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Transizione energetica, E.ON: «È il momento di diventare concreti»

Daniela Leotta, Chief Digital and Innovation Officer & Board Member dell’operatore energetico, ha raccontato a La Svolta alcune delle iniziative green messe in campo dalla società
Daniela Leotta, Chief Digital and Innovation Officer & Board Member di E.ON Italia
Daniela Leotta, Chief Digital and Innovation Officer & Board Member di E.ON Italia
Tempo di lettura 8 min lettura
25 ottobre 2023 Aggiornato alle 08:00

Tanti si “riempiono la bocca” con il termine transizione energetica ma i fatti latitano. Ci sono però realtà seriamente impegnate sulla via della sostenibilità: d’altra parte, nel 2022 in Italia solo la crescita del fotovoltaico è stata del 126% rispetto al 2021.

Tra i maggiori operatori europei c’è E.ON, player internazionale dell’energia con sede principale a Essen, in Germania: offre soluzioni per rendere più efficienti e indipendenti abitazioni, condomini e aziende. Sono 900.000 le famiglie clienti nel nostro Paese e 760.000 le tonnellate di emissioni di CO2 evitate grazie all’energia verde venduta.

La Svolta ha intervistato Daniela Leotta, Chief Digital and Innovation Officer & Board Member di E.ON Italia, che ha illustrato la strategia Make Italy Green, le 10 priorità Esg perseguite (Environmental, Social e Governance) e il Bilancio di Sostenibilità, un documento che evidenzia i progressi raggiunti dall’azienda e le azioni virtuose messe in campo per rendere l’Italia e il proprio business più sostenibili e responsabili.

A che punto siamo in Italia con la transizione energetica?

È sempre più al centro del dibattito e se ne sente tanto parlare, però questo è il momento anche di diventare molto concreti. Sappiamo che il rischio di greenwashing è rilevante, mentre la concretezza e la misurabilità sono gli elementi che ci faranno veramente cambiare il passo su questi temi.

Per quanto ci riguarda, visto che siamo tra le società al centro di questo passaggio, da una parte ci sono tutte le possibilità che offriamo alle persone sia in termini di energia green (diamo già elettricità da fonti rinnovabili a tutti i nostri clienti residenziali) sia con le soluzioni di auto-produzione come gli impianti fotovoltaici: ne abbiamo installati 3.300. Dall’altra parte bisogna proprio lavorare su un cambiamento culturale, con tutte quelle azioni che portano a un consumo molto più consapevole.

Quale può essere lo strumento di questa azione?

Crediamo molto nelle comunità energetiche rinnovabili che mettono assieme residenti, aziende e pubblica amministrazione. Consentono una vera produzione di energia sul posto, condivisa con i vicini, ma manca ancora l’ultimo miglio da un punto di vista normativo. C’è sicuramente una crescente attenzione anche su questo tipo di modello completamente nuovo, tant’è che sul piano dell’autoconsumo collettivo (ovvero le comunità energetiche che sono legate a un condominio) siamo già attivi, ne abbiamo più di 20 e registriamo un forte interesse da parte dei clienti industriali che vogliono iniziare questa avventura.

E.ON punta a sensibilizzare la cittadinanza attraverso il purpose Make Italy Green. L’Italia è pronta per un movimento partecipativo di questo tipo?

Si è pronti nel momento in cui lo si rende accessibile. Vediamo che le persone reagiscono, è chiaro che devono capire il proprio ruolo e le proprie leve. Per questi motivi, accanto alle attività di business, abbiamo lanciato Make Italy Green: come diceva lei, è un movimento partecipativo con l’intento di aggregare persone, anche non nostri clienti, e di sensibilizzarle su quello che può essere un futuro migliore e più sostenibile.

Questo significa coinvolgere tutti, dalle aziende alle istituzioni fino ai cittadini, e soprattutto lavorare con le nuove generazioni: hanno dato segnali di forte sensibilità e anche i ragazzini più piccoli si rendono comunque conto del problema. Un recente sondaggio ha evidenziato che circa il 70% dei docenti ritiene che i ragazzi siano particolarmente preoccupati per il futuro dell’ambiente e quindi sensibili sul tema.

Cosa si può fare ancora sul piano culturale?

Il cambiamento culturale passa attraverso la consapevolezza, per questo cerchiamo di mettere a disposizione degli strumenti anche digitali, a esempio sulla nostra App, dove è possibile rendersi conto in maniera veloce del proprio impatto ambientale e ricevere consigli per ridurlo. Tutto questo avviene sempre nell’ottica di sensibilizzare su un tema che per noi è molto rilevante.

Oltre a iniziative di sensibilizzazione e divulgazione, vi impegnate anche in attività concrete sul territorio come la piantumazione di alberi. Che risultati state ottenendo?

Sulla piantumazione degli alberi siamo partiti con netto anticipo rispetto alle iniziative che si vedono adesso e che ci fa piacere che vengano riprese. Abbiamo iniziato nel 2011 con un modello che è anche particolare perché abbiamo cercato di piantare gli alberi in collaborazione con i nostri clienti: al momento di sottoscrivere determinati contratti, possono scegliere di partecipare a questa iniziativa.

Siamo arrivati a oltre 110.000 alberi, abbiamo l’obiettivo di raggiungere quota 125.000 nel 2025 sempre con questa modalità condivisa e li abbiamo piantati in varie regioni d’Italia, di solito dove abbiamo particolari concentrazioni di clienti, perché così possono toccare con mano e fare una passeggiata nei boschi E.ON man mano che crescono.

Come vanno invece le riforestazioni marine?

Nel 2019 abbiamo lanciato l’attività Energy4Bluenper la salvaguardia degli ecosistemi, arricchita poi dalla piantumazione di posidonia marina. Anche in questo caso abbiamo coinvolto sempre le nuove generazioni. Quest’anno 200 fra ragazzi e bambini hanno partecipato alle Summer School proprio su questi temi, organizzati alle Tremiti, nel Golfo di Palermo e a Filicudi. Poter toccare con mano fa la differenza.

Il vostro Gruppo si impegna a rendicontare in modo chiaro e trasparente i risultati ottenuti. Quali obiettivi avete già raggiunto su questo piano?

Abbiamo due livelli di rendiconto, perché riteniamo che parlare di sostenibilità non ha senso se poi non ci sono elementi concreti. Da una parte c’è il gruppo: condividiamo tutti i nostri indicatori e attività. Dall’altro l’Italia ormai è già qualche anno che redige in maniera volontaria il bilancio di sostenibilità, proprio per dare un maggior dettaglio, rivolgendoci agli stakeholder italiani.

In questo bilancio di solito rappresentiamo la continuità della storia di E.ON. Come azienda, a volte ce lo diciamo, siamo particolarmente fortunati: agiamo già con un business che supporta la transizione energetica, ma vogliamo anche avere un ulteriore passo in avanti. L’ultimo bilancio che abbiamo fatto ha dimostrato a esempio che nel 2022 sono state vendute 24.000 soluzioni energetiche.

Come avete agito dal punto di vista sociale?

In effetti abbiamo sia la parte di business sia un panorama molto ricco di attività a contorno, che dimostrano il nostro impegno nella sostenibilità a tutto tondo, secondo ogni criterio Esg. Ci siamo impegnati anche da un punto di vista più sociale, abbiamo una forte attenzione al volontariato. Cerchiamo di coinvolgere sia i nostri colleghi sia i clienti, con attività legate alla piantumazione degli alberi ma anche alla pulizia delle spiagge: a esempio di recente, il 23 settembre, ce n’è stata una in collaborazione con Legambiente, cui hanno partecipato colleghi, clienti, amici e familiari.

Qual è la vostra visione del benessere dei dipendenti?

Mi piace citare un’iniziativa in particolare: accanto alle attività previste in termini di HSSE (Health, Safety, Security and Environment, ndr), abbiamo lanciato quest’anno un percorso di mindfulness dal titolo Unlock your full potential, per dare a ogni collega la possibilità di esprimere la propria massima potenzialità, non solo sul lavoro ma soprattutto nella vita privata, sul piano dell’equilibrio generale della persona. Le prime quattro classi sono andate esaurite immediatamente: ci aspettavamo una richiesta ma non così alta, più di 100 persone hanno già completato i percorsi e altre sono pronte per il prossimo.

E.ON Italia inoltre ha individuato 10 priorità Esg per il futuro: come prosegue il lavoro per raggiungere questi obiettivi?

Quella è una parte che mi rende orgogliosa del lavoro che abbiamo fatto negli ultimi 12 mesi. Abbiamo cercato di sintetizzare tutte queste attività che facciamo già da tanti anni, dandoci degli obiettivi molto concreti, anche misurabili: non è sempre facile. Ci siamo dati questi 10 obiettivi. Il primo, ovviamente, è il più rilevante: riguarda le emissioni di CO2.

Il Gruppo ha obiettivi coerenti con le richieste dell’Unione europea: si è impegnato a ridurre le emissioni Scope 1 e 2 del 75% entro il 2030, così da arrivare a quota zero entro il 2040 e raggiungere la carbon neutrality entro il 2050. In realtà noi, come Italia, abbiamo individuato le attività di cui abbiamo tutte le leve in mano (mobilità interna, fatturazione, back office e servizi IT) e abbiamo deciso di raggiungere la Net Zero anidride carbonica già entro il 2030.

Come avete affrontato i temi sociali?

Abbiamo messo nero su bianco gli obiettivi che dobbiamo raggiungere sia per quanto riguarda l’equità sia l’inclusione delle persone. Per esempio ci stiamo preparando per la certificazione della parità di genere. Inoltre abbiamo sostenuto alcuni progetti come quelli di Fondazione Libellula, un’associazione che supporta donne e minori. Intendiamo impegnarci molto nell’ambito dei Neet, i ragazzi che non studiano e non lavorano ancora: in Italia sono particolarmente rilevanti. Abbiamo attivato collaborazioni con associazioni che si occupano di questi ragazzi ma abbiamo cercato di trovare associazioni che avessero attinenza con la nostra attività, in modo da poter dare testimonianze e docenze su temi come il fotovoltaico.

Intanto abbiamo superato le 679 ore di volontariato fatte in totale nel 2022. Poi c’è tutta la parte di governance e di strutturazione dei dati, per cui abbiamo introdotto un comitato di sostenibilità e innovazione che si occupa di valutare le iniziative e prioritizzarle; collabora a pieno titolo anche alla redazione del bilancio di sostenibilità, oltre ad aver lanciato un progetto sulla supply chain a proposito della riduzione della CO2: l’impatto dei nostri fornitori per noi gioca un ruolo rilevante e quindi abbiamo cominciato a proporre ai nostri fornitori un questionario proprio per capire i loro piani di riduzione e cercare poi di farli collimare con i nostri.

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