Uk: per l’85% dei giovani bisogna trasferirsi per avere un futuro
Poche opportunità di stage e sbocchi di lavorativi: è per questo che l’85% dei giovani inglesi intervistati dalla Social Mobility Foundation ritiene di dover lasciare il luogo in cui abita per costruirsi un futuro.
Nell’est dell’Inghilterra, poi, su 2.000 ragazzi e ragazze tra i 16 e i 18 anni, il 95% condivide questo pensiero. Non a caso la regione comprende alcune delle città più povere del Paese, tra cui Jaywick, che è considerata l’area più svantaggiata del Regno Unito dopo che nel 2018 alcuni rappresentanti dell’Onu hanno visitato la città dell’Essex per indagare sulla povertà in Gran Bretagna.
La maggior parte degli intervistati ha raccontato di sentirsi obbligato a spostarsi in città come Liverpool, Manchester e Londra per poter proseguire la propria formazione dopo gli studi. Lisa Nandy, ministra per lo sviluppo internazionale, è d’accordo: i giovani sono stati costretti ad andarsene perché le città d’origine sono sottosviluppate, ha spiegato, aggiungendo che i giovani «non dovranno più scegliere tra casa e famiglia e la ricerca di nuove opportunità». L’obiettivo del Regno Unito, ha dichiarato la ministra, è raggiungere la più alta crescita sostenuta nel G7 fornendo posti di lavoro in tutto il Paese.
Mentre l’anno accademico comincia, gli studenti in Uk stanno affrontando forti rincari per quanto riguarda il costo della vita a causa dell’inflazione. L’Office for National Statistics ha riferito che alcuni studenti hanno dovuto saltare i pasti o lasciare il riscaldamento spento per riuscire a mantenersi nell’ultimo anno trascorso all’università. Altri hanno riferito di aver utilizzato i propri risparmi o di essersi indebitati per far fronte alle spese quotidiane. Molti lavoravano ore extra, a volte svolgendo più lavori, con effetti negativi sul proprio rendimento accademico e sulla propria salute fisica e mentale.
Se la situazione degli studenti inglesi è difficile, per coloro che si trasferiscono in una nuova città, per proseguire gli studi o lavorare, le difficoltà possono essere più complesse, non solo dal punto di vista economico. Un sondaggio YouGov ha messo in luce che milioni di studenti in Regno Unito soffrono di solitudine e tra questi ci sono anche i fuori sede arrivati nelle grandi città.
Per il quarto anno di seguito, il Governo ha deciso di affrontare la solitudine nel Regno Unito come una priorità. Dal 2018 ha investito oltre 80 milioni di sterline per realizzare progetti di inclusione all’interno delle università, di cui 34 milioni per ridurre la solitudine causata dalla pandemia.
La campagna di sensibilizzazione lanciata quest’anno mira a ridurre lo stigma che spinge chi si sente solo a negare o a non comunicare la propria condizione di sofferenza. «Gli studenti cronicamente soli hanno maggiori probabilità di dire che le loro aspettative non sono state soddisfatte e hanno circa il doppio delle probabilità di prendere in considerazione il ritiro. Dal punto di vista demografico, gli studenti cronicamente soli hanno maggiori probabilità di essere Lgbtq+, provenienti da aree sociali svantaggiate e donne», ha detto Robin Hewings, direttore della Campagna per porre fine alla solitudine.