Diritti

Con il Covid abbiamo perso 8 mesi di vita

L’Italia è al 14° posto nella classifica dei Paesi più longevi della World Bank, con una media di 83 anni: prima della pandemia per gli uomini era 81, per le donne 85
Credit: Cottonbro studio
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26 ottobre 2023 Aggiornato alle 19:00

La longevità, sai, è come il vento. La lontananza cantata da Domenico Modugno potrebbe essere rivisitata così, dati i numeri post pandemia forniti dalla Banca Mondiale. Quella canzone resta eterna, mentre sembra esserlo meno l’aspettativa di vita degli italiani, duramente intaccata dal Covid-19, che ci ha fatto letteralmente perdere 8 mesi di esistenza.

Così la media stenta a risalire sopra la soglia degli 83 anni e il Belpaese scivola lungo le classifiche dei Paesi più longevi: è 14° secondo la World Bank e decima secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite. E pensare che fino a qualche tempo contendevamo i primi posti al Giappone, alla Corea del Sud, alla Francia e alla Spagna.

Se proprio vogliamo tornare con la mente al periodo in cui il Coronavirus imperversava attraverso lo Stivale e il Pianeta, dobbiamo fare i conti con il fatto che durante il biennio 2020-2021, nel cuore della pandemia globale, gli italiani hanno smarrito un anno netto di vita media. Non solo. C’è un secondo dato altrettanto preoccupante: fino a oggi questa perdita è stata rimontata solo in parte. Diciamo che siamo a metà strada.

Gli esperti di demografia (ma anche tutti noi comuni “mortali” che non vedevamo l’ora di metterci il virus alle spalle) ipotizzavano che dopo la scorsa primavera, con l’approssimarsi dei casi di positività allo zero, si potesse prospettare una ripresa decisa e veloce dell’aspettativa di vita. Le cause di questa risalita così lenta e graduale non sono ancora state chiarite.

Sappiamo però che all’estero non stanno facendo la stessa fatica. Alcune nazioni del nord Europa come Francia, Belgio, Svizzera, Danimarca, Finlandia e Svezia hanno recuperato in poco tempo il terreno perduto. La Norvegia ha addirittura migliorato la propria longevità, come accaduto anche a Corea del Sud e Taiwan.

Di certo comunque l’Italia è in buona compagnia: Stati come Spagna, Germania e Gran Bretagna sono in una situazione analoga mentre guardando verso est, dalla Bulgaria alla Slovacchia, si assiste a una fase calante. Pure negli Stati Uniti d’America è in atto un “accorciamento” dell’esistenza.

Secondo i dati di Age-it, rete italiana di università, enti di ricerca e imprese specializzata negli studi sull’invecchiamento, prima del Covid, fino al 2019, i maschi avevano una vita media di 81,1 anni; nel corso della pandemia si è scesi fino a 79,8 e adesso si è arrivati a 80,5. Manca proprio la quota corrispondente a 8 mesi, che il virus si è portato via.

La longevità è democratica. Allo stesso modo le donne, che avevano un’aspettativa di 85,4 anni, durante i contagi hanno subito un calo a 84,5 e oggi sono a 84,8. Il divario corrisponde sempre a 8 mesi, assenti ingiustificati. Che le donne vivessero più a lungo infatti lo sapevamo già.

Lo spetto delle possibili motivazioni davanti al calo della longevità è vario. Innanzitutto occorre prendere in considerazione il fatto che l’aspettativa di vita abbia un confine oltre cui non si può andare e forse la media italiana l’ha già raggiunto, visto che all’inizio di questo millennio cresceva rapidamente. Un altro aspetto riguarda l’assistenza agli anziani: per curarli, servono i giovani. Ma la natalità è un altro punto molto dolente per il Belpaese.

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