La crisi climatica fa, letteralmente, sempre più paura
Quella per il cambiamento climatico e il riscaldamento globale è la paura più diffusa e allarma soprattutto gli adulti. Lo conferma il XV Rapporto dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, promosso da Fondazione Unipolis e Demos & PI, con i dati aggiornati a novembre 2023.
Questo mese il 55% dei 1.006 intervistati si è detto “frequentemente” preoccupato appunto riguardo a questi due problemi, il climate change e il global warming. Guardando le serie storiche del rapporto, si osserva che solo a luglio 2023 la percentuale era di quattro punti più bassa.
Tra le paure globali seguono quella dello scoppio di nuove guerre nel mondo, che si attesta al 54%, cresciuta dal 30 al 41% tra il 2020 e la scorsa estate, per poi subire un’impennata di ben 13 punti negli ultimi mesi e fino a oggi, evidentemente in concomitanza con l’improvvisa escalation delle tensioni in Medio Oriente.
La ricerca è stata effettuata su un campione di oltre 4.000 cittadine e cittadini con una parallela rilevazione europea su Italia, Germania, Francia e Finlandia.
In questa particolare graduatoria di ciò che ci “spaventa” seguono gli atti terroristici, la globalizzazione intesa anche come “l’influenza sulla vita e sull’economia” di tutto quanto capita nel mondo e infine l’insorgere di nuove epidemie.
È interessante riflettere poi su come le paure colpiscono le persone in base all’età.
A essere preoccupati dai cambiamenti climatici, dicevamo, sono soprattutto i più grandi: il 64% degli over 65 e il 57% di chi ha tra i 55 e i 64 anni si dichiarano frequentemente in pensiero per questi temi. Dando uno sguardo alle altre fasce anagrafiche, a sorpresa si scopre che al terzo posto ci sono i più giovani, tra i 28 e i 29 anni, con il 50%.
Tra gli anziani, comunque, l’allarme per lo scoppio di nuove guerre nel mondo (71%) è molto forte, anche più degli argomenti ambientali, mentre l’eventualità di atti terroristici continua a impensierire (62%).
Il report dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza è stato anticipato su Repubblica dal sociologo Ilvo Diamanti che riconduce la diffusione delle paure a un aumento della sensibilità collettiva nei confronti dell’idea rappresentata proprio dalla globalizzazione.
Le conseguenze di questo fenomeno socio-economico vengono amplificate dalle nuove tecnologie e quindi dalle dinamiche comunicative contemporanee, che rendono tutto immediato, accessibile e fruibile in ogni parte del mondo, conflitti ed eventi tragici inclusi.
Il rapporto dell’Osservatorio, nato nel 2007 con l’intento di rendere permanenti le indagini e le riflessioni sulla percezione sociale della sicurezza in Italia e in Europa, verrà presentato ufficialmente dalla Fondazione e da Demos il 6 dicembre 2023 dalle ore 11 alle 13 in un evento in streaming, con un focus speciale sulle incertezze dell’adolescenza grazie alla partecipazione di Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta.
La paura degli italiani per il futuro dell’ambiente è già emersa con forza a inizio anno nei dati del Future Consumer Index della società Ey: il 74% ce l’ha, il 63% è spaventato dal climate change, mentre l’85% cerca di ridurre il più possibile lo spreco di cibo anche a causa del rincaro dei prezzi.