Diritti

Uk: salute mentale a rischio. Il piano per correre ai ripari

Il rapporto pubblicato dal Centre for Mental Health raccoglie le proposte avanzate da 35 organizzazioni; tra gli interventi: combattere il razzismo, rafforzare il sistema previdenziale, porre fine a disuguaglianze e povertà
Credit: Sierra koder
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
28 settembre 2023 Aggiornato alle 12:00

Affrontare la povertà, le cattive condizioni abitative e l’inquinamento atmosferico potrebbe migliorare la salute mentale della popolazione nel Regno Unito: è quanto sostiene una coalizione di enti di beneficenza, thinktank e gruppi di lavoro che ha realizzato il programma A mentally healthier nation, da sottoporre al Governo e ai ministri.

Il piano, strutturato da 35 organizzazioni, tra cui l’ente di beneficienza Mind and Rethink Mental Illness, il Royal College of Psychiatrists e altri gruppi come la Children’s Society, prevede anche l’intervento contro il razzismo, l’implementazione di riforme del sistema previdenziale e azioni per porre fine alle forti disuguaglianze per cui le persone con gravi patologie psichiatriche muoiono fino a 20 anni prima rispetto alla popolazione generale.

“Affrontare queste ingiustizie deve essere al centro della creazione di una nazione più sana dal punto di vista mentale - spiega il rapporto pubblicato dal Centre for Mental Health, ente di beneficenza indipendente nel Regno Unito per la salute mentale - Prima delle elezioni generali del Regno Unito, (che potrebbero tenersi a novembre 2024, ndr) faremo una campagna per l’adozione di queste politiche come parte di una strategia decennale e intergovernativa per la salute mentale, che idealmente dovrebbe iniziare nel primo anno del prossimo parlamento”.

Secondo i dati pubblicati dall’NHS Digital, che li raccoglie a partire dagli ambulatori dei medici di base per supportare l’assistenza e la ricerca, tra il 2017 e il 2022 i tassi di probabile disturbo mentale tra i giovani tra i 17 e i 19 anni sono più che raddoppiati, passando dal 10% al 26%, e sono aumentati in altre fasce d’età. Le cifre diffuse quest’anno dal Royal College of Psychiatrists, mostrano che nel periodo 2021/2022 i servizi secondari di salute mentale in Inghilterra hanno ricevuto la cifra record di 4,6 milioni di segnalazioni, con un aumento del 26% rispetto al 2018/19. Si prevede che la prevalenza di depressione e ansia aumenterà del 16% e la percentuale di popolazione adulta affetta da malattie gravi crescerà da quasi 1 su 6 nel 2019 (6,7 milioni) a quasi 1 su 5 nel 2040 (9,1 milioni).

La crisi del Covid-19, l’austerità e la crisi del costo della vita, secondo la coalizione, hanno portato a un aumento del numero di persone che soffrono di disturbi mentali nel Regno Unito. Le persone che vivono con almeno una patologia, come l’ansia o la depressione, nel Paese sono 8,2 milioni. Il rapporto avverte che questa crescita annuale sta causando “infelicità evitabile, morte, richiesta di servizi estenuanti, perdita di produttività economica e costi per decine di miliardi di sterline”.

Il documento mostra una serie di misure che dovrebbero essere incluse in un piano decennale del Governo (anche quello futuro), tra cui: una nuova legge per eliminare la povertà infantile entro il 2030; l’istituzione di un reddito minimo garantito; azioni contro il cibo spazzatura, il fumo, l’alcol e il gioco d’azzardo; la lotta al razzismo, che include la fine delle politiche migratorie “ostili” e la prevenzione di esclusioni scolastiche che colpiscono in modo sproporzionato le minoranze.

Il “piano decennale per la salute e il benessere” annunciato nell’aprile dello scorso anno dal segretario alla Sanità, Steve Barclay, è stato eliminato e inserito in una strategia di più ampio respiro. I gruppi hanno proposto di applicare un “test di salute mentale” a tutte le politiche che intende attuare, per garantire che contribuiscano ad affrontare le malattie mentali. “Un’azione di governo potrebbe contribuire a invertire la tendenza all’aumento dei livelli di salute mentale nella nostra società odierna”.

In Italia, in base al Rapporto sulla salute mentale 2020, erano 728.338 le persone con problemi di salute mentale assistite dai servizi specialistici nel corso del 2020. Nell’anno del lockdown i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta con i Dipartimenti di Salute Mentale sono stati 253.164, di cui il 91,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita.

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