Ambiente

Il Regno Unito “corre” verso le auto elettriche

Nel 2022 il Paese ha installato quasi 9.000 colonnine pubbliche di ricarica, arrivando a 37.000 totali. Ma l’aumento dei costi conseguente alla crisi energetica spaventa
Credit: myenergi/unsplash
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5 gennaio 2023 Aggiornato alle 20:00

Durante l’anno 2022 sono state installate più di 8.700 colonnine elettriche pubbliche nel Regno Unito, arrivando a un totale di circa 37.000 dispositivi. Un incremento del 33%, leggermente inferiore agli anni precedenti. Un trend che conferma la progressiva elettrificazione del Paese per quanto riguarda il settore dei veicoli, il quale ha conosciuto una netta accelerazione nel periodo fra il 2016 e il 2021.

Sul totale installato, circa 6.700 dispositivi sono strutturati per la ricarica ultra-rapida grazie agli investimenti promossi dai produttori di auto elettriche e dispositivi connessi come Tesla e Instavolt, e dai programmi di elettrificazione promossi dalle compagnie petrolifere Shell & BP.

In futuro il quantitativo di colonnine dovrebbero incrementare drasticamente, soprattutto a partire dal 2025, secondo gli obiettivi del precedente governo di Boris Johnson che aveva posto come target la possibilità di usufruire di 300.000 colonnine entro il 2030. Anno in cui teoricamente la vendita di tutti i veicoli legati ai motori a combustione sarà vietata nel Regno Unito.

Ma nonostante gli sforzi in corso esistono ancora troppi intoppi legislativi sul percorso che porta alla realizzazione definitiva della transizione, secondo Chris Pateman-Jones, amministratore delegato di Connected Kerb, società impegnata nell’installazione di 190.000 colonnine entro il 2030: «È necessario fare molto di più se si vuole che il paese sia EV-ready per il 2030. Le autorità locali devono installare centinaia, persino migliaia, di punti di ricarica nella loro area, non solo una manciata. L’economia di scala rimane la più grande sfida per l’industria dei veicoli elettrici, ma anche l’installazione nei posti giusti dove c’è la maggiore necessità è fondamentale. La collaborazione tra governo centrale, autorità locali, imprese e operatori dei punti di ricarica è un prerequisito per sbloccare i finanziamenti necessari per una transizione completa, così come conquistare i cuori e le menti delle comunità locali riguardo i vantaggi dei veicoli elettrici».

Ulteriori preoccupazioni sono sorte a causa della crisi energetica, con il rapido rialzo delle tariffe elettriche del 42% dal marzo 2022: «Per chi ha già fatto il passaggio all’auto elettrica o sta pensando di farlo, resta il fatto che la ricarica fuori casa costa meno rispetto al rifornimento di un’auto a benzina o diesel, ma questi dati mostrano che il gap si sta assottigliando a causa dell’enorme aumento del costo dell’elettricità» ha dichiarato Simon Williams, portavoce dell’organizzazione automobilistica RAC Charge Watch.

Al contrario del Regno Unito, l’Italia continua a rimanere molto arretrata rispetto ai processi di elettrificazione in corso in Europa, con addirittura un calo della quota di mercato delle auto elettriche fra gennaio e novembre 2022, scesa al 3,7% rispetto al 4,4% del 2021. I fondi destinati alle colonnine elettriche (circa 870 milioni di euro) risultano per il momento bloccati. La deputata Ylenja Lucaselli, Fratelli d’Italia, ha presentato un’interrogazione scritta rivolta ai ministeri competenti, senza aver ricevuto ancora una risposta.

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