Bambini

Usa: la guerra ferma le adozioni di bambini ucraini

Le pratiche (alle primissime fasi) di circa 200 famiglie statunitensi sono state momentaneamente “congelate” in attesa della fine del conflitto
Credit: Cottonbro studio
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12 settembre 2023 Aggiornato alle 20:00

Sono molte le famiglie americane che vorrebbero adottare bambini ucraini, ma la burocrazia sembra essere un ostacolo insormontabile, soprattutto da quando è stato deciso il blocco delle adozioni internazionali fino alla fine della guerra. Ma nessuno può sapere quando terminerà

Il Washington Post racconta le storie di alcune famiglie statunitensi in attesa di accogliere uno o più bambini. I Van Asten, a esempio, nel 2018 hanno aderito a un programma di collegamento tra orfani ucraini e bambini affidatari con le famiglie americane. Dopo aver preso a cuore fin da subito una coppia di fratelli di 12 e 11 anni, la famiglia ha avviato il processo di adozione, mantenendo stretti i contatti con i bimbi (i cui nomi non sono stati riportati per tutelare le loro identità). Il Covid aveva già rallentato e ostacolato il ciclo di visite; ma dopo l’invasione russa, i desideri della famiglia Van Asten e di molte altre rimangono appesi a un filo.

Il blocco dell’adozione internazionale in Ucraina

La guerra prosegue giorno dopo giorno e nessuno sembra intenzionato ad arrendersi. Nel frattempo, migliaia di bambini abbandonati, ma anche adolescenti a un passo dalla maggiore età (momento in cui diventano non più idonei all’adozione) rimangono in uno stato di limbo.

Oggi, le famiglie ucraine possono adottare bambini ucraini, così come le famiglie internazionali che hanno registrato i nomi dei propri figli prima dell’inizio dell’invasione russa. Ma per chi è alle fasi iniziali del processo, non è così. Oltre ai Van Asten, infatti, ci sono altre 200 famiglie americane “congelate”, in attesa.

In molti Paesi, la selezione dei minori da adottare avviene all’inizio della procedura; in Ucraina, invece, avviene più tardi. Nonostante molte famiglie abbiano già ospitato bambini ucraini durante il programma di visite (come i Van Asten dal 2018 in poi), dal momento in cui decidono di avviare la pratica dell’adozione, devono essere controllati da un’agenzia autorizzata e dai Servizi per la cittadinanza e l’immigrazione degli Stati Uniti. Dopodiché, il Governo ucraino dovrà approvare i genitori per l’adozione generale; sarà solo a quel punto che ci sarà via libera da parte delle istituzioni per le famiglie, che potranno presentare la domanda formale per l’adozione.

Il capo del Servizio sociale nazionale ucraino Vasyl Lutsyk, nonché il principale ente governativo che lavora con gli orfani, ha spiegato che “il congelamento del processo di adozione è stato inevitabile a causa dell’emergenza della guerra”, riporta il Wp.

Sebbene la Russia abbia respinto le accuse, la Corte penale internazionale dell’Aia aveva emesso mandati di arresto nei confronti del Presidente russo Vladimir Putin e del difensore civico russo per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova, accusandoli di crimini di guerra in relazione al presunto allontanamento forzato di bambini dall’Ucraina.

Il decreto ucraino che blocca le adozioni internazionali prevede la ripresa dei processi di adozione dopo 3 mesi dalla fine dello stato di emergenza del Paese. Nel frattempo, i servizi per l’infanzia sono in tilt: molti uffici sono collocati in zone di guerra e molti dei registri sono andati persi o distrutti.

Da quando è esploso il conflitto, migliaia di bambini ucraini in custodia pubblica sono stati evacuati, prima nell’Ucraina occidentale e poi nei Paesi vicini e in tutta Europa.

Un’interminabile stato di attesa

Data la situazione estenuante, alcune famiglie americane (come i Van Asten) affermano che dovrebbe essere lor consentito di ospitare i bambini fino alla fine della guerra, garantendo di riportarli in Ucraina quado le autorità riterranno opportuno riprendere i processi di adozione. Nel frattempo, alcuni cittadini Usa stanno aumentando le pressioni sul Governo degli Stati Uniti e sui membri del Congresso per trovare un modo per far conciliare i bambini con le famiglie statunitensi, offrendo loro la possibilità di mettersi al sicuro.

Nonostante gli svariati tentativi di rafforzare il processo di adozione internazionale, la posizione dell’Ucraina è ancora ferma e i bambini possono viaggiare negli Stati Uniti solo se vengono collocati in istituti e non presso le famiglie, anche se temporaneamente.

Mentre la preoccupazione per la salute dei bambini cresce in maniera spropositata, la maggior parte dei 16.000 bambini adottabili in Ucraina sono stati abbandonati o sottratti ai genitori per negligenza.

Secondo Pavlo Shulha, capo ucraino dell’ente di beneficienza internazionale Kidsave con sede negli Stati Uniti (il cui obiettivo è aiutare gli orfani a trovare una famiglia), la condizione dei minori risulta aggravata perché «il trauma principale è l’abbandono».

«Capisco che il Paese si trovi in una situazione difficile - ha aggiunto - c’è una guerra. Ma allo stesso tempo il bambino aspetta, crede, infonde speranza. Dall’altra parte, i genitori appaiono sempre più preoccupati».

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