Ambiente

Pham Nhat Vuong è il nuovo Elon Musk?

Le auto elettriche della startup del magnate vietnamita fanno le montagne russe in borsa ma aspirano a insidiare le Tesla
Credit: retailnews.asia
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6 settembre 2023 Aggiornato alle 12:00

Se le Tesla di Elon Musk si sono imposte da anni ormai sul mercato finanziario, ora il settore delle auto elettriche guarda a un nuovo protagonista dalla storia straordinaria: è Pham Nhat Vuong, che ha iniziato con un ristorante di noodles e oggi è miliardario, sotto i riflettori di Wall Street, seduto allo stesso tavolo delle maggiori case automobilistiche al mondo.

L’uomo più ricco del Vietnam nel 2017 fonda infatti Vinfast, startup specializzata in vetture elettriche.

La quotazione al Nasdaq scocca il 15 agosto 2023 dopo la fusione con SPAC Black Spade Acquisition: vivendo fasi di volatilità tra le montagne russe, il valore tocca i 190 miliardi di dollari, quadruplicando la capitalizzazione dell’esordio in borsa, doppiando colossi quali Ford e General Motors e attestandosi alle calcagna di concorrenti come Toyota e Tesla, che recentemente ha dovuto gestire i problemi della sua guida automatica.

Le auto elettriche di Pham Nhat Vuong, già forti delle collaborazioni con grandi realtà internazionali da Pininfarina a Chrevrolet, in realtà costituiscono solo una parte delle attività di Vingroup, concentrato sul mercato immobiliare e su molti altri ambiti. È un impero costruito mattone su mattone dall’imprenditore, che dieci anni fa Forbes definiva il Donald Trump vietnamita, pur avendo un carattere probabilmente meno “vulcanico”.

Pham, che sembra significhi “prosperità”, nasce nel 1968 nella capitale Hanoi in una famiglia abbastanza umile: la mamma vende il tè per strada e il papà è un ex pilota dell’aviazione del Vietnam del Nord, finito sotto la sfera d’influenza economica dell‘Unione Sovietica dopo la guerra.

Bravo in matematica, i casi del destino lo portano prima a Mosca a studiare e poi in Ucraina, dove apre un ristorante con 10.000 dollari raccolti tra amici e parenti e importa noodles istantanei. Da qui cominciano i primi successi che lo porteranno a tornare a casa e a scalare l’olimpo degli affari globali.

Attualmente per Vinfast, controllata al 99% da Pham, si parla di un obiettivo di 50.000 veicoli venduti, contro i milioni commercializzati dai rivali ogni anno: dovrà dimostrare con il tempo di essere un’impresa redditizia, capace sia di accrescere i numeri della sua produzione sia di penetrare davvero nel tessuto economico americano ed europeo.

Nel Vecchio Continente, intanto, si comincia a valutare l’ipotesi di applicare accise e tasse sulle auto elettriche, perché la loro ricarica potrebbe avrebbe un peso fiscale superiore a quello dei veicoli a benzina o diesel, a meno che non si tratti di alimentazione domestica. Lo ha appena evidenziato uno studio di Promotor e Motus-e.

Negli ultimi giorni il dibattito su questi aspetti si sta accendendo sempre di più perché la Norvegia, la Svizzera, l’Olanda, l’Inghilterra e adesso anche il Texas sono pronti a tassare le vetture elettriche per contrastare il calo degli introiti fiscali legato al graduale addio ai mezzi a motore termico.

In generale tutte queste incertezze non sembrano aiutare il mercato. Basta guardare in casa nostra. Il 46% degli italiani intervistati dall’azienda Areté vorrebbe passare agli e-vehicles per il ridotto impatto ambientale, il 40% per il risparmio in manutenzione e consumi; i costi, però, rimangono troppo alti e così, a fronte di un grande interesse, gli acquisti diminuiscono.

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