Italia: la decarbonizzazione deve procedere 8 volte più velocemente
Di questo passo, l’Italia non riuscirà a raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione: siamo troppo lenti, dovremmo procedere quasi 8 volte più velocemente.
Il cammino verso la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, promosso dal Fit For 55 del Green Deal, è particolarmente insidioso per un Paese in cui le emissioni calano pochissimo (1% rispetto al 2019 se si esclude il periodo di pandemia); anche le immatricolazioni dell’elettrico fanno fatica a decollare.
A tracciare il quadro di come l’Italia provi (ma, per ora, non riesca) a tenere il passo per un futuro net zero è l’Energy&strategy, School of management del Politecnico di Milano, con il report Zero carbon policy agenda 2023 (presentato questa mattina dalle 9:30 alle 13:00).
Come anticipato dal Sole 24 Ore, il report racconta l’impegno dell’Italia in termini di emissioni: dal 2005 sono state ridotte del 30%, ma la strada per arrivare a eliminarle almeno fino al 55% entro il 2030 (rispetto ai livelli pre-industriali) non appare ancora percorribile. Dovremmo, infatti, “procedere” 8 volte più velocemente rispetto a quanto stiamo facendo (arrivando almeno al 4% l’anno). Si parla di un gap di circa 125 milioni di tonnellate di CO2, con 15 milioni di tonnellate in più rispetto alle stime dello scorso anno.
Tra i fattori che ostacolano il cammino, sottolinea il report di PoliMi, ci sono: tensioni geopolitiche, venti di scetticismo relativi ai malcontenti sul Green Deal, burocrazia e lenta crescita delle installazioni di rinnovabili e per l’efficientamento energetico. Proprio i trasporti e l’edilizia rappresentano 2 dei settori in cui le emissioni dovrebbero calare rispettivamente del 33% e del 23% per riuscire a raggiungere gli obiettivi. Ma non si sta investendo abbastanza per la riduzione.
Industria e gestione dei rifiuti sono, invece, i campi che si stanno avvicinando di più verso l’obiettivo. A dare speranza per una accelerazione che, prima o poi, dovrà arrivare è la crescita di investimenti in alcune aree specifiche, come le infrastrutture di rete, le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile, le comunità energetiche e le tecnologie di cattura e stoccaggio CO2.
Ci sono però anche segnali negativi, di cui è necessario tenere conto: a esempio, le immatricolazioni di veicoli elettrici risultano in calo. Si parla di un -8,9% e, in generale, si osserva una decrescita delle immatricolazioni degli electric vehicles rispetto al 2021.