie con il libro Sierocoinvoltə. La rivoluzione sessuale riparte dall’HIV edito da Eres Edizioni, una narrazione a più voci pensata per cambiare e decostruire la rappresentazione che ancora oggi si fa dell’Hiv.

In occasione del lancio del libro e della giornata mondiale contro l’Aids, che celebrata ieri, La Svolta ha incontrato Tony Allotta, artistə e attivistə del collettivo.

Chi sono i Conigli Bianchi?

Siamo artivistə che è un neologismo che mette insieme le parole arte e attivismo, usiamo il linguaggio artistico per veicolare delle informazioni, spingere a un auto consapevolezza, fare trasmissione della conoscenza orizzontale. La potenza del segno/gesto artistico nelle lotte politiche ha storicamente un grande impatto e ci sembra un buono strumento per sfatare i miti dello stigma perpetrato dall’informazione ufficiale che relega il virus dell’HIV a determinate categorie di persone. Dal momento che il virus esiste in natura, riguarda tutte le persone che abitano il Pianeta, come il Covid del resto. La sierofobia è conseguenza di questa cattiva informazione che utilizza ancora termini medievali come “untore”, e consiste nella paura nei confronti di chi vive con Hiv, generando così isolamento, discriminazione e stigma che ricopre tutte le interazioni sociali possibili.

Siamo natə come fumettistə contro la sierofobia quindi usavamo le immagine create da diversə artistə per ribaltare questo immaginario e dare informazioni che spingessero, a esempio, verso una sessualità libera, consapevole e consenziente. Cartoline, manifesti e bandiere da usare in campagne fatte in collaborazione con associazioni che si occupano di salute sessuale e infezioni sessualmente trasmissibili. Poi anche interventi live, spettacoli con performance create ad hoc e giochi interattivi sulla consapevolezza sessuale, sui rischi e sui piaceri, quindi anche dei workshop che mettono insieme l’esperienza teatrale con l’attivismo».

Come dovrebbero comportarsi gli organi d’informazione e a cosa dovrebbe servire una puntuale e corretta informazione sul tema?

L’informazione dovrebbe smettere di creare mostri da prima pagina e si dovrebbe spingere il pedale sull’educazione sessuo-affettiva e delle interazioni consensuale tra persone, da iniziare dall’infanzia. Noi crediamo nei coming out sierologici perché sono uno strumento potente politico e li usiamo molto nelle nostre serate e interventi pubblici, ma difendiamo anche il diritto alla privacy visto che chi è in Hiv e in terapia non trasmette più il virus e che questo non si trasmette con contatto basico e uso di oggetti, baci e oggi grazie a U=U e TASP (Trattamento come Prevenzione, la strategia di prevenzione globale dell’infezione da Hiv basata sulla somministrazione della terapia combinata antiretrovirale Haart alle persone che vivono con l’Hiv) neanche tramite sesso e gravidanza. Il collettivo Conigli Bianchi è formato al 50% da persone che vivono con Hiv e da un altro 50% da persone che non lo hanno, questo è frutto del sierocoinvolgimento.

La prevenzione e lo smantellamento dello stigma delle persone con Hiv hanno un rapporto strettissimo con un’educazione sessuale libera e consapevole, come mai se ne parla solo il 1 dicembre? Non dovrebbe essere uno dei temi nelle agende politiche in materia di salute pubblica?

Le poche conoscenze in merito ad Hiv, Aids e infezioni sessualmente trasmissibili sono la punta di un iceberg di ignoranza voluta e alimentata anche dalle Istituzioni che mantengono così un potere immenso e finiscono per essere solo degli organi punitivi a danni fatti.

Noi di Conigli Bianchi siamo totalmente immersi nella lotta intersezionale transfemminista contro il patriarcato. Non siamo alleatə, siamo parte attiva di questo movimento che si muove su temi di formazione, autocoscienza e trasmissioni di pratiche. Il tabù del sesso, parte integrante del sistema patriarcale, è il primo nemico anche della sessualità libera, fiera, consapevole e consensuale. La conseguenza di questo comportamento da parte delle istituzioni ha una sola conseguenza: la morte.

La campagna U=U è molto importante e ancora poco conosciuta ai più, ci spieghi cosa significa e cosa in termini di prevenzione è importante sapere?

U=U significa Undetectable equals Untrasmitable cioè non rilevabile è uguale a non trasmissibile, ossia se una persona fa il test e scopre di aver contratto il virus dell’Hiv inizia un protocollo terapeutico (in Italia gratuito) e in pochi mesi raggiunge una carica virale pari a zero e non trasmette più il virus, nemmeno in rapporti sessuali senza preservativo. Quindi se ci testiamo costantemente tuttə e superiamo la paura, visto che con Hiv si vive, fermiamo i contagi. Incredibile no? Perché i media non ne parlano? Forse è meglio far restare le persone nell’ignoranza?

Lə attivistə di Act Up dagli anni 80 urlanosilence = death”, silenzio uguale morte, perché non lə abbiamo ascoltatə? U=U insieme a PrEP (pillola per Profilassi pre-esposizione) sono grandi rivoluzioni che avrebbero meritato prime pagine e campagne statali per liberare chi vive con Hiv dall’alone viola della pubblicità “progresso” anni 80, che mostrava persone che avevano una vita sociale e sessuale libera e che venivano marchiate a vita.

Se hai notato non ho mai usato la parola “sieropositivə” ma sempre l’espressione “persone che convivono con Hiv”. Quel termine che nelle lotte si è usato per rivendicare uno status degno di considerazioni, oggi si cerca di non usarlo perché marchia nella totalità una persona, come disabile e altri termini simili che sintetizzano qualcunə con una sola caratteristica rendendola totalizzante rispetto alla complessità di vita.

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