Culture

Stasera cucini tu!

Secondo un report sulle abitudini culinarie globali, l’Italia sarebbe l’unico Paese al mondo in cui nel 2022 le donne hanno cucinato meno degli uomini. Fumo negli occhi o la speranza per un vero cambio culturale?
Credit: Malte Helmhold
Tempo di lettura 6 min lettura
3 dicembre 2023 Aggiornato alle 11:00

L’azienda Cookpad, che detiene la proprietà di uno dei maggiori siti internet di condivisione di ricette al mondo, insieme alla società di consulenza Gallup ha rilasciato per il quinto anno consecutivo A global analysis of cooking around the world, un report che esamina le diverse abitudini culinarie (in termini di pasti cucinati e consumati in casa rispetto a quelli già pronti) nel mondo. I risultati relativi al 2022 sono particolarmente interessanti, sia a livello globale che per quanto riguarda il nostro Paese.

Trend globali

L’analisi rivela che a livello globale tra il 2021 il numero di pasti (pranzi e cene) cucinati in casa è passato da una media di 6,9 pasti a settimana a 6,4, riassestandosi a livelli pre-pandemia (erano 6,5 nel 2018). Secondo gli autori questi dati vanno interpretati come un ritorno alla normalità delle abitudini culinarie dopo lo scossone portato dal Covid che aveva forzato un maggior numero di pasti cucinati (e consumati) in casa. È importante notare come per “cucinato in casa” il report considera solo i pasti preparati da zero a partire da ingredienti crudi, e dunque esclude a esempio gli avanzi del giorno prima o pasti acquistati già pronti e solo da scaldare.

Da questo punto di vista molto interessanti, e in qualche modo inaspettati, sono i dati aggregati che mostrano come l’Europa (settentrionale, occidentale e meridionale) sia ancora l’area che cucina di più in casa al mondo con una media di 7,8 pasti a settimana, seguita da America Latina e Caraibi e dal Sud Est Asiatico e area del Pacifico con 7,2 pasti a settimana. Dove si cucina meno al mondo sono invece gli Stati Arabi (il gruppo include Iraq, Giordania, Kuwait, Libano, Territori Palestinesi, Arabia Saudita, EAU e Yemen) con appena 4,6 pasti a settimana.

Curiosamente per alcune regioni non sembra esistere un collegamento tra il numero di pasti cucinati e quelli consumati in casa. a esempio, in Nord Africa si consumano in media 11,5 pasti in casa, ma la media di quelli cucinati è appena 5. In generale il numero di volte in una settimana in cui si cucina è sempre minore a quello in cui si consuma un pasto in casa. Dal momento che il report non considera come “cucinato” un pasto composto da avanzi scaldati questo mostrerebbe che, soprattutto in alcune zone del mondo, c’è una tendenza a pianificare con anticipo l’alimentazione, cucinando molto in poche volte per poi distribuire il cibo durante la settimana.

Spostando l’analisi a livello più micro, i dati mostrano come il Paese dove si è cucinato di più al mondo è El Salvador, seguito nella classifica da Francia, Venezuela e Irlanda. L’Italia, con una media di 8,2 pasti a settimana, si colloca al nono posto, dopo la Germania e appena prima di Belgio e Spagna. I Paesi che hanno cucinato meno nel 2022 sono invece la Palestina (3 pasti a settimana), la Giordania (3,2) e Taiwan (3,4).

Il gender gap e il caso dell’Italia

Secondo quanto riportato dal report, nonostante dal 2018 al 2021 il gender gap in cucina abbia mostrato un trend discendente, nel 2022 è tornato a crescere in maniera significativa.

In generale ogni anno i dati mostrano che le donne cucinano molto più degli uomini, ma da una differenza di 5,2 pasti a settimana del 2018 si era scesi a 4 nel 2021. L’anno scorso però la differenza è tornata a essere 4,7.

È interessante notare che la differenza è dovuta unicamente a una diminuzione dei pasti cucinati dagli uomini (da 4,7 del 2021 a 4 nel 2022) mentre il numero di quelli cucinati dalle donne è rimasto invariato (8,7). Questo nonostante il numero effettivo di pasti consumati a casa dagli uomini sia aumentato tra i due periodi considerati.

Naturalmente i numeri del gender gap sopra presentati sono una media globale e possono variare moltissimo da Paese a Paese e in base alle diverse condizioni socioeconomiche.

Secondo il report, il fattore che crea meno variazione nel gender gap è la situazione lavorativa. Le donne, infatti, si sobbarcano la maggior parte dell’impegno di cucinare a prescindere dal fatto che siano inserite nel mondo del lavoro. Impegno più gravoso per le donne che lavorano in proprio, che cucinano in media 6,7 pasti a settimana più degli uomini che lavorano in proprio, mentre per le dipendenti full time la differenza con le loro controparti maschili è di 4,2 pasti a settimana in più.

Importanti differenze sono dovute invece alle dimensioni del nucleo familiare e dallo stato civile. Le donne sposate cucinano 6,9 pasti a settimana in più degli uomini sposati, e 5,6 in più se il nucleo familiare è composto da più di 5 persone. Per le donne che vivono da sole la differenza è di appena 1,3 pasti a settimana.

Anche avere figli contribuisce ad acuire il gender gap. Le madri con figli al di sotto dei 15 anni cucinano 5,5 pasti a settimana più dei padri che, non troppo sorprendentemente, cucinano esattamente quanto gli uomini senza figli. Le donne senza figli invece cucinano quasi 2 pasti a settimana in meno delle donne con figli.

Gli altri due fattori tenuti in considerazione dal report sono la posizione geografica e il livello di istruzione. I dati rilevano che il gender gap è maggiore in zone rurali e villaggi, mentre diminuisce sensibilmente in aree urbane e suburbane. Per quanto riguarda il livello di educazione l’analisi mostra che per le donne con educazione primaria o inferiore la differenza di pasti cucinati rispetto alle loro controparti maschili è di 5,4, numero che scende drasticamente a 3 nel caso di un istruzione di almeno 4 anni oltre il livello superiore.

A livello geografico al primo posto dei Paesi con il maggiore gender gap troviamo l’Etiopia con una differenza di 8,6 pasti cucinati tra uomini e donne in una settimana, seguita da Tagikistan (8,2) ed Egitto, Nepal e Yemen (a pari merito con 8,1).

Il gender gap raggiunge quasi lo zero in molti Paesi europei, ma dappertutto le donne continuano a cucinare più degli uomini con un’unica eccezione: l’Italia. Secondo gli autori del report questo dato è sorprendente, soprattutto considerando che solo nel 2020 le donne cucinavano in media 5,1 pasti a settimana più degli uomini. Il gap aveva già iniziato a scendere nel 2021, sebbene non abbastanza da portare l’Italia tra i primi dieci Paesi con il gender gap minore, ma ora ciò che stupisce è che sono gli uomini a cucinare di più, sebbene la differenza sia solo di 0,4 pasti a settimana, una situazione mai raggiunta finora neanche da un leader nell’uguaglianza come l’Islanda.

Rimane da capire il perché di questo cambiamento, e sarà sicuramente interessante tenere monitorato questo dato per scoprire se il trend si confermerà, indicando un vero e proprio cambio culturale e di paradigma.

Leggi anche
Violenza sulle donne
di Costanza Giannelli 6 min lettura
Disparità di genere
di Chiara Manetti 4 min lettura