Ambiente

Euro 7, il voto Ue ritarda la transizione ecologica

L’adeguamento dei motori delle auto rischia di slittare di due anni a causa della posizione negoziale votata dal Parlamento Europeo
Credit: KNXRT
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13 novembre 2023 Aggiornato alle 08:00

Il voto con cui il Parlamento Europeo ha sancito la propria posizione negoziale sugli Euro 7 rallenta il ritmo della transizione energetica.

Il cuore della discussione verte sempre attorno alle emissioni inquinanti dei motori come ossidi di azoto, particolato, monossido di carbonio e ammoniaca ma riguarda anche freni, gomme e batterie. D’altra parte le attuali norme in vigore sono ferme a sei anni fa.

Il 9 novembre 2023 gli eurodeputati, seguendo la stessa direzione già intrapresa dal Consiglio, sono stati chiamati a votare su una serie di provvedimenti ambientali, riguardanti anche i mezzi di trasporto. L’esito è stato questo: 329 sì a favore della posizione negoziale, 230 contrari e 41 astensioni. A vincere sostanzialmente è stata la cautela politica, quando mancano pochi mesi alle elezioni europee in programma all’inizio di giugno 2024.

Oltre alle trattative con i 27 Stati membri in programma questo mese e a dicembre, il prossimo passaggio sarà la stesura di una legge nell’ambito del Trilogo. Il testo però si preannuncia diluito rispetto alla proposta originaria effettuata dalla Commissione, come voluto da esponenti soprattutto conservatori e nazionalisti, ma anche da molti liberali e popolari, insieme a una quota di socialisti.

Se la Commissione pensava di introdurre le misure per le automobili nel 2025 e per i mezzi pesanti nel 2027, il Parlamento e prima ancora il Consiglio propendono per un’attenuazione delle scadenze. Così l’adeguamento dei mezzi di trasporto viene ritardato di due anni per quanto concerne le macchine e di quattro anni per camion e bus.

Il mondo della produzione e dell’industria automobilistica, con le relative associazioni di categoria, sembra molto soddisfatto dalla decisione dei deputati di annacquare il percorso verso la transizione verde, mentre si continuano a far pesare gli sforzi che dovranno essere sostenuti per rinnovare il parco dei mezzi e per avvicinarsi agli obiettivi della decarbonizzazione.

D’altra parte il relatore del provvedimento Alexandr Vondra ha commentato: «abbiamo raggiunto con successo un equilibrio tra gli obiettivi ambientali e gli interessi vitali dei produttori». Riguardo al punto di vista dell’Italia, il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso parla del voto come di un successo ottenuto.

Infine una nota del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin dice: «il nuovo testo sui criteri Euro 7 approvato a Bruxelles è un buon risultato negoziale, verso una transizione realistica e credibile. Adesso la grande partita, su cui questo Governo è fermamente impegnato, riguarda la possibilità che i biocarburanti facciano a pieno titolo parte dell’irrinunciabile percorso di riduzione delle emissioni dei veicoli».

Tra i contrari, oltre ai Verdi, si registra la posizione della Ong Transport & Environment: «il Parlamento dell’Ue ha sostenuto uno standard Euro 7 che non riesce ad aumentare significativamente le protezioni dell’inquinamento atmosferico oltre il suo predecessore Euro 6. È peggio che inutile, le compagnie automobilistiche lo useranno per il Greenwash».

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