Ambiente

Auto elettriche: è boom di colonnine di ricarica (quasi 50.000)

Il rapporto Motus-E racconta, anche nel Sud e nelle isole, l’aumento delle infrastrutture dedicate alla mobilità elettrica. Sempre bene la Lombardia, cresce la Campania
Credit: JUICE  

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30 ottobre 2023 Aggiornato alle 15:00

L’Italia si avvia verso l’importante cifra di quasi 50.000 colonnine per la ricarica delle auto elettriche.

Un dato che racconta come, a livello infrastrutturale, il nostro Paese si sta preparando all’annunciata (e in parte già in corsa) rivoluzione dell’elettrico in vista di quel 2035 dove l’Europa vieterà la vendita di motori a diesel e benzina.

A raccontare la crescita delle colonnine è il nuovo monitoraggio trimestrale di Motus-E che specifica come per uso pubblico al 30 settembre 2023 siano presenti nella Penisola 47.228 punti di ricarica.

Si tratta di “un incremento del 44,1% rispetto ai 32.776 registrati nello stesso mese del 2022. Nel trimestre luglio-settembre 2023 sono stati messi a terra 2.018 nuovi punti di ricarica, che portano l’installato totale dei 9 mesi a quota 10.456, livello più alto mai osservato nel periodo”.

Un bel segnale che, secondo gli analisti, potrebbe portare a una crescita record grazie ai fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), tanto che lo Stivale “può diventare un riferimento per tutta Europa”.

Inoltre da segnalare il fatto che un progresso nelle istallazioni delle colonnine stia avvenendo anche al Sud e nelle isole, territori dove prima mancavano una serie di infrastrutture necessarie per la transizione elettrica.

Attualmente proprio nel Meridione e sulle isole si concentra il 23% del totale dei punti di ricarica, a fronte del 21% del Centro e del 56% del Nord Italia.

Se poi si pone la lente di ingrandimento sulle regioni ecco che la Lombardia mostra continui segnali di crescita ed è la prima a sfondare quota 8.000 punti di ricarica sparsi sul territorio (8.094) con quasi il doppio delle colonnine rispetto alla seconda regione in classifica, il Piemonte (4.713).

Seguono poi Veneto (4.564), Lazio (4.558) ed Emilia-Romagna (4.050).

Osservando solo la crescita, bene la Campania (2.212 punti installati dall’inizio dell’anno) che fa meglio anche della Lombardia (2.123 nuovi punti da inizio 2023) e del Lazio (974 nuovi punti da inizio 2023), anche se ricordano da E-Motus che proprio il Lazio rischia di rallentare “a causa delle molteplici criticità del nuovo regolamento capitolino sulle infrastrutture di ricarica”.

Come spiega il segretario segretario generale di Motus-E, Francesco Naso, «la grande espansione della rete testimonia l’impegno degli operatori per dotare il Paese di un’infrastruttura realmente strategica e al servizio dei cittadini. In scia a questo sforzo l’Italia non può sprecare la carta che ha in mano ora per affermarsi tra i Paesi più avanzati in questo ambito, dove vanta peraltro una leadership industriale tanto importante quanto poco nota ai non addetti ai lavori. Attendiamo a breve il lancio dei nuovi bandi Pnrr per l’installazione delle colonnine di ricarica ad alta potenza in città e in ambito extraurbano. Se utilizzate pienamente, queste risorse daranno all’Italia una rete di ricarica davvero all’avanguardia, pronta a supportare la crescita dei veicoli full electric prevista dal Governo nell’ultimo aggiornamento del Piano energia e clima. Sulle infrastrutture di ricarica il Sistema Paese sta andando nella direzione giusta, pur non senza difficoltà. Il mercato auto è rimasto pericolosamente indietro, ma possiamo ancora recuperare terreno impiegando in modo più efficace le risorse già stanziate per gli incentivi: alzando il cap di prezzo per accedere alle agevolazioni, estendendoli in forma integrale ad aziende e noleggi e rivedendo in chiave green la fiscalità sulle flotte, utilizzando gli avanzi – specialmente sui plug-in – dei bonus del 2022 e del 2023».

Infine dal report Motus-E arriva anche una indicazione positiva per quanto riguarda i punti di ricarica sulle autostrade: con 851 punti registrati a settembre siamo ormai a +541 rispetto a un anno fa e «circa l’80% dei punti di ricarica in autostrada ha una potenza maggiore di 43 kW e il 59% supera i 150 kW».

Come chiosa Naso, «sulla grande viabilità si stanno facendo passi avanti molto importanti e nelle scorse settimane hanno visto la luce i primi bandi, sperimentali, previsti dalla normativa. L’auspicio ora è che si rompa l’impasse che ha visto fino a oggi un ingiustificabile immobilismo da parte di alcuni concessionari autostradali».

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