Economia

C’è chi soffre la crisi, e chi si arricchisce

La crisi globale spaventa molti ma non alcune imprese. Unicredit segna un utile semestrale record di 4,4 miliardi ed Enel registra un +48,5% sul primo semestre
Credit: Monstera
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28 luglio 2023 Aggiornato alle 14:00

Durante le crisi, c’è sempre chi diventa ancora più ricco. La pandemia globale, le crisi geopolitiche e la spirale inflazionistica hanno scosso l’economia globale, sia per le famiglie, sia per le imprese, causando un periodo di incertezza e recessione.

Eppure ,alcune aziende sembrano non risentire di questi effetti. L’istituto bancario Unicredit chiude il secondo trimestre del 2023 con un aumento del 14,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, registrando un utile netto pari a 2,3 miliardi di euro, una somma ben maggiore dei 1,87 miliardi attesi dal consensus della banca stessa.

Con questi dati, Unicredit diventa il miglior titolo a Piazza Affari con un utile semestrale record di 4,4 miliardi e un incremento del 91,5% sull’ultimo semestre.

«La nostra performance – commenta l’amministratore delegato Andrea Orcel - è il risultato della crescita di elevata qualità delle commissioni nonostante il contesto macroeconomico incerto, dell’ulteriore riduzione dei costi malgrado l’inflazione elevata e della solidità del NII (margine di interesse ndr). Tutto questo, associato al nostro costo del rischio strutturalmente basso, dimostra in che modo riusciamo a alimentare una redditività sostenibile».

Nonostante il rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce, la banca di Piazza Gae Aulenti è riuscita a migliorare la guidance del 2023 e spinge verso un utile netto annuale oltre i 7,25 miliardi e verso i 21,5 miliardi di ricavi netti con un margine di interesse da almeno 13,2 miliardi.

L’Ad Orocel alza anche il target di distribuzione di capitale agli azionisti fissandolo a 6,5 miliardi (rispetto alla precedente guidance di 5,75 miliardi), con 2,4 miliardi di cedola cash; inoltre annuncia un 2024 “sostanzialmente in linea con il 2023”.

L’innalzamento degli obiettivi, che ha già portato nelle casse degli azionisti 22 miliardi (rispetto ai 16 annunciati nel piano Unicredit Unlocked), e del coefficiente Cet1 al 16,64% “lascia spazio per migliorare la distribuzione” e far sì che essa “sia sostenibile nel tempo”.

Si chiude positivamente anche il primo semestre per Enel. Gli utili netti arrivano a quota 2,5 miliardi a seguito di un incremento del 48,5%; gli investimenti si attestano intorno ai 6 miliardi (+2,6%), mentre scendono i costi totali, i quali hanno risentito della riduzione del costo dell’energia e di un taglio per servizi, materiali e personale.

Il debito, pari a 62,2 miliardi, è la spina nel fianco della società. Nonostante ciò, il neo a Flavio Cattaneo ribadisce che Enel non ha “fretta di vendere” e che lo farà “solo al prezzo giusto”.

Le cessioni rimangono la soluzione migliore per far respirare l’azienda; tramite esse, l’indebitamento si è ridotto a 57 miliardi grazie ai 5,4 miliardi di asset dismessi che saranno contabilizzati nel secondo semestre del 2023. A proposito di cessioni, il 26 luglio i soci di Enel Green Power (Egp) e Macquarie Asset Management hanno raggiunto un accordo sulla co-gestione del 50% di Egp Hellas per la cifra di 345 milioni di euro.

Entro fine novembre è previsto il nuovo piano strategico di Enel, il quale, secondo l’Ad Cattaneo, si snoderà attorno a tre linee di intervento: «un’allocazione del capitale focalizzata sulla creazione di valore e sull’ottimizzazione del profilo di rischio/rendimento degli investimenti a supporto della futura crescita; il miglioramento delle efficienze lungo tutte le attività e i paesi di presenza, attraverso misure volte all’efficientamento e all’ottimizzazione dei costi; una semplificazione della struttura del gruppo da perseguire attraverso una struttura organizzativa più snella e la focalizzazione geografica sui sei Paesi core».

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