Bambini

Entro il 2030, 931 milioni di ragazze vivranno un evento meteo estremo

50,4 milioni assisteranno a inondazioni e 23,5 a siccità; per far fronte alle perdite causate dalla crisi climatica, le famiglie daranno in sposa le proprie figlie. I dati di Save the Children
Una giovane della Newar community durante il suo matrimonio
Una giovane della Newar community durante il suo matrimonio Credit: Amit Machamasi/ZUMA Press Wire)

Quando crisi climatica e abusi di genere si uniscono, le bambine si ritrovano a vivere una doppia violenza che nasce dall’intersezionalità dei 2 fattori. Su questa linea si pone il nuovo rapporto di Save the Children, Girls at the centre of the storm: Her planet, her future, her solutions, secondo cui circa due terzi dei matrimoni infantili avvengono in regioni con rischi climatici superiori alla media.

Alluvioni, ondate di calore, cicloni e siccità sono tutti eventi meteorologici estremi che hanno una correlazione con l’aumento dei matrimoni infantili. La combinazione di questi fattori mette a rischio i diritti delle bambine in Bangladesh, in tutta l’Africa sub-sahariana e non solo. Questi Paesi, oltre a essere colpiti da gravi e frequenti disastri climatici, sono al centro di conflitti e registrano alti livelli di povertà e disuguaglianza di genere.

Un po’ di numeri

L’analisi di Save the Children mostra che entro il 2030, quasi il 60% delle ragazze (931 milioni) sperimenterà almeno un evento meteorologico estremo, come inondazioni, siccità o ondate di calore: 50,4 milioni di ragazze vivranno inondazioni, 23,5 milioni siccità, 239 milioni ondate di calore.

La crisi climatica avrà un impatto sulle loro vite, con conseguenze anche sul loro futuro, come per esempio l’impossibilità di completare il percorso di studi. Si stima infatti che nel 2021 circa 4 milioni di bambine in Paesi a basso reddito hanno perso la possibilità di completare la propria istruzione a causa di eventi climatici estremi.

Save the Children fa anche un elenco dei 10 hotspot globali al centro della crisi climatica e con il maggior numero di matrimoni infantili: Bangladesh, Burkina Faso, Repubblica centrafricana, Ciad, Guinea, Malawi, Mali, Mozambico, Niger e Sud Sudan.

Questi territori hanno alcune delle popolazioni più giovani e in più rapida crescita del mondo. Il numero di bambine nei 10 principali hotspot è destinato ad aumentare di 2,3 milioni, passando da 29,9 milioni a 32,2 milioni entro il 2030; entro il 2050, 39,9 milioni.

I Paesi coinvolti e perché

Il mondo è alle prese con un peggioramento della crisi alimentare. In questo scenario il matrimonio infantile viene utilizzato per rispondere alla perdita di reddito o alla scarsità di cibo, sia a causa dei ritorni economici legati al matrimonio (come il prezzo della sposa o la dote) che semplicemente per assicurarsi che una famiglia diversa da quella di origine sia responsabile della copertura dei costi del cibo e delle cure per una ragazza.

L’ analisi dei dati storici mostra che a livello globale un aumento o una diminuzione del 10% delle precipitazioni è associato a un aumento dell’1% del numero di matrimoni precoci.

Il Corno d’Africa è la zona più colpita dalla crisi: qui stanno emergendo prove di un aumento dei matrimoni infantili. Nelle zone dell’Etiopia più colpite dalla siccità e dalla carenza di cibo, i tassi sono aumentati del 119% nel 2022 rispetto al 2021. Inoltre, quasi 1 persona su 4 intervistata in Somaliland ha riferito di un aumento della violenza di genere (compresi matrimoni infantili, violenza domestica e sessuale) a seguito della prolungata siccità.

Nello Zimbabwe sono stati recentemente segnalati casi di ragazze che hanno iniziato a sposarsi nella speranza di aumentare il loro accesso al cibo, mentre l’Unicef stima che le mutilazioni genitali femminili (a volte considerate un requisito per il matrimonio) siano aumentate fino al 27% nelle aree più colpite dalla crisi alimentare.

La regione del Sahel centrale (compresi Burkina Faso, Mali e Niger) si trova ad affrontare conflitti, povertà e il più alto tasso di matrimoni precoci al mondo. Questa regione, in particolare, ha vissuto il momento peggiore della crisi alimentare nel 2022, ma già l’anno prima un’imprevedibile stagione delle piogge aveva danneggiato i raccolti e determinato l’aumento dei prezzi di cibo e fertilizzanti.

Spostandoci in Asia Meridionale, il Bangladesh registra ancora uno dei tassi di matrimoni precoci più alti al mondo (51%): qui, un numero maggiore di mesi secchi è associato a un aumento del rischio di matrimoni precoci nelle aree rurali. In Pakistan, i tassi di matrimonio precoce delle ragazze di età compresa tra 15 e 17 anni sono aumentati dal 10,7% al 16% a seguito delle inondazioni del 2010.

Le conseguenze per le bambine e le ragazze

Le disuguaglianze di genere sono la causa principale del matrimonio infantile, ma altri fattori di rischio aumentano la probabilità che una bambina si sposi. Tra questi, l’abbandono della scuola, la povertà, la carenza di cibo, la gravidanza o la nascita di un bambino e l’esposizione alla violenza.

In questi contesti di crisi, quella climatica è un altro fattore che funge da moltiplicatore di minacce, che porta a un aumento e alla sovrapposizione delle disuguaglianze esistenti con conseguenze per la sicurezza e il benessere delle ragazze.

In tutto il mondo, gli impatti dei disastri climatici hanno diverse conseguenze le per bambine e ragazze:

- esposizione a molestie e abusi sessuali;

- sovraffollamento e mancanza di servizi sicuri; infatti, in seguito ai disastri, per far fronte alla povertà, le famiglie ricorrono a strategie di sopravvivenza dannose come il lavoro minorile e il matrimonio infantile;

- abbandono delle proprie case, che ciò costringe le bambine ad abbandonare la scuola. Si stima che 8 persone sfollate a causa dei cambiamenti climatici su 10 siano donne e ragazze. Le giovani che si spostano, poi, rischiano di interrompere i propri studi, di non avere accesso ai servizi sanitari e un veder crescere la violenza di genere negli affollati e insicuri centri di permanenza e campi profughi;

- riduzione dell’accesso delle ragazze al cibo di cui hanno bisogno per essere sicure, sane e prendere decisioni sulla loro vita e sul loro corpo;

- interruzione dell’accesso a servizi e informazioni riguardo la salute sessuale e riproduttiva. Per esempio, le ragazze potrebbero avere difficoltà di accesso agli anticoncezionali o le donne incinte potrebbero non rivolgersi a servizi e visite di cura prenatale;

- scarsità di risorse che può creare tensioni o provocare conflitti.

Nonostante ciò, meno del 2% dei piani climatici nazionali menziona le bambine e meno del 4% dei progetti di finanziamento per il clima nominano o considerano in modo significativo le ragazze per l’inclusione nelle attività, per la consultazione o per gli investimenti.

Il silenzio dei responsabili

A essere maggiormente responsabili dei cambiamenti climatici sono i Paesi ad alto reddito.

L’1% dei Paesi più ricchi è responsabile del 23% delle emissioni globali di anidride carbonica, mentre il 50% degli Stati più poveri è responsabile del 16%, solo tra il 1990 e il 2019. Questo squilibrio e la mancanza di responsabilità da parte dei Paesi ad alto reddito fanno parte di una lunga storia di ingiustizie e disuguaglianze frutto del colonialismo.

Nel 2015, 196 Governi hanno sottoscritto l’Accordo di Parigi, un trattato internazionale che mira a limitare le emissioni di gas serra e l’aumento della temperatura globale a 1,5 °C. L’Accordo riconosce anche che gli Stati dovrebbero promuovere l’uguaglianza di genere mentre agiscono sui cambiamenti climatici. Tuttavia, le ragazze non sono menzionate da nessuna parte in questo documento.

Nel 2022, i leader presenti a Cop27 hanno deciso di creare il fondo Loss and damage, ossia un fondo per tentare di riparare i danni causati nel corso dei decenni. Le perdite a cui si fa riferimento sono, per esempio, di tipo monetario, di biodiversità o traumi causati da un disastro climatico. Questo aspetto è particolarmente rilevante per le bambine che vivono nei Paesi che affrontano i peggiori impatti della crisi climatica, in quanto queste ragazze possono aver sperimentato la morte o malattie o disagi ai membri della propria famiglia; aver visto le loro proprietà danneggiate o aver assistito alla perdita del reddito dei genitori; o ancora, aver affrontato una migrazione forzata.

Soluzioni che funzionano per le ragazze e per il Pianeta

I leader mondiali e le aziende fossili conoscono da decenni la portata degli impatti della crisi climatica su persone e Pianeta, ma continuano a contribuire al riscaldamento del globo senza pensare concretamente a finanziamenti per le soluzioni.

Quando si parla di soldi spesi per la crisi climatica, le ragazze sono spesso considerate un “gruppo vulnerabile” piuttosto che agenti di cambiamento. Bisogna superare questo modo di vedere la realtà attraverso la valorizzazione delle bambine, lasciando loro spazio, affinché le loro voci vengano ascoltate per creare un cambiamento positivo nelle loro comunità e nei loro Paesi.

Secondo il rapporto di Save the Children, ci sono 3 modi per rispondere agli impatti specifici della crisi climatica sulle ragazze e lavorare per l’uguaglianza di genere come forma di azione per il clima:

1. rendere l’uguaglianza di genere e la protezione dalla violenza 2 priorità nell’azione per il clima;

2. investire in azioni di prevenzione per rendere efficienti i sistemi e i servizi di cui le ragazze hanno bisogno;

3. sostenere le giovani.

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