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Elon Musk, tra genio e follia

Per scriverne la biografia Walter Isaacson ha seguito per due anni l’imprenditore sudafricano: il ritratto che emerge è quello di un uomo ricco di contraddizioni, geniale e (quasi) folle allo stesso tempo
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19 novembre 2023 Aggiornato alle 15:00

Elon Musk di Walter Isaacson non è una semplice biografia. È un’immersione profonda nell’ecosistema di uno dei più grandi innovatori e imprenditori del nostro tempo.

Con un totale di 688 pagine, il libro edito in Italia da Mondadori si immerge nelle profondità di Musk, svelando come siano nate realtà titaniche come SpaceX, PayPal e Tesla e come il visionario sudafricano abbia forgiato il proprio destino con una combinazione straordinaria di intuizione, determinazione quasi maniacale, dedizione e spietatezza.

Le origini travagliate

Per capire nel profondo uno dei personaggi più discussi del momento, Walter Isaacson ha cercato spiegazioni nelle sue prime esperienze di vita. Nel libro Musk viene descritto come un ragazzo brillante con la sindrome di Asperger non diagnosticata, vittima di bullismo e figlio di Errol, un padre sociopatico.

Un padre che viene descritto come “una figura alla Jekyll e Hyde,” che si abbandonava spesso a ore di abusi incessanti verso il giovane figlio, che altro non poteva fare che sopportare. Questa educazione traumatica, secondo l’autore, potrebbe essere collegata agli sbalzi di luce e oscurità del Musk adulto.

Le imprese di Elon Musk

Nella biografia, Isaacson fa luce su un aspetto chiave del successo imprenditoriale di Musk: la sua instancabile attenzione ai dettagli ingegneristici e la volontà di sfidare le convenzioni. Come? Abbracciando un’idea di “integrazione verticale,” e sviluppando tutto internamente alle sue “creature,” dai software delle auto Tesla alla produzione dei razzi SpaceX.

Questo libro è il racconto di un uomo che ha respinto i limiti e le restrizioni imposte dall’industria, reinventando il futuro con audacia e innovazione. Un esempio? Tesla: nel settore automobilistico. La produzione di massa è stata per lungo tempo territorio off-limits, riservato ai giganti del settore, ma Musk ha dimostrato che questo status quo poteva essere sfidato.

Nonostante le derisioni del mondo, ha creduto nell’importanza dell’integrazione verticale, dai software alle parti meccaniche delle automobili: mentre molte case automobilistiche affidano lo sviluppo dei software ai giganti della Silicon Valley, Tesla fa tutto internamente.

Ma questa filosofia di integrazione si estende anche alla progettazione e alla produzione stessa: secondo l’imprenditore non devono esserci barriere tra le fasi di produzione, e i designer devono essere vicini alla linea di produzione. Un’idea, questa, che gli ha permesso di sfidare le pratiche tradizionali dell’industria dell’automobilismo.

Ma Tesla è solo un capitolo dell’impero Musk. Un’impresa altrettanto straordinaria, infatti, è SpaceX, la sua azienda aerospaziale: se costruire razzi affidabili e riutilizzabili è già di per sé una sfida ingegneristica formidabile, farlo con un budget pari a una frazione di quelli dei giganti americani è ancora più notevole.

Così come lo è l’impatto che SpaceX ha avuto sulla corsa allo spazio negli Stati Uniti: gran parte delle missioni della Nasa viaggiano infatti a bordo dei razzi targati Musk. Inoltre, il contratto assegnato all’azienda per costruire un razzo per trasportare astronauti sulla stazione spaziale ha dimostrato che la sua audace innovazione ha superato il tradizionale modello di finanziamento e produzione.

Un altro aspetto affascinante che emerge dalla penna di Isaacson è l’impegno di Elon per l’innovazione industriale, alla quale deve gran parte del suo successo e che nasce dalla volontà di ribaltare le pratiche.

Come Henry Ford è ricordato non solo per la Model T, ma per la linea di produzione che l’ha resa possibile, Musk ha tutto il potenziale per essere celebrato per la sua ossessione per “la macchina che costruisce la macchina”. Rifiutando ogni dogma dell’automazione come punto di partenza nella progettazione dei processi industriali, il visionario ha dimostrato come la creatività umana e la collaborazione possono superare le macchine.

Il lato oscuro di Musk

Ma non è tutto oro quello che luccica, è il caso di dire. Perché Isaacson mette in luce anche il lato oscuro della gestione di Musk, definita addirittura brutale.

Conosciuto per essere un lavoratore fanatico, Elon sembra non preoccuparsi dell’equilibrio tra lavoro e vita privata dei suoi dipendenti: invia email ai suoi collaboratori con toni che sottolineano un senso maniacale di urgenza come principio operativo; effettua licenziamenti improvvisi; adotta processi decisionali capricciosi e dimostra indifferenza verso i sentimenti delle altre persone.

Ma questa gestione controversa delle sue imprese è vista da molti dipendenti come una fonte d’ispirazione. Forse perché i suoi obiettivi e le sue aspirazioni sono immancabilmente audaci o forse perché sono semplicemente stravaganti, se non folli.

In questo senso, Isaacson racconta per esempio che nel corso di una crisi avuta durante la produzione delle prime Tesla Model 3, si dice che Musk abbia dormito proprio accanto alla linea di produzione: se si tratti di eccentricità o follia, è difficile dirlo.

La biografia di Walter Isaacson solleva dunque importanti domande sull’interazione tra il comportamento personale e il successo personale: è davvero necessario essere implacabili per avere successo?

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