Ambiente

Il 74% degli italiani ha paura per il futuro dell’ambiente

Il 63%, invece, è spaventato dal climate change, mentre l’85% cerca di ridurre il più possibile lo spreco di cibo (anche a causa del rincaro dei prezzi). I dati del Future Consumer Index della società Ey
Credit: Kentaro Toma
Tempo di lettura 3 min lettura
7 febbraio 2023 Aggiornato alle 15:00

Secondo il Future Consumer Index della società Ey - report che monitora i cambiamenti nei comportamenti dei consumatori - gli italiani rientrano tra le persone che si preoccupano maggiormente per il futuro e, più dettaglio, per l’ambiente, con una percentuale del 74% contro una media globale del 65%. Sopra la media anche per quanto riguarda le preoccupazioni relative al climate change (63% contro il 43%). L’Italia, infatti, relativamente al tema della sostenibilità, occupa il secondo posto tra i 24 Paesi che sono stati analizzati, preceduta soltanto dalla Cina.

Le preoccupazioni, però, emergono anche in ambito finanziario. Il clima geopolitico dell’ultimo anno, infatti, con le conseguenti ripercussioni economiche, hanno contribuito a modificare il comportamento dei consumatori. Il 73% pone in cima alla lista delle proprie paure l’aspetto economico - a causa dell’aumento per l’inflazione - mentre scendono quelle relative alla pandemia. Questo ha, inevitabilmente, portato i consumatori a risparmiare quanto più possibile ed evitare ogni tipo di spreco.

L’aumento dei prezzi sembra avere in parte rafforzato l’attenzione che le persone hanno verso la sostenibilità: si preferisce consumare “bene” e puntare sulla qualità, anziché sulla quantità. Non a caso, l’85% cerca di ridurre il più possibile lo spreco alimentare.

Ma l’attenzione allo spreco e alla sostenibilità non si riscontrano soltanto in ambito alimentare. In questo senso sono emblematiche le parole di Stefano Vittucci, Retail & Consumer Products Leader di Ey in Italia: «Emerge anche una maggiore accettabilità sociale legata a modelli di consumo come il second hand e il riuso. Una tendenza che le aziende, non più solo del lusso, hanno intercettato e sulla cui gestione ci chiedono un supporto, soprattutto lato retail».

La moda sostenibile, per esempio, per moltissimi italiani sta diventando una priorità: si preferisce riutilizzare ciò che già si possiede e molti puntano sul vintage o sui capi di seconda mano.

Rispetto al passato, si registra un incremento dei comportamenti responsabili per contenere l’impatto ambientale. Sicuramente, uno dei motivi è che esiste molta più informazione riguardo il tema, ma il merito è anche delle aziende che si impegnano a favorire acquisti a basso impatto ambientale. Un esempio? Il 32% degli italiani che ancora non ha acquistato una macchina elettrica afferma di volerne comprare una da oggi a 3 anni, mentre il 31% di voler acquistare, in futuro, molti più prodotti di seconda mano.

Leggi anche
occupazione
di Valeria Pantani 4 min lettura
Cambiamento climatico
di Manuela Sicuro 7 min lettura