Ambiente

Le ondate di calore saranno più lunghe e intense?

Una nuova analisi del The Washington Post in collaborazione con la Ong CarbonPlan ha calcolato i possibili scenari nei prossimi decenni. In cui gran parte dell’umanità subirà il peggioramento degli effetti del climate change
Credit: EPA/MICHAEL REYNOLDS
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13 settembre 2023 Aggiornato alle 15:00

Le ultime rilevazioni della World Meteorological Organization (Wmo) mostrano che nel 2023 si è verificata l’estate più calda mai misurata nell’emisfero settentrionale.

Per il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres la crisi climatica-ambientale si sta aggravando rapidamente: «Il nostro Pianeta ha appena vissuto una stagione di ebollizione: l’estate più calda mai registrata. Il collasso climatico è iniziato».

L’aumento delle temperature globali sta incrementando in diverse regioni del mondo le ondate di calore, con una temperatura percepita sempre più elevata e una durata delle ondate che si allunga di anno in anno.

Una nuova analisi condotta dalla testata giornalistica americana The Washington Post, in collaborazione con la Ong CarbonPlan, ha calcolato i possibili scenari dei prossimi decenni, dove gran parte dell’umanità subirà il peggioramento delle condizioni climatiche.

Secondo gli scenari futuri, elaborati attraverso sofisticate proiezioni climatiche prodotte dai super-computer della Nasa, nel 2050 oltre 5 miliardi di individui potrebbero sperimentare un mese di caldo estremo, rispetto ai 4 miliardi previsti per il 2030 e ai 2 miliardi di oggi.

Per ottenere queste statistiche i team di ricerca hanno usato una particolare unità di misura, chiamata wet-bulb globe temperature, che unisce le temperature rilevate, il grado di umidità, la luce solare e il vento. Grazie a questo indicatore è possibile valutare l’impatto delle ondate di calore sul corpo umano.

L’analisi del The Washington Post e di CarbonPlan colloca la soglia di pericolosità intorno ai 32 °C, una temperatura in grado di provocare malori e stress da caldo negli adulti attivi per più di 15 minuti all’aria aperta.

Questa soglia sarà probabilmente superata in diverse parti del mondo nei prossimi decenni, costringendo 1,3 miliardi di persone a cercare rifugio in luoghi più freddi.

L’impatto delle ondate di calore avrà effetti nefasti soprattutto nelle aree più popolate e povere del mondo, dalle regioni africane a quelle dell’Asia meridionale. «Sarà una delle sfide più grandi che dovremo affrontare come società umana», ha affermato Matthew Huber, professore di scienze della terra alla Purdue University.

Allo stato attuale uno dei Paesi più colpiti da questi fenomeni è il Pakistan, che nel 2022 ha sperimentato delle violenti alluvioni, con oltre 30 milioni di persone coinvolte, 1.700 morti e il 13% del sistema sanitario della nazione andato distrutto, in combinazione con molteplici ondate di calore che si sono ripresentate nel 2023. «La crisi del Pakistan è stata quasi profetica. Guardate quest’estate. Mentre il mondo infrange i record di temperatura, i Paesi hotspot climatici come il nostro sentiranno immediatamente il calore», ha dichiarato Sherry Rehman, ministro pakistano per il Clima, giunto a fine mandato.

Le ondate di calore non comportano solo malori per le persone esposte al Sole o prive di aria condizionata, ma anche l’aumento delle malattie trasmesse dagli insetti, come la malaria.

Negli ospedali pakistani è stato rilevato un afflusso insolito di pazienti infetti, nei mesi compresi tra febbraio e giugno, che tendenzialmente sono i meno problematici durante l’anno. Il Paese presenta oltre 3 milioni di casi sospetti di malaria, rispetto ai 2,6 milioni del 2021.

Anche la natalità sta venendo compromessa dalle condizioni climatiche: «Gli aborti sono aumentati a causa del caldo intenso. Quando una volta abortivano 3 pazienti incinte su 10, ora ne hai 5 o 6 su 10. Il numero dei bambini con basso peso alla nascita sta aumentando drasticamente», ha raccontato Zainab Hingoro, un’operatrice sanitaria locale.

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