Bambini

Back to school: tra riorganizzazione del tempo e disparità sociali

Tornare alla routine dopo le vacanze può essere fonte di stress per bambini e genitori. A questo, soprattutto in alcune zone d’Italia, si aggiunge il problema dell’abbandono scolastico
Credit: EPA/ROBIN VAN LONKHUIJSEN

Il rientro a scuola è alle porte: la prima campanella suonerà a Bolzano il 5 settembre, mentre tutti gli altri studenti e studentesse torneranno sui banchi la settimana successiva, tra l’11 e il 15 settembre.

Lo stress derivato dal riprendere, dopo il periodo estivo, la solita routine, non riguarda solamente gli adulti ma anche bambine, bambini e giovani.

Il pensiero di immergersi nuovamente, o per la prima volta, nel percorso scolastico, può far sorgere diverse emozioni, anche contrastanti tra loro e non sempre facili da esprimere, soprattutto per i più piccoli: come la gioia di rivedere maestre, maestri, compagne e compagni di classe e la paura di tornare alla vita di tutti i giorni o di affrontare un nuovo capitolo della propria vita (cambio di classe o scuola).

Fortunatamente però questi tipi di ansie, stress e paura possono essere affrontati grazie all’aiuto delle figure genitoriali, delle e degli insegnanti e, se necessario, dei professionisti della salute.

Piccoli trucchi per un rientro sereno

Esistono alcune strategie che aiutano a preparare il nucleo familiare a un rientro più sereno:

1) Tornare ai ritmi abituali: il periodo estivo spesso sconvolge gli orari di tutta la famiglia. Tornare ad avere la stessa routine nei pasti e nel sonno, aiuta nel processo di stabilità e fa sentire bambine e bambini, mano a mano, più stabili e sereni

2) Incoraggiare e coinvolgere: preparare i piccoli al rientro a scuola, significa anche sottolineare loro le cose positive dell’evento. Andare insieme e fare nuovi acquisti per l’anno scolastico, mettere le etichette su libri e quaderni, pensare a che merenda preparare per i primi giorni, incontrare qualche compagno di classe al parco sono piccoli gesti che aiutano ad arrivare più sereni al nuovo anno scolastico

3) Parlare (e ascoltare) con empatia: parlare del rientro scolastico, chiedendo alle proprie figlie e ai propri figli come si sentano al riguardo è fondamentale per una comunicazione di qualità. Le loro risposte possono aiutare nel guidarli e aiutarli. Parlare del loro stato d’animo, aiuta a comprendere paure e ansie messe da parte, che potrebbero influire negativamente su di loro e sul nucleo familiare.

4) Gestire al meglio il momento della separazione: i primi giorni sono sempre i più complessi. Dopo il periodo estivo, spesso vissuto insieme ai legami più stretti, si dovrà passare del tempo separati. Parlare di come si svolgeranno le giornate e di come ci si ritroverà a casa insieme la sera agevolerà un inserimento armonioso nella routine. È possibile anche programmare un momento familiare (ad esempio quello della colazione) per passare del tempo di qualità prima dell’inizio della scuola e del lavoro.

5) Se il problema si acuisce è possibile chiedere aiuto: psicologhe e psicologi dell’infanzia, educatrici e educatori insieme al personale docente, saranno dei validi alleati per aiutarvi nei momenti più complessi

Abbandono scolastico: la povertà economica è strettamente legata alla povertà educativa

La dispersione scolastica è un fenomeno che dipende da diversi fattori e che nasce spesso da carenze culturali, economiche, familiari e sociali. Per questo le azioni di contrasto dovrebbero dispiegarsi su molte dimensioni, arrivando a toccare l’intera comunità educante.

In Italia quasi 1 milione e 400.000 minori vivono in povertà assoluta e altri 2,2 milioni in povertà relativa.

La crisi economica ha inciso fortemente sulle condizioni di vita di bambini e ragazzi. Fino al 2005, infatti, erano gli anziani le persone più indigenti, oggi invece la povertà assoluta aumenta al diminuire dell’età e quella economica è strettamente legata alla povertà educativa.

Gli ultimi dati Istat sulla dispersione scolastica ci dicono che l’Italia è sopra alla media europea: l’11,5% di ragazzi fra i 18 e i 24 anni ha abbandonato i banchi dopo la licenza media ed è fuori da percorsi di istruzione o formazione, più del 15% al Sud.

La Legge di Bilancio 2019 ha confermato il Fondo per il triennio 2019-2021, mettendo a disposizione 55 milioni di euro annui di credito di imposta a favore delle Fondazioni bancarie che possono usufruirne per il 65% degli importi versati. Con il decreto legge 23 luglio 2021 n. 105 il Governo ha previsto la proroga del Fondo per gli anni 2022 e 2023.

Complessivamente, il Fondo ha un valore attuale di oltre 700 milioni di euro. I progetti approvati coinvolgono oltre mezzo milione di bambini, ragazzi e famiglie e attraverso di essi sono state messe in rete oltre 8.500 organizzazioni tra terzo settore, scuole, enti pubblici e privati, rafforzando le “comunità educanti” dei territori.

Considerando che la povertà economica è strettamente legata all’abbandono scolastico, uno dei fattori che, si teme, nel prossimo futuro influirà sull’abbandono scolastico, è il recente taglio del reddito di cittadinanza: quasi 170.000 famiglie non ricevono più il sussidio, altre lo riceveranno ancora per qualche mese e altre ancora dal 1 gennaio 2024 lo vedranno sostituito dall’assegno di inclusione, una misura che garantisce importi ridotti rispetto al reddito di cittadinanza e non illimitatamente.

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