Economia

Le aziende puntano su sostenibilità sociale e smart working

Secondo la società Variazioni (che ha intervistato 300 responsabili Hr), l’86% delle imprese permette ai dipendenti di lavorare da casa; il 72% vuole migliorare l’equità, anche grazie a welfare e certificazioni di genere
Credit: Mizuno K 
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18 ottobre 2023 Aggiornato alle 10:00

Le parole chiave per il mondo del lavoro nel 2023 sono sostenibilità e smart working: a pesare sempre di più, nei rapporti tra i dipendenti e le aziende, infatti, sono proprio questi due fattori. Ma non solo: i dipendenti guardano anche al proprio benessere e alla parità di genere.

A scattare una fotografia dei nuovi modi di lavorare e interfacciarsi con aziende e colleghi ci ha pensato la società Variazioni, con una ricerca (La regolazione aziendale dei nuovi modi di lavorare. I trend 2022-2023) che ha coinvolto oltre 300 responsabili Hr di altrettante imprese italiane. Dalle testimonianze raccolte è emerso che: la sostenibilità è il filo rosso di quest’anno; il mondo del lavoro post pandemia ha iniziato a considerare lo smart working come scontato. Questo è il motivo per cui sono in aumento le misure per linclusione, la diversità e la sostenibilità.

Limportanza della sostenibilità

In un certo senso, è possibile affermare che la sostenibilità e lo smart working costituiscono due facce della stessa medaglia. Stando a quanto spiega Arianna Visentini, Ceo e founder di Variazioni, le società hanno compreso che, quando si parla di lavoro agile, non si fa riferimento solo a sedi e orari: lo smart working è prima di tutto strategia, ma anche posizionamento sul mercato e valorizzazione dei talenti. E anche di attenzione alle persone e al territorio.

Ma prendiamo qualche numero. L’86% delle imprese, ormai, ha messo a regime il lavoro agile: rispetto al 2022, le organizzazioni sono cresciute del 30%. Lanno scorso, il principale elemento che spingeva le aziende a far lavorare i propri dipendenti da casa era il work-life balance. Oggi, invece, primeggia l’innovazione dei modelli organizzativi. Non siamo più davanti a una misura demergenza, ma a una vera e propria occasione per cercare di migliorare la strategia aziendale.

Si punta anche allequità

Stando a quanto viene messo in evidenza dalla ricerca di Variazioni, almeno il 72% delle imprese punta a migliorare l’equità, anche attraverso il welfare aziendale, le certificazioni e la gestione della genitorialità.

Dal 2022 la sostenibilità sociale ha un alleato in più, ovvero la Certificazione della Parità di Genere. Almeno il 39% delle organizzazioni hanno ottenuto la certificazione UNI PdR 125:2022; il 51%, inoltre, ha dichiarato che il riconoscimento si sta dimostrando uno strumento indispensabile, essenziale, per riuscire a tracciare il percorso di consapevolezza e cambiamento verso le pari opportunità. Il 31% ha registrato un miglioramento dell’azienda per quanto riguarda la reputazione.

Arianna Visentini crede «molto nella certificazione e i vantaggi sono oggettivi nonostante la sua introduzione sia recente, e i numeri ci danno ragione. Ovviamente va integrata in un giusto contesto di lavoro e in un percorso reale, per evitare il rischio di fare semplice pinkwashing».

Smart working: sempre più importante

7 organizzazioni su 10 hanno rivisto e modificato la propria regolamentazione dello smart working. Mediamente, le giornate passate a casa a lavorare sono 2-3 a settimana; aumenta, inoltre, l’autonomia dei lavoratori per quanto riguarda la scelta dove svolgere la propria attività. Per il 25% degli intervistati non c’è alcuna limitazione, contro il 19% dello scorso anno.

I dipendenti possono organizzarsi in completa e totale autonomia lorario di lavoro (per il 18% delle organizzazioni). Inoltre, cresce il numero di lavoratori che non devono più sottostare alle fasce di reperibilità (solo il 31%, mentre nel 2022 era il 23%).

Tra le aziende più allavanguardia troviamo Cameo, che fin dal 2017 ha creato un campus a Desenzano del Garda per promuovere una logica di flessibilità di lavoro, a partire dagli spazi.

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