Economia

Tutti i rincari dell’estate italiana

Aerei, benzina e alberghi sono i settori colpiti. Tra conseguenze dell’aumento della domanda e crisi climatica, gli italiani in vacanza dovranno fare i conti con aumenti generalizzati
Credit: Freepik
Tempo di lettura 6 min lettura
8 agosto 2023 Aggiornato alle 10:25

È agosto, tempo di partenze per tantissimi italiani che finalmente dopo un anno di lavoro sono riusciti a ritagliarsi quella settimana di tempo per staccare un po’ dalla frenesia della quotidianità, o almeno provarci.

Nonostante ormai ci siano viaggi e tappe per quasi tutte le tasche, pianificare le proprie ferie vuol dire anche interfacciarsi con rincari generalizzati frutto di fisiologica speculazione ma anche situazioni di crisi a cui il mercato sopperisce proprio con l’aumento dei prezzi. Per prepararci al meglio vediamo quali settori ne sono stati più colpiti.

Trasporti

Un bel viaggio verso una meta lontana da casa è quello che ci vuole. Peccato che sia un’idea caldeggiata da diverse centinaia di migliaia di italiani (circa un terzo), e si sa che con l’aumento della domanda i rincari sono dietro l’angolo.

Gli italiani che nei primi sei mesi dell’anno hanno preso un volo in aereo hanno speso mediamente il 52% in più rispetto al 2022.

A fare la parte del leone figurano i voli intercontinentali più lunghi, con un balzo del 58% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma a essere colpiti sono anche i voli nazionali e all’interno dell’Europa (+41%).

Di fronte a questi dati l’idea dei voli low cost appare sempre più un’utopia ormai tramontata.

La stessa Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) dopo aver registrato rincari del 40% in un anno mette in guardia sugli algoritmi utilizzati dai siti delle compagnie aeree, software intelligenti che «sfruttano la geo-localizzazione, individuano il tipo di dispositivo utilizzato: iOS di Apple viene associato a una fascia medio-alta di compratori, e dunque utilizzarlo può portare a spese maggiori» e chiede un intervento legislativo per monitorare l’incrocio tra domanda e offerta sulle varie tratte per garantire maggiore trasparenza e prevedibilità dei costi.

Rincari salati anche nelle tratte nazionali soprattutto verso Sicilia e Sardegna. L’aria di mare delle due isole attrae i residenti delle grandi città, ma con rialzi del 67% nei primi sei mesi dell’anno sulla tratta Roma-Catania.

Una situazione che ha insospettito il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha incaricato il Garante per la Sorveglianza dei prezzi nella persona di Benedetto Mineo -conosciuto come Mister Prezzi - di chiedere spiegazioni alle compagnie sulla dinamica dei prezzi entro 10 giorni “in particolare su determinate tratte che hanno visto una variazione anomala” come quelle che collegano Roma e Milano con Venezia, Palermo, Catania e Cagliari.

Benzina

Aereo scartato, si va in macchina. Un viaggio on the road può risultare un’alternativa divertente e in grado di farci risparmiare qualcosa, non fosse per la benzina.

Non è bastata a stemperare i rialzi la recente introduzione dell’obbligo di mostrare il cartellone dei prezzi medi regionali in ogni distributore con l’obiettivo di calmierare gradualmente la crescita dei prezzi e contemporaneamente permettere agli automobilisti di valutare quale pompa di benzina scegliere per fare rifornimento.

Stando ai prezzi esposti negli ultimi giorni, il prezzo medio della benzina (in modalità self service) ha superato gli 1,9 euro al litro, anche se in autostrada - dove notoriamente i prezzi si gonfiano - arriva quasi a 2 euro, mentre il gasolio si piazza a 1,76 euro al litro.

Per Staffetta Quotidiana, testata specializzata nelle fonti di energia, si tratta dei prezzi più alti dalla fine del luglio 2022, con «un gasolio ai massimi da metà aprile» e aumenti che dipendono a loro volta «in larga parte dal basso livello delle scorte, dalla fermata per manutenzione di diverse raffinerie in Europa, Asia e America, e dal picco della domanda Usa per la driving season», la stagione in cui tanti statunitensi si mettono alla guida per le vacanze incrementando la domanda di carburante e quindi un aumento dei prezzi.

Alberghi

Che sia la macchina o l’aereo il vettore della nostra vacanza, è necessario avere un posto dove dormire.

Dalle indagini realizzate dall’organizzazione di consumatori Altroconsumo - che ha passato in rassegna varie strutture nelle varie destinazioni italiane - emerge un aumento della spesa negli hotel a 3 stelle (111 euro) rispetto a un Bed&Breakfast (98 euro a notte), anche se viene registrata una maggiore convenienza degli alberghi nelle località di mare e di montagna con riduzioni del 12% e 13%.

Al contrario delle città d’arte, dove sia in B&B che Hotel si arriva a spendere rispettivamente il 20% e il 31% in più rispetto al 2022.

A confermare la misura del rialzo sono anche i dati raccolti da Mambrian Technologies, società che fornisce analisi e previsioni sulle tendenze del turismo, secondo cui per una notte (camera doppia, nei giorni feriali e con colazione esclusa) in un hotel 3 stelle in Italia la spesa media nel periodo 1° giugno-31 agosto di quest’anno è di 122 euro (+19,6% sullo stesso trimestre del 2019), che salgono a 174 euro in un 4 stelle (+11,5%) e a 431 euro in un 5 stelle (+18,4%).

Cibo

Una volta arrivati a destinazione, anche fare la spesa potrebbe portare delle sorprese.

Sempre più prodotti infatti sono vittime della temperature estreme nel Sud e delle alluvioni al Nord, che distruggono colture e fanno di conseguenza rialzare i prezzi del raccolto superstite. Questo processo di inflazione climatica mette sotto scacco le filiere produttive già vessate dalla siccità, a cui si sommano poi i rialzi per i costi di trasporto e per la benzina che rende “triplicato il prezzo corrisposto all’agricoltore al dettaglio”, secondo Confagricoltura.

Arrivati a questo punto, appare più complesso affrontare le vacanze con serenità.

D’altronde, troppi rialzi potrebbero incentivare i turisti a scegliere mete più abbordabili. L’esempio più emblematico è quello della Puglia, dove l’indagine condotta dall’Associazione difesa orientamento consumatori della regione (Adoc) per comprendere le ragioni dietro il sempre più scarso afflusso nelle spiagge da parte degli abitanti e dalle regioni limitrofe ha rilevato che una famiglia di quattro persone arriva a spendere “da un minimo giornaliero di 160 a un massimo di 500 euro”.

Un incremento del 10% rispetto al 2022, e che di conseguenza fa registrare un -20% di presenze nei lidi per preferire mete più sostenibili economicamente come “la Croazia, l’Albania e la Grecia”.

Leggi anche
Inflazione
di Riccardo Carlino 3 min lettura
Cultura
di Giuseppe Dibitetto 3 min lettura